Un video racconta, in 14 minuti, la storia di tutti i test atomici effettuati dall’uomo. Da Gadget, la prima bomba, esplosa il 14 luglio del 1945, alla follia e dittatura nordcoreana.
Il 16 luglio del 1945 non ero ancora nato. Sarebbero dovuti passare 40 anni prima che i miei genitori decidessero di mettermi al mondo. E in quei 40 anni il mondo aveva già conosciuto, a fondo, la forza distruttrice delle armi atomiche. Ancora oggi, se provo a pensarci mi accorgo che non ne so molto. Ho letto e studiato pagine di storia, come tutti. Ho partecipato emotivamente alle ricorrenze in televisione e in altri media. Ho ascoltato i sopravvissuti, letto i numeri. Ho visto le lapidi e i nomi scorrere. Ho un’idea abbastanza precisa di quello che potrebbe succedere nel caso accadesse qualcosa di simile oggi, accanto a me. Ma è tutto fin troppo asettico.
Gadget, Trinity, Manhattan
Il 16 luglio del 1945 iniziò l’operazione Trinity. In pieno deserto, in New Mexico, esplose la prima bomba atomica della storia. Si chiamava Gadget. Un nome che, oggi, a dirla tutta, sembra una presa in giro. Un nome che rimanda a qualcosa di piccolo ma che in realtà fu in grado causare danni enormi e incalcolabili. Gadget venne portata su una torre d’acciaio alta 30 metri e sganciata. C’è chi fece il conto alla rovescia e chi trattenne il fiato. Chi esultò. Il suo fungo, ovvero la forma creata dall’esplosione, infranse un silenzio che non sarebbe mai più tornato e i cui echi si sarebbero ripetuti in tante altre zone del mondo, nei decenni successivi.
Gli scienziati del progetto Manhattan, che si occuparono di quel test, diedero inizio ad una nuova era. Qualche settimana più tardi, con gli attacchi alle città di Hiroshima e Nagasaki, nulla sarebbe stato più lo stesso. L’uomo non sarebbe più tornato indietro.
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70 anni di esplosioni
Ma perché vi racconto questa storia? C’è una risposta. Ieri, per caso, mi sono imbattuto in un video incredibile. Racconta settant’anni di test nucleari. Dura quattordici lunghi minuti. Quelli che servivano per raccontare una delle storie più angoscianti del nostro passato, presente e futuro.
Il video è caratterizzato da un ritmo incalzante, che tormenta, che diventa pian piano una musica scarna, essenziale. Dirompente. Una musica prodotta dalle armi, dalle bombe, dall’incedere ineluttabile della distruzione. Anzi, dell’auto-distruzione. Esplosioni. In superficie, sott’acqua, sottoterra. La manifestazione e la ripetitività della morte. Con coordinate e mandanti precisi.
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La Corea del Nord e il ricordo di Oppenheimer
Gli ultimi due rintocchi sono gli esperimenti condotti dalla Corea del Nord. Recenti. Anche troppo. Fatti cioè da chi oggi detiene armi nucleari e, allo stesso tempo, una guida folle. Quella di Kim Jong-Un. Un dittatore che forse non conosce la storia della prima bomba. Gadget, infatti, venne rinnegata dal suo papà, uno dei più grandi fisici del mondo. Quell’uomo si chiamava Robert Oppenheimer, e del progetto Manhattan fu il direttore. «Sono diventato la Morte, il distruttore di mondi» disse in una famosa intervista, dopo aver visto cosa l’atomica fu in grado di fare nelle mani sbagliate e per le ragioni sbagliate.
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La speranza di non esserci
Il 16 luglio del 1945 l’umanità decise di intraprendere una strada che oggi è più viva e pericolosa che mai. Un cammino che porta, inevitabilmente, all’auto-distruzione. Io sono nato a metà di questo percorso, nel 1985. E spero, per davvero, di non esserci più quando un altro countdown, ancora più devastante, arriverà allo zero, causando danni che saranno irrecuperabili.