Il progetto di “Humans since 1982” vuole far riflettere sull’importanza del tempo facendo convivere l’analogico con il digitale. I 288 orologi si allineano una volta al minuto per mostrare l’ora esatta.
Non c’è limite alla creatività umana. Soprattutto quando il design, la meccanica e l’ingegneria s’incrociano per dare vita a installazioni capaci di proiettare concetti e visioni. Questa, nata nel 2013, grazie al collettivo artistico Humans Since 1982, riflette sul valore del tempo. Soprattutto quello che è stato incastonato e catturato all’interno di un oggetto specifico: l’orologio. Unendo digitale e analogico, in un unico spazio.
[vimeo id=”60491636″]
Una danza (che non si può perdere)
Fermiamo un attimo il tempo e proviamo a riflettere su quello che accade all’interno dei quadranti. C’è uno scopo primario, evidente, che assolve una necessità, un bisogno dell’umanità. Accanto, però, c’è una danza al rallentatore in cui i due ballerini, le due lancette, si muovono sinuose sulla pista e intorno ad un punto fisso centrale. E uno spettacolo che il digitale, con le sue cifre, i numeri e le opzioni “smart”, sta lentamente cancellando. Ma nella visione di chi ha creato “A million Times” queste due anime tornano a convivere.
“A million Times”: 288 orologi e un unico messaggio
L’installazione è formata da 288 orologi che si muovono coordinati fra loro. Una volta per minuto, armonicamente, si allineano per mostrare l’ora esatta.
Ed è un movimento ipnotico in cui lo spettatore viene portato a riflettere sulla bellezza del meccanismo che regola il tempo
Dopo aver girato musei di tutto il mondo, e aver avuto un grande riscontro di critica e pubblico, l’opera è attualmente in esposizione al Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum di New York.