La piattaforma cinese ha sorpreso con le clip musicali di breve durata e Zuckerberg prova a rispondere con la stessa moneta
Tra le poche attività lasciate ancora sguarnite da Facebook spicca l’area musicale, una lacuna che potrebbe essere presto colmata con Collab, una applicazione rilasciata nei giorni scorsi da NPE, il team dell’azienda di Mark Zuckerberg che si dedica allo sviluppo di servizi per creare delle comunità mediante esperienze inedite e innovative. Come successo appunto con l’app che, come si intuisce dal nome, si basa sulla collaborazione tra utenti ed è focalizzata sulla creazione di video musicali. Una soluzione, quindi, per realizzare delle clip con tracce musicali da condividere con gli amici: vi fa venire in mente qualcosa?
Obiettivo TikTok
Nel corso degli anni Facebook ci ha abituato ad alternare innovazione e novità ispirate da altre piattaforme che, una volta disponibili sulla piazza virtuale da oltre 2 miliardi di utenti attivi, sono diventate spesso un must. In passato il social network ha guardato da vicino per lungo tempo Snapchat, tanto da mettere sul piatto 10 miliardi di dollari per l’acquisizione e ricevere il diniego da parte del fondatore Evan Spiegel. Di fronte al successo della social-app che ha “sottratto” parte della fascia di pubblico adolescenziale a Facebook, Zuckerberg ha risposto imitando alcune delle più popolari funzionalità altrui, tanto da mantenere pure lo stesso nome sul clone più evidente, le Storie, elemento determinante per l’ascesa di Instagram. Negli ultimi due anni a impensierire il social di Menlo Park è stato TikTok, piattaforma senza eguali che ha giocato sul divertimento tramite brevi video in lip sync arricchiti da effetti creativi. Il successo per ByteDance, l’azienda dietro TikTok e tante altre realtà cinesi in grande spolvero, è stato enorme con una capacità di rimbalzo che in pochi mesi ha permesso al social network “musicale” di macinare record di numeri e fatturati (più di 1,5 miliardi di utenti attivi al mese, fatturato oltre i 10 miliardi di dollari e valutazione superiori agli 80 miliardi di dollari).
Perché Collab
Qui entra in gioco Collab, applicazione per ora disponibile solo su invito, in modalità beta per il pubblico statunitense e canadese e solo per dispositivi iOS, che solleticherà l’interesse dei musicisti – tuttavia nella nota condivisa da Facebook si specifica che per utilizzare l’app non sono obbligatorie conoscenze tecniche – consentendo di creare clip di breve durata mixando fino a tre fonti diverse. In sostanza, quindi, tre amici o componenti di una band possono registrare le rispettive performance a distanza (chissà se la diffusione durante il lockdown di video con musicisti al lavoro dalle rispettive case trasformati, mediante apposito montaggio, in brani di gruppo abbia magari ispirato Facebook) per condividere una clip in cui batteria, chitarra e piano (o qualsiasi altro strumento si desideri) sono riprodotti in sincrono come una classica melodia che si guarda e ascolta sulle varie piattaforme online. E se qualcuno non dovesse trovare compagni adeguati per il progetto, potrà pescare tra le clip caricate dagli altri per modellare il proprio arrangiamento, che a sua volta sarà a disposizione di tutti gli iscritti, anche per replicare il playback salito alla ribalta con TikTok.
Un’app per Facebook o Instagram?
Come sempre per app e servizi in fase di test, non si può prevedere se Collab diventerà un’altra freccia all’arco di Facebook o, più probabilmente, sarà integrata su Instagram. Dipenderà dall’accoglienza, dalle impressioni e dal modo d’uso di musicisti e appassionati che la proveranno in anteprima. La speranza a Menlo Park è che non ricalchi la parabola di Lasso, app lanciata a fine 2018 per registrare video di breve durata proprio in lip sync finita presto nel dimenticatoio, anche e soprattutto per porre fine al costante incremento di clip realizzate su TikTok che riempiono le bacheche Facebook di ragazzi e adulti.