Regina Barzilay, professoressa del MIT, è stata premiata con il primo “Squirrel Award for Artificial Intelligence for the Benefit of Humanity”. Dopo essere sopravvissuta a un cancro al seno ha focalizzata la sua ricerca sulle tecniche di deep learning per migliorare lo screening con la mammografia
Non solo Nobel. Con il passare del tempo sono emersi altri riconoscimenti altrettanto importanti, per riconoscere le nuove discipline. Uno dei premi più “nuovi” è quello nato quest’anno per dare visibilità alle applicazioni dell’intelligenza artificiale a beneficio dell’umanità. È assegnato dalla AAAI (Association for the Advancement of Artificial Intelligence) ed ammonta a 1 milione di dollari (grossomodo come il Nobel) grazie alla sponsorizzazione della compagnia per educazione online Squirrel. Motivo per cui prende il nome di Squirrel Award for Artificial Intelligence for the Benefit of Humanity.
Il primo Squirrel Award è andato a Regina Barzilay, professoressa di ingegneria elettronica a informatica presso il MIT e membro del Computer science and artificial intelligence laboratory, per il suo lavoro nell’applicazione dell’Intelligenza artificiale (AI) per la diagnosi precoce dei tumori al seno e per lo sviluppo di nuovi farmaci.
La storia di Regina
Dopo essere sopravvissuta ad un cancro al seno nel 2014, Regina ha focalizzata la sua ricerca nelle applicazioni dell’intelligenza artificiale in medicina cercando di sfruttare le tecniche di deep learning per associare ad ogni mammografia un indice di rischio da utilizzare per decidere la cadenza delle mammografie di controllo successive allo scopo di permettere una diagnosi precoce e diminuire la mortalità del tumore al seno.
Decidere in base al rischio, non l’età
Usando i dati di 90.000 mammografie il sistema è diventato capace di rivelare dettagli minuscoli che sfuggono anche all’osservatore più attento ma che, col tempo, possono evolvere in un cancro. Invece di decidere la cadenza delle mammografie in base all’età, l’idea è di operare in base al rischio. Pensando alla sua esperienza, Regina ha dichiarato che se una tecnica del genere fosse stata disponibile, il suo tumore sarebbe stato diagnosticato due e tre anni prima. Il sistema si è dimostrato molto potente e funziona ugualmente bene per donne di diversa etnia. Questo è un dettaglio molto importante negli Stati Uniti dove le donne nere hanno una probabilità del 40% superiore rispetto a quelle bianche di morire di cancro al seno.
L’impatto positivo dell’AI
Regina riceverà lo Squirrel Award a febbraio e la cerimonia sarà un’occasione per sottolineare quanto possa essere positivo l’impatto dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale per tutta l’umanità. Certo, come in tutti i campi, l’intelligenza artificiale può essere usata allo scopo di controllarci e di orientare le nostre scelte, ma è bello sapere che, grazie a persone come Regina, può evitare sofferenze e salvare molte vite.
Nobel e parità di genere
Intanto un’altra bella notizia quest’anno è arrivata dai più noti Premi Nobel Nobel conferiti dall’Accademia delle Scienze di Stoccolma: per la prima volta dopo oltre un secolo di storia, infatti, c’è stata parità di genere tra i vincitori.
Per capire meglio le scelte del’Accademia, ricordiamo che lo statuto del premio recita “A prize amount may be equally divided between two works, each of which is considered to merit a prize. If a work that is being rewarded has been produced by two or three persons, the prize shall be awarded to them jointly. In no case may a prize amount be divided between more than three persons.”
(Il premio in denaro può essere diviso tra due risultati, ciascuno dei quali sia considerato meritevole del premio. Se un risultato che viene premiato è stato il frutto del lavoro di due o tre persone, il premio deve essere dato congiuntamente. Tuttavia, il premio non può essere diviso tra più di tre persone).
Questo spiega perché i premiati nelle varie discipline possono essere 1,2 o, al massimo, 3 e le ragioni della scelta al massimo due perché si riferiscono a due diversi risultati.
Quattro contro cinque
Tralasciando il Nobel per la pace, che è stato conferito ad una organizzazione umanitaria, se guardiamo i premiati del 2020 per la medicina, la fisica, la chimica e la letteratura, troviamo 5 uomini (3 per la medicina e 2 per la fisica) e 4 donne (1 per la fisica, 2 per la chimica e 1 per la letteratura).
Andrea Ghez è la quarta donna a ricevere il premio Nobel per la Fisica (che è stato conferito a 206 uomini), mentre con Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna le donne premiate per la chimica sono arrivate a 7 contro 178 uomini. Per la cronaca, una signora è stata contata due volte visto che Marie Curie ha ricevuto sia il Nobel per la fisica che quello per la chimica.
© Nobel Media. Ill. Niklas Elmehed
Per il Nobel alla letteratura e quello per la Pace, che vedono spesso un solo premiato/a, i numeri sono migliori con 16 donne e 101 uomini per la letteratura e 17 donne, 89 uomini e 24 organizzazioni internazionali che hanno ricevuto il riconoscimento per la Pace.
Fa veramente piacere vedere quattro volti femminili. Non era mai successo: forse il vento sta cambiando ed il comitato che assegna i premi è diventato più sensibile alle istanze di genere. EVVIVA.
© Nobel Media. Ill. Niklas Elmehed