Stephen Hawking, Bill Gates, Elon Musk. Sono tre nomi che hanno dato un grosso contributo alla crescita tecnologica e che oggi riflettono su automazione e robot: la preoccupazione riguarda occupazione e competizione tra i paesi
Ogni volta che se ne parla si finisce sempre per non trovare una visione unitaria. Sarà perché l’argomento è davvero complesso e soprattutto totalmente nuovo nelle sue caratteristiche e implicazioni. Stiamo parlando dell’impatto dell’intelligenza artificiale e dell’automazione sull’occupazione e sul futuro dell’umanità. Su questo tema si sono espressi importanti personaggi che hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della scienza e della tecnologia. Quincy Larson di Freecodecamp ha messo insieme le affermazioni di Stephen Hawking, Bill Gates e Elon Musk sul tema. Ma l’elenco di opinioni si allunga ogni giorno, dato che il dibattito è molto acceso.
Un disastro o una rivoluzione
Il professor Hawking si basa sui dati per dire la sua: «L’automazione delle aziende ha già decimato posti di lavoro nella manifattura tradizionale e la crescita dell’intelligenza artificiale probabilmente estenderà questa distruzione alle classi medie, facendo sopravvivere solo i ruoli più creativi e di controllo». Il fisico di fama mondiale ha scritto un editoriale per l’Independent nel 2016 nel quale ha definito lo sviluppo dell’intelligenza artificiale come un potenziale disastro per l’umanità a meno che non si intervenga con un adeguato controllo per limitarne i rischi. Hawking ha però precisato: «Con gli strumenti di questa rivoluzione tecnologica, potremmo porre rimedio ad alcuni dei danni fatti all’ambiente naturale dall’ultima rivoluzione, quella industriale. E certamente potremo aspirare a sradicare la malattia e la povertà. Ogni aspetto della nostra vita sarà trasformato».
Bill Gates e la tassa per i robot
In attesa di sapere se questa rivoluzione si riveli una cosa positiva o negativa per il genere umano, Bill Gates ha proposto di porre un argine al fenomeno della dispersione dei posti di lavoro a cui già stiamo assistendo a causa dell’automazione, ricorrendo alla tassazione. Il fondatore di Microsoft ha suggerito di imporre una tassa alle aziende che usano i robot al posto degli umani. In un’intervista a Quartz, Gates ha suggerito che i fondi ricavati da questa misura potrebbero essere usati per puntare sul lavoro al servizio di bambini e anziani difficilmente gestibile dai robot e reintegrare quindi coloro che perdono il loro impiego.
L’intelligenza artificiale e il controllo del mondo
Le esternazioni più convinte sono arrivate, però, da Elon Musk. Il creatore di Tesla è tornato più volte sull’argomento: «Ci saranno sempre meno lavori che un robot non potrà fare meglio di un umano. Queste non sono cose che mi auguro accadranno. Queste sono semplicemente cose che penso accadranno». Musk si è spinto anche oltre nel dibattito richiamando i pericoli internazionali che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale può generare. E l’ha fatto su Twitter commentando un’affermazione fatta dal presidente russo Vladimir Putin il 1 settembre 2017. L’agenzia russa RT ha riportato le parole del leader del Cremlino: «L’intelligenza artificiale è il futuro, non solo per la Russia, ma per tutta l’umanità. Arriva con opportunità enormi, ma anche minacce difficili da prevedere. Chiunque diventi leader in questo settore dominerà il mondo».
Musk risponde a Putin
L’imprenditore statunitense, che con i suoi progetti rivoluzionari ispira gli innovatori di tutto il mondo, il 4 settembre ha scritto su Twitter il suo pensiero riguardo alle parole di Putin. Dopo aver previsto le implicazioni politiche che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale potrebbe generare, Musk dice: «Cina, Russia e presto tutte le nazioni saranno forti nell’informatica. La competizione per la superiorità nell’intelligenza artificiale a livello nazionale potrà causare la terza guerra mondiale». Le ambizioni di Cina e Stati Uniti in questo settore sono notevoli. Pechino ha già annunciato la sua intenzione di diventare leader mondiale entro il 2030.
La petizione per una legge sulle armi con intelligenza artificiale
Intanto Elon Musk e altri 116 leader del settore tecnologico hanno firmato una petizione diretta alle Nazioni Unite per chiedere una legislazione ad hoc per controllare lo sviluppo di armi basate sull’intelligenza artificiale. Si tratterebbe di una rivoluzione nei sistemi di guerra che potrebbe porre anche importanti questioni etiche sulla possibilità di uccidere persone senza il controllo umano.