Una ricerca californiana ha permesso di sperimentare l’efficacia degli ioni di fluoruro, finora non utilizzabili a temperatura ambiente, per una carica davvero prolungata
Ne abbiamo provate molte. Dalle applicazioni per il risparmio energetico alle batterie ricabili da portarsi dietro in borsa o nello zaino soprattutto in caso di lunghe trasferte. Nulla, però, dà più soddisfazione di un cellulare che rimane a lungo sopra il 60 per cento di carica per un tempo sufficientemente lungo da non farci provare il “panico da disconnessione”. La ricerca scientifica è sempre impegnata su questo campo che sembra di secondaria importanza rispetto ad altri studi ha comune una valenza specifica nella nostra vita di tutti i giorni.
La ricerca californiana
La ricerca pubblicata sulla rivista Science ha rivelato la possibilità di realizzare particolari batterie a base di fluoruro in grado di rimanere cariche addirittura due settimane. Se messe a confronto con le batterie attualmente presenti in commercio si tratta di una durata otto volte superiore. Lo studio è stato sostenuto dalla Nasa ed è stato portato a termine dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl), centro di ricerca gestito dall’Istituto di Tecnologia della California (Caltech). Insomma, sembra proprio che l’impulso non sia proprio arrivato dall’industria della telefonia mobile, perché ci sono un’infinità di altri dispositivi che potrebbero avere un’usabilità assolutamente migliore se avessero un’autonomia superiore.
Il funzionamento a temperatura ambiente
Nel team di ricercatori che ha sta studiando le batterie al fluoruro c’è anche Robert Grubbs, vincitore del Premio Nobel per la Chimica nel 2005. Il tentativo di raggiungere un risultato del genere era già stato fatto negli anni ’70 ma l’utilizzo di questa materia prima era possibile solo a temperature molto elevate, il che rendeva non proprio comode queste batterie. La svolta a cui si è arrivati è stata proprio quella di poter lavorare con il fluoruro, lo ione negativo del fluoro, a temperatura ambiente.
Stabili e durature
Per spiegare in maniera semplice il funzionamento di quella che si candida ad essere una batteria rivoluzionaria, Grubbs descrive lo spostamento degli ioni di litio, quelli che si usano nelle attuali batterie, che sono carichi positivamente. Nel caso delle batterie al fluoruro gli ioni sono carichi negativamente. La stabilità delle nuove batterie è assicurata dall’uso di particolari sostanze che permettono le reazioni chimiche necessarie al loro funzionamento. Non rimane, quindi, che aspettare che questa tecnologia arrivi ai nostri cellulari.