RDL, grazie ad una nuova tecnica brevettata, riesce a ricreare la barriera corallina in ceramica attraverso la stampa 3D
Negli ultimi dieci anni le stampanti 3D sono diventate più veloci, meno costose e più accurate. L’imprenditore australiano Alex Goad, allora, ha pensato di sfruttarle per uno scopo ambizioso: ricostruire le barriere coralline. Ha formato il Reef Design Labs (RDL), società senza scopo di lucro, per applicare la flessibilità delle stampe 3D alla ricerca sul restauro dei coralli.
Barriera corallina in 3D
RDL ha denominato la propria tecnica brevettata per la formazione dei coralli stampati in 3D “MARS”: Modular Artificial Reef Structure. Invece di usare acciaio o cemento, substrati già utilizzati per le barriere artificiali, RDL stampa blocchi vuoti di ceramica, che possono essere modellati in forme complesse, i quali vengono poi riempiti di cemento per la stabilità. Dei sub portano questi blocchi sott’acqua e li assemblano, un po’ come fossero dei LEGO, per formare una struttura coesiva e resiliente.
La stampa 3D delle strutture artificiali della barriera corallina potrebbe sembrare una fantasiosa trovata, ma Goad la difende per i diversi vantaggi che offre uno stampo di barriera personalizzato. Il corallo inizia il suo ciclo vitale come una larva alla deriva che cerca un posto non esposto, sicuro da predatori e correnti d’acqua: la stampa 3D può replicare l’intricata struttura delle scogliere esistenti necessarie per favorire la nuova crescita dei coralli.
I materiali e i metodi di installazione per una barriera corallina artificiale devono essere scelti e preparati con cura, altrimenti la struttura potrebbe causare più danni che benefici all’ambiente marino. Il progetto MARS funge da piattaforma per una ricerca mirata sui metodi ottimali di allevamento dei coralli. Le stampe possono essere adattate a specifici esperimenti, ad esempio testando come le diverse tecniche di attacco dei frammenti di corallo influiscono sulla crescita. Tale ricerca può aiutare gli scienziati a capire meglio e ad adattarsi alle minacce affrontate dalle barriere coralline.
Lo sbiancamento dei coralli minaccia le barriere coralline in tutto il mondo
I coralli affrontano una serie di minacce a livello globale: gli scheletri di corallo si dissolvono a causa dell’acidificazione degli oceani, come sta avvenendo alle Maldive. Le calde temperature oceaniche stressano i coralli e li fanno espellere dalle cellule algali che vivono al loro interno, a cui si affidano per produrre energia. La separazione prolungata uccide sia coralli che alghe, lasciando nient’altro che uno scheletro bianco-osseo.
I coralli sono fondamentali per le comunità costiere delle Maldive, non solo perché attraggono pesci (e turisti) e proteggono le coste dalle tempeste e dall’erosione. Le Maldive sono particolarmente vulnerabili all’innalzamento del livello del mare: la vetta più alta della nazione sull’Atollo di Addu sorge a 2,4 metri sul livello del mare. La barriera creata dalla crescita dei coralli funge da muro che attenua l’impatto delle onde, riducendo le inondazioni costanti e l’erosione delle spiagge, di cui sono rimasti pochi preziosi lembi.
La ricerca e gli approcci creativi per il restauro delle barriere coralline sono un barlume di speranza di fronte alle minacce globali che hanno già distrutto gran parte degli ecosistemi corallini del mondo. Gli ecologi hanno identificato alcuni coralli che prosperano nelle acque calde e altri che si uniscono con alghe uniche per resistere alle alte temperature. La flessibilità della stampa 3D, però, non potrà fare molto per aiutare le barriere coralline se le temperature degli oceani continueranno a salire.