Le politiche di apertura del principe Mohammed bin Salman passano anche da un forte investimento sulla tecnologia applicata agli spazi urbani: da Riad all’avveneristico progetto di Neom
Più libertà per le donne. Più libertà per le imprese. Più cultura e più turismo. Ma anche, e soprattutto, la ridefinizione dello spazio urbano. L’Arabia Saudita continua la sua apertura verso il mondo grazie alle riforme del principe Mohammed bin Salman. E, dalla capitale Riad all’avveneristico progetto di Neom, un nuovo polo industriale che sorgerà sul mar Rosso, si appresta a costruire le città del futuro.
Il progetto della città saudita di Neom
Le riforme per le donne
“Solo la morte potrà impedirmi di salire sul trono. Se dovessi arrivare a cinquant’anni sicuramente governerò questo Paese, e solo la morte mi potrà impedire di farlo”. Parola e firma di Mohammed bin Salman in una lunga intervista all’emittente televisiva statunitense Cbs. Il principe ereditario sta riuscendo a cambiare con grande tenacia l’immagine del Paese del Golfo, finora considerato come una inespugnabile rocca dell’Islam più radicale e meno aperto al mondo. Un’immagine che bin Salman sta demolendo rapidamente, con una serie di riforme fondamentali. Innanzitutto, quelle sulle libertà femminili. Dalla possibilità di guidare a quella di assistere o partecipare a eventi sportivi fino alle facilitazioni per l’apertura di imprese private fino a una maggiore elasticità sull’abbigliamento con l’eliminazione dell’obbligo di indossare abiti neri, il ruolo e l’immagine della donna nella società saudita stanno cambiando drasticamente.
L’apertura dell’Arabia Saudita
Allo stesso tempo bin Salman ha dato il via a una serie di misure che hanno come denominatore comune la volontà di una maggiore apertura al mondo, con interventi mirati sulla cultura e sui servizi. In questo senso va letta la riapertura dei cinema delle scorse settimane dopo il divieto in vigore da 35 anni che coinvolgeva tutte le sale del Paese. L’Arabia Saudita sogna ora di diventare un grande hub turistico. Per riuscirci ha introdotto una serie di facilitazioni nella richiesta dei visti turistici, che fino a qualche mese fa erano riservati solamente ai pellegrini musulmani che si recavano in visita alla Mecca. Ma questo non basta. Bin Salman vuole riuscire anche ad attrarre risorse e talenti dall’estero, occidente compreso. E per riuscirci si è posto l’obiettivo di mutare profondamente gli spazi urbani delle città saudite, che nei suoi piani dovranno diventare cosmopolite e, soprattutto, all’avanguardia sotto il profilo innovativo e tecnologico.
Riad punta sul tech
Per decenni l’Arabia Saudita ha poggiato tutta la sua economia sullo sfruttamento dei giacimenti di petrolio, accumulando ricchezza anche grazie ai buoni rapporti con gli Stati Uniti. Ora il contesto geopolitico è mutato. Gli Usa hanno perso influenza e interesse nella regione, Russia e soprattutto Cina aumentano il loro peso politico ed economico, l’Iran allunga i suoi tentacoli verso il Mediterraneo sfruttando il caos siriano.
I sauditi hanno capito che devono cambiare marcia per restare leader economici della regione, rendendo allo stesso tempo la propria immagine più benevola. E soprattutto più moderna. L’innovazione occupa un posto d’onore nel piano programmatico Saudi Arabia Vision 2030. Per questo il settore tecnologico rappresenta un punto fondamentale nel progetto generale di Riad. Alle startup saudite viene concessa sempre maggiore libertà di azione anche attraverso incentivi economici. E anche i big del tech globale iniziano a guardare con interesse verso il Golfo. Nelle scorse settimane sono per esempio iniziate le trattative tra Alphabet e Aramco, la maggiore compagnia nazionale (e mondiale) di idrocarburi, per creare un nuovo hub tecnologico sul territorio saudita, probabilmente proprio nei pressi della capitale Riad. Alphabet e Aramco dovrebbero creare una joint venture che porterebbe alla creazione di centri data sparsi nel regno. E anche Amazon pare interessata a investire nel Paese con Jeff Bezos che sarebbe pronto a staccare un assegno da un miliardo di dollari per aprire tre centri nel Paese.
Il sogno utopistico di Neom
Il fiore all’occhiello della rivoluzione tecnologica desiderata da bin Salman è Neom. Così si chiamerà infatti la città industriale iper tecnologica che si sta costruendo sul mar Rosso. Si tratta di un progetto da 500 miliardi di dollari, il più costoso e il più ambizioso nell’intero panorama di ammodernamento saudita.
Nelle intenzioni del principe ereditario, Neom dovrà incarnare in tutto e per tutto la perfetta città del futuro. Sarà infatti alimentata interamente da fonti rinnovabili, la connessione internet sarà libera e ultra veloce in tutte le zone della città, i trasporti sfrutteranno la tecnologia driverless con mezzi a guida autonoma. Niente traffico, smart mobility, connettività, droni, rispetto dell’ambiente, sicurezza attraverso un sofisticato sistema basato su big data, intelligenza artificiale e riconoscimento facciale. E ovviamente attrattività globale, con hub tecnologici e industriali incastonati in una zona franca, ma anche ampio spazio per intrattenimento e vita sociale. Il tutto in un’area 33 volte più grande di New York.
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