Una startup palermitana con l’ambizione di stampare una barca a vela in 3D e farle attraversare l’oceano Atlantico. Il progetto ideato da Francesco Belvisi, Daniele Cevola e Mariga Perlongo ha come obiettivo le qualificazione per la solitaria Mini Transat 2019
L’obiettivo è varare un Mini 6.50 tra ottobre e novembre: la prima barca al mondo stampata in 3D. A costi nettamente inferiori. Per intenderci: se un timone tradizionale costa 5 mila euro, uno stampato in 3D ne costa all’incirca 500. A bordo ci sarà lo skipper romano Alessandro Torresani, 25 anni, che parteciperà alle qualificazioni per la Mini Transat 2019, la regata atlantica che si svolge ogni due anni da La Rochelle alla Martinica, con tappa alle isole Canarie. Si tratta di 4mila miglia in solitaria: da concludere entro l’ottobre 2019, su barche della lunghezza di sei metri e mezzo.
Ocore: organic core
Si tratta della prima imbarcazione al mondo prodotta da un robot in 3D printing, attraverso cui Ocore intende dimostrare le potenzialità della tecnologia che consente la realizzazione di un progetto così ambizioso.
“Un nostro grande punto di forza è quello di riuscire a realizzare strutture complesse, leggere e molto resistenti, grazie anche all’algoritmo che ci supporta nella strategia di deposizione del materiale. Questo tipo di innovazione permette di produrre grandi oggetti strutturalmente ottimizzati nelle geometrie e leggeri, perfetti per la nautica ad alte performance” ha dichiarato Francesco Belvisi, ingegnere di Pantelleria uno dei tre ideatori della sfida tecnologica.
“Il vantaggio del 3D printing è anche quello di abbattere i tempi di produzione (70%) rispetto alla costruzione tradizionale” aggiunge Daniele Cevola, altro elemento del trio fondatore di Ocore, tutti siciliani tra i 36 e i 43 anni: la società di yacht design che ha ideato e sta realizzando quello che sarà un primato sul mare. La prima barca al mondo stampata in 3D sarà varata infatti tra ottobre e novembre.
Ma è solo l’inizio
La tecnologia Ocore può trovare ampie applicazioni anche al di fuori della nautica e infatti, precisa Daniele Cevola (architetto navale palermitano): “Il Mini 6.50 ha principalmente finalità strategiche di marketing: per promuovere ciò che di innovativo possiamo realizzare, con la nostra tecnologia, non solo nel settore della nautica ma in tutti quelli in cui siano richiesti leggerezza e massima prestazione”. E poi, ancora: “Vogliamo stampare il nostro mini 6.50 e farlo partecipare alla regata transoceanica. Sarà la prima imbarcazione al mondo realizzata in questo modo a partecipare alla Mini Transat. Ocore sta per organic core, anima organica: il cuore del nostro progetto che può essere applicato in tanti settori oltre a quello nautico, per la creazione di oggetti di grandi dimensioni, leggeri e ad alte prestazioni”.
Già diverse multinazionali hanno deciso di sponsorizzare e supportare il progetto, credendo nella “operazione Ocore”: il gruppo tedesco Lehvoss in particolare ha partecipato allo sviluppo di nuovi materiali, mentre Autodesk ha fornito software di progettazione. “Il Mini 6.50 che timonerà Alessandro avrà il guidone del Circolo della Vela Sicilia, già impegnato con Luna Rossa nella prossima coppa America” spiega sempre Cevola, che poi chiosa: “La nostra startup a dicembre del 2017 ha vinto il Premio Nazionale per l’Innovazione sia nella sezione industrial. Il nostro obiettivo è la realizzazione di grandi oggetti con strutture leggere e performanti con la stampa 3D”.
Lo skipper della 999
Al timone lo skipper Alessandro Torresani: “È una rivoluzione tecnologica. Il futuro” ci dice. 25 anni, romano, studi in Ingegneria navale e alle spalle regate oceaniche come il Mini-Fastnet e il Map, ma anche trasferimenti e preparazione per Giancarlo Pedote e Giovanni Soldini, una produzione di accessori in tessile per la vela in Estonia. Sarà lui a timonare la prima barca (con il numero 999) stampata in 3D sull’oceano nella Mini Transat 2019. “Questa barca è il futuro, il frutto di una rivoluzione tecnologica” dice Alessandro, che da gennaio si stabilirà a Palermo per seguire la messa a punto di “999”.