«Finora essere in due posti contemporaneamente era prerogativa solo dei santi», ha scherzato il divulgatore scientifico, trasmesso via 5G
Sono davvero tante le esperienze vissute da Piero Angela, tutte incredibili e raccontate in modo divertente e dettagliato nel libro autobiografico Il mio lungo viaggio. Al divulgatore RAI, però, mancava ancora quella di essere smaterializzato per apparire, sotto forma di ologramma, circa 600 chilometri più a Nord, a Milano.
L’ologramma di Piero Angela
«Finora essere in due posti contemporaneamente era prerogativa solo dei santi», ha scherzato il divulgatore scientifico, apparendo, camicia blu, pantaloni bianchi, adagiato su una poltrona rossa anch’essa virtuale, a Milano al centro del palco del Tempo delle Donne, rassegna culturale organizzata dal Corriere della Sera. Qui il suo intervento.
© Corriere della Sera
Leggi anche: Beyond Blue, il doc-videogame della BBC che piacerebbe al conduttore di SuperQuark
Si è intrattenuto con gli ospiti e ha interloquito con il pubblico presente in sala, ma Piero Angela in realtà era a Roma. Quello comparso a Milano era intatti il suo ologramma tridimensionale teletrasportato in tempo reale con la tecnologia 5G di Vodafone. «Queste nuove tecnologie stanno aprendo un futuro inimmaginabile. O forse era quello che da ragazzi si immaginava essere il 2000 e che si sta veramente realizzando», ha detto il divulgatore apparendo alla Triennale di Milano.
© Corriere della Sera
È stata l’occasione per mettere alla prova l’innovativa tecnologia 5G: bassissima latenza e banda ultra larga hanno infatti garantito, afferma Vodafone che ha curato il profilo tecnico dello show, la contemporaneità delle interazioni, l’alta qualità audio-video e il trasferimento ultrarapido dei flussi video in alta definizione fra Roma e Milano. Tanti i temi toccati da Piero Angela, che però si è voluto soffermare soprattutto sulla riapertura delle scuole, in questa intensa giornata di vigilia. «La scuola non rappresenta solo il futuro di un Paese ma ne è lo specchio», ha detto il giornalista che, in 91 anni, si è meritato 12 lauree ad honorem e la Medaglia d’Oro per la Cultura della Repubblica italiana. «Se porto il cervello di mio figlio a scuola, quando vado a ritirarlo dopo diversi anni mi aspetto che sia stato allenato a dovere. Preparato al mondo esterno. Ed è proprio quello che manca alla scuola italiana di oggi».