I mostri Nintendo tornano al cinema, ma questa volta in una pellicola con attori in carne e ossa, forti di un aspetto incredibilmente adulto che non mancherà di fare discutere i fan
Da quanto sono stati inventati, nell’ormai lontano 1996, dall’artista nipponico Satoshi Tajiri, i Pokémon, i mostriciattoli tascabili che hanno permesso – inutile nasconderlo – a Nintendo di superare le fasi finanziarie più nere della propria esistenza con incassi record, li abbiamo visti in tutte le salse e in tutte le grafiche. Nessuno però poteva aspettarsi una caratterizzazione tanto “adulta”, frutto della necessità di riprendere lo stile sui generis di un gioco spin off uscito su Nintendo 3DS (Detective Pikachu, appunto) che conferisce agli eroi protagonisti di mille avventure per bambini un aspetto a dir poco inusuale.
Le stranezze di Detective Pikachu
Pokémon – Detective Pikachu arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 9 maggio 2019 e, dopo decine e decine di pellicole dedicate ai coloratissimi mostri e ai loro allenatori tratti dalla serie animata (Ash Ketchum e poppante compagnia), sarà il primo film della saga in computer grafica, con l’apporto di attori in carne e ossa. Nel cast di Pokémon – Detective Pikachu figurano nomi di tutto rispetto, tra cui: Justice Smith (Jurassic World: Il Regno Perduto) nel ruolo del protagonista, Tim, Kathryn Newton (Bit Little Lies) nel ruolo di Lucy e il candidato Oscar, Ken Watanabe (L’Ultimo Samurai) nei panni del Tenente Yoshida.
Cosa sappiamo del film Detective Pikachu?
Quanto alla trama, la storia inizia quando il detective privato Harry Goodman, impegnato in un caso più grande di lui, scompare misteriosamente, costringendo il figlio di 21 anni, Tim, ad attivarsi per scoprire cosa sia successo. Ad aiutarlo nelle indagini l’ex compagno Pokémon di Harry, Detective Pikachu: un adorabile, esilarante e saggio super-investigatore dal passato misterioso. Ma l’aspetto peculiare è che, per qualche strana ragione, Tim e Pikachu sono in grado di comprendersi a vicenda.
I due uniscono le loro forze in un’avventura “elettrizzante” per svelare il mistero dietro la scomparsa del padre di Tim. Si trovano così ad inseguire gli indizi lungo le strade illuminate al neon di Ryme City, una moderna, sgangherata, sporca e disordinata metropoli dove umani e Pokémon vivono fianco a fianco in un iperrealistico universo parallelo.
Qui incontreranno e interrogheranno una serie di Pokémon e, indagine dopo indagine, arriveranno a scoprire una pista che li porterà a una macchinazione ordita nell’ombra che minaccia di distruggere la coesistenza pacifica tra Pokémon e umani.
Come è possibile notare nel trailer distribuito soltanto poche ore fa ma già visualizzato milioni di volte, a stonare rispetto ai titoli per console Nintendo e agli anime tradizionali non è solo l’aspetto dei Pokémon, ma anche l’ambientazione – cupa e urbana, che rimanda forse a Blade Runner, forse (si spera di no) al film Super Mario Bros. – e soprattutto l’umorismo, meno demenziale e infantile ma capace di strappare una risata soprattutto a un pubblico più adulto e smaliziato.
Caratteri, questi, che non mancheranno di sollevare perplessità e discussioni tra gli allenatori di Pokémon che stanno attendendo con ansia proprio in questi giorni l’uscita di Pokémon Let’s Go, Pikachu! e Pokémon Let’s Go, Eevee! in arrivo su Nintendo Switch il prossimo 16 novembre.