Fondata nel 2014 da quattro ragazzi, l’azienda vuole cambiare il mercato dei gruppi d’acquisto online, con una parola d’ordine: semplicità
Il social network dei coupon: è una definizione che si addice bene a Spiiky, la piattaforma di couponing online creata nel 2014 da quattro giovani modenesi. E che ha un obiettivo ambizioso, secondo il responsabile marketing Matteo Venturelli, uno dei soci fondatori assieme a Simone Barbolini, Marcello Maletti e Matteo Manelli: “Cambiare il modo in cui funziona questo mercato, dando un servizio migliore sia alle aziende che agli utenti”.
Semplicità al centro
Il fulcro dell’approccio innovativo di Spiiky è la facilità d’uso, sia per gli utenti che per le aziende affiliate. I clienti, una volta registrati sul sito (e/ sull’app), devono soltanto scaricare i buoni sconto, senza comprarli in anticipo con la carta di credito: il servizio verrà pagato direttamente agli esercenti una volta fruito. Le aziende, invece, non devono firmare contratti o sostenere il costo di un abbonamento annuale: alla fine di ogni mese, pagano a Spiiky una commissione del 10 per cento su quanto hanno incassato grazie alle promozioni legate ai buoni sconto. Inoltre, aggiunge Venturelli, “possono pubblicare sulla piattaforma le loro offerte da sole, allo stesso modo in cui si crea un evento su Facebook. Le ditte possono creare e gestire il proprio profilo in completa autonomia. Non ci sono passaggi intermedi come accade con altri siti di couponing: una volta caricata, la promozione è visibile immediatamente a tutti”.
L’idea di introdurre un paradigma diverso nel modo in cui funzionano i gruppi d’acquisto online risale a quattro anni fa, racconta Venturelli. “È nato tutto da una serata a cena fuori: avevamo utilizzato un coupon comprato su un famoso sito, ma non abbiamo avuto un buon trattamento. Ne abbiamo parlato con l’esercente, che ci ha spiegato alcuni problemi con cui si scontrava nella gestione del servizio, e allora abbiamo capito che c’era la possibilità di creare un modello che accontentasse di più sia il cliente che l’azienda”.
Una rete di ottomila partner
È stata proprio la diffidenza nei confronti dei gruppi d’acquisto la difficoltà più grande dei primi tempi di Spiiky: il sistema poco elastico delle piattaforme già attive, continua Venturelli, “aveva un po’ scottato le aziende, mentre gli utenti spesso – come era capitato a noi – si sentivano trattati come clienti ‘di serie b’, perché avevano pagato in anticipo il coupon. Il nostro primo passo, quindi, è stato andare di persona da commercianti e imprenditori di Modena e dintorni, e ottenere la loro fiducia. Il nostro primo affiliato è stato un cinema: da lì abbiamo iniziato a costruire la nostra rete”, che oggi comprende ottomila società partner in tutt’Italia, e più di 300 mila utenti registrati.
In questi quattro anni, il portale è diventato una vetrina per aziende di tutte le dimensioni: a quelle più grandi, dice sempre Venturelli, “conviene lavorare con noi vista la bassa commissione che chiediamo, e perciò praticamente tutte o quasi le offerte che ci sono sui siti concorrenti le proponiamo anche noi”. In più, però, Spiiky “è un social network destinato anche alle realtà più piccole, che non possono permettersi di fornire, ad esempio, un minimo di mille buoni per un servizio”.
Lo sbarco a Milano
Quest’ultimo aspetto ha due ricadute positive: innanzitutto, la soddisfazione dei partner, dimostrata dal fatto che “l’88 per cento delle offerte create, alla loro scadenza vengono rinnovate”. E poi, la soddisfazione e la fedeltà degli utenti: “Gli altri gruppi di acquisto – ragiona Venturelli – oggi sono sempre più usati come un luogo in cui acquistare esperienze ‘speciali’, ad esempio la cena al ristorante stellato o il weekend di vacanza esclusivo. Su Spiiky invece si trova anche il cinema oppure il forno vicino casa, perciò capita che i clienti ci usino anche più volte a settimana. E poi c’è il principio che ci aveva spinto all’inizio, ovvero ricreare un rapporto tra acquirenti ed esercenti: un servizio che si paga dopo averlo utilizzato, molto spesso è migliore”.
Nel 2017, Spiiky – che ha sede a Modena e in cui lavorano una dozzina di persone – ha generato un giro d’affari di poco meno di 4 milioni di euro, mentre il fatturato della società è stato di quasi 400 mila euro. Grazie a un recente finanziamento da 900 mila euro da parte di quattro business angels del modenese, da gennaio la società ha aperto un ufficio commerciale a Milano. “Abbiamo offerte in tutto il paese, ma ovviamente la zona in cui siamo più forti è quella in cui siamo partiti, l’Emilia Romagna”, conclude Venturelli: “L’obiettivo per il 2018 è installare in modo più compiuto il nostro modello a Milano, cercando di avvicinare le metriche che abbiamo in Emilia. E se l’esperimento andrà bene, come speriamo, poi apriremo anche in altre città”.