Via libera dal consiglio comunale losangelino per un’area portuale malfamata dove SpaceX costruirà i componenti per la nave che dovrebbe portarci su Marte
Adesso Starship ha una sua “casa”. Sarà al porto di Los Angeles, in un’area abbandonata da riqualificare. L’impianto dove verrà costruito l’enorme mezzo targato SpaceX verrà realizzato in un terreno identificato e acquistato dal gruppo di Elon Musk un paio di anni fa. Ora il consiglio comunale di L.A. ha concesso il via libera definitivo con voto unanime di 12 rappresentanti a zero, consentendo alla squadra del vulcanico imprenditore e miliardario di iniziare i lavori. E sviluppare i componenti del razzo-nave spaziale che potrebbe un giorno portarci su Marte. O prima, come tappa intermedia, sulla Luna.
In attesa di Crew Dragon 2
Mentre siamo in attesa del primo lancio con equipaggio umano – due astronauti statunitensi, per la prima volta da molti anni – della capsula Crew Dragon 2, partono dunque i lavori verso una prospettiva ancora più lunga e ambiziosa. Nonostante le numerose previsioni non sempre azzeccatissime del patron e fondatore anche di Tesla, fra le mille iniziative imprenditoriali e finanziarie e non pochi problemi di comunicazione.
L’affitto costerà 1,7 milioni di dollari l’anno e aumenterà su base annuale. Nel giro di vent’anni, SpaceX pagherà qualcosa come 52,8 milioni per il solo terreno, anche se godrà di una serie di provvedimenti per scaricarne buona parte dal momento che effettuerà dei miglioramenti alla proprietà. Fino a oggi Starship, che si è visto diverse volte nei mesi scorsi, è stato prodotto negli stabilimenti di Boca Chica, Texas, e in Florida. Ma la nuova fabbrica darà ulteriore impulso sia per la vicinanza col quartier generale del gruppo, poco fuori l’aeroporto internazionale di Los Angeles, che per altri importanti fattori logistici come ovviamente l’accesso al mare e dunque la possibilità di trasferire i componenti appena sfornati via nave verso i siti di test o lancio.
Uno spazioporto? Non proprio
L’accordo prevede fra l’altro la possibilità di estendere il leasing dagli attuali 50mila metri quadrati fino a quasi 80mila. Secondo il consigliere Joe Buscaino, il cui distretto di rappresentanza include anche il porto, “è strano che nel 2020 ci stiamo preparando a spedire persone su Marte e tutto questo accade nel nostro cortile di casa. Stiamo diventando uno spazioporto”. Definizione affascinante ma scorretta, quella del politico losangelino, visto che dal porto di L.A. non decollerà alcunché ma, appunto, verranno solo prodotti e assemblati i pezzi di Starship, senza dimenticare ricerca e design. Secondo le sempre rosee previsioni di Musk, il primo volo di test potrebbe avvenire già entro la fine dell’anno.
Il complesso comprenderà diversi edifici in cui sarà concentrata la produzione (ma anche in una grossa tensostruttura sotto la quale i lavori inizieranno nel giro di tre mesi) e, come si spiegava, recupererà di fatto una zona portuale malfamata con “una storia di abbandono e vandalismo” dove ora ci sarà il potenziale per “creare 130 posti di lavoro nel settore aerospaziale”.