La lega americana di football è la prima ad aver ottenuto il permesso dalla FAA per usare i droni. Realizzeranno i film per raccontare la stagione e i servizi per eventi come il SuperBowl. Ci sono ancora delle forti limitazioni ma è un significativo passo in avanti verso il futuro.
La Federal Aviation Administration ha accettato la richiesta della NFL di usare i droni per alcuni tipi di servizi e riprese. È una notizia più grande di quello che a prima vista può sembrare, perché segna l’introduzione di queste tecnologie all’interno delle grandi leghe sportive. Il football americano, sport amatissimo al di là dell’oceano, è la prima ad aver ottenuto un permesso di questo tipo. Un precedente che potrebbe dar vita ad un processo a catena e in grado di coinvolgere anche le associazioni sorelle come la MLB.
I droni aiuteranno a girare film e servizi
L’interesse principale nasce in virtù della volontà della NFL di raccontare, attraverso film, momenti particolarmente importanti della stagione. Ma anche per creare servizi e “speciali” per alcuni eventi organizzati dalla Lega, come ad esempio il SuperBowl e farne strumento di uno storytelling efficace a costi assai limitati.
Per completare questi video è necessario spesso effettuare delle riprese aeree e, in questo caso, i droni si rivelano essere molto più economici di altre soluzioni fin qui adottate (come gli aircraft). I velivoli in questione dovranno avere delle caratteristiche precise: non potranno pesare oltre i 25 chilogrammi e non potranno mai alzarsi sopra una quota pari a 122 metri. Dovranno perciò rimanere sempre sotto l’occhio vigile dell’operatore incaricato di manovrarli.
Sorvolare solo stadi vuoti
Rimane intatto però l’ostacolo più grande: i droni possono essere usati solo quando gli stadi sono vuoti e nei giorni in cui non sono previsti dei match. Questo per tutelare la sicurezza dei tifosi e degli addetti ai lavori. Almeno fino a che non si riuscirà a trovare un modo prevenire incidenti e garantire che questi velivoli senza pilota non piombino improvvisamente sulla folla o sui giocatori.
Solo qualche mese fa, infatti, un drone ha interrotto una partita di Flavia Pennetta agli US Open (uno dei primi match della splendida cavalcata verso il titolo della tennista pugliese) cascando tra gli spettatori e facendo aprire un’inchiesta interna.
Si tratta, in ogni caso, di un primo piccolo passo in avanti per celebrare ancor più il matrimonio tra queste tecnologie e le grandi associazioni sportive professionistiche. Un piccolo assaggio di quello che in futuro diventerà piena normalità.