Sono Avi Schiffmann e Marco Burstein
Lo abbiamo visto nei primi tragici mesi della pandemia: anche chi non è coinvolto da vicino in un dramma può rendersi utile e dare un contributo concreto per i meno fortunati. Lo stesso sta accadendo con l’emergenza rifugiati che si allontanano in massa dall’Ucraina, in fuga dal loro paese in guerra. Ukraine Take Shelter è il sito lanciato da due studenti di Harvard, Avi Schiffmann (19 anni) e Marco Burstein (18 anni), per organizzare l’accoglienza dal basso e permettere, a chi ne ha il desiderio, di mettere a disposizione un letto e una casa. “UkraineTakeShelter.com – si legge sul sito – è una piattaforma indipendente che mette in contatto rifugiati ucraini con volontari disposti ad ospitarli. Questo sito è una bacheca pubblica. Incoraggiamo chiunque abbia modo di offrire ospitalità a pubblicare un annuncio e a indicare non appena l’offerta è stata accettata”. La loro storia è stata raccontata anche dal magazine ufficiale di Harvard.
Sono milioni gli ucraini, tra donne, uomini e bambini, che si stanno spostando verso l’Unione Europea e che in parte hanno già trovato un luogo sicuro dove attendere i prossimi sviluppi della guerra. A un mese dall’invasione del paese da parte dell’esercito di Putin, la situazione sul campo è ancora complessa, con diverse città prese d’assedio e una resistenza che, pur tra mille difficoltà, non vuole cedere ai carri armati di Mosca. Alla CNN, che lo ha intervistato, Avi Schiffmann ha raccontato la propria storia: non è la prima volta che sceglie di programmare un software per dare una mano. L’ha fatto durante l’emergenza Covid 19, realizzando un sito per offrire un quadro globale sull’andamento della pandemia, e poi con una piattaforma che fotografasse tutte le manifestazioni in corso del movimento Black Lives Matters.
Online da inizio marzo, dopo solo una settimana Ukraine Take Shelter aveva collezionato offerte di alloggio da parte di 4mila persone in giro per il mondo. Per diventare host di questo Airbnb solidale rivolto ai profughi ucraini basta andare sul sito e proporsi. “Abbiamo creato questo sito affinché i profughi possano entrare in contatto con potenziali host il più rapidamente possibile”, spiegano i fondatori del progetto. Al momento ci sono già diversi annunci pubblicati da utenti italiani, che mettono a disposizione le proprie case per chi scappa dall’Ucraina. Resta da capire come tutto questo possa essere organizzato a livello generale, con una regia che, ovviamente, non può essere demandata alla generosità e alle disponibilità dei singoli.