Waymo ha tempo fino all’11 giugno per rispondere nel merito, spiegando le ragioni di una serie di incidenti provocati dai suoi taxi a guida autonoma in servizio in due città degli Stati Uniti. La National Highway Traffic Safety Administration ha infatti aperto un’indagine riguardo alla sussidiaria del Gruppo Alphabet, citando nove nuovi sinistri che si aggiungono ad altri denunciati in passato. La tecnologia delle self driving car continua a vivere un momento difficile, soprattutto con i regolatori.
Dalla crisi di Cruise a oggi: tempi duri per la guida autonoma
Waymo era rimasta finora meno coinvolta rispetto ai competitor. Nell’autunno 2023 è partita la crisi di Cruise, società controllata da General Motors, che si è vista ritirare la licenza di circolazione a San Francisco dopo un incidente che ha coinvolto un pedone (le autorità segnalavano una non piena collaborazione da parte dell’aziende nel fornire filmati e risposte chiare sull’accaduto).
Poi, più di recente, è stata la volta di Zoox, startup acquisita dal colosso Amazon nel 2020 per oltre 1 miliardo di dollari: anche in questo caso indagine aperta da parte della National Highway Traffic Safety Administration per alcuni incidenti sospetti.
Perché Waymo è sotto indagine?
Finora la sussidiaria di Google sembrava navigare col vento in poppa, tra Phoenix e San Francisco. I nove incidenti segnalati, che vanno ad aggiungersi a quelli che hanno spinto le autorità ad aprire l’indagine, non riguardano fortunatamente persone: si tratta tuttavia di manovre potenzialmente pericolose, di urti o frontali con macchine, cancelli e pali.
C’è poi il capitolo Tesla: il patron della multinazionale Musk ha ripetutamente annunciato in passato l’imminente arrivo dei suoi robotaxi, ma per il momento ancora nulla. Circolano immagini degli interni e rumor suggeriscono che per uscire dalla flop era – così l’hanno battezzata gli esperti – la società punterà molto sulla Cina, anche per accelerare sul fronte dell’automazione.