Dal 20 settembre, app sospesa sul territorio statunitense insieme a WeChat
Tante le novità intorno al controverso destino di TikTok, almeno negli Stati Uniti. Anche se è bene ricordare che la sorte delle operazioni nordamericane dell’app più amata dai ragazzi non potrà non influenzare anche il resto delle attività, per esempio quelle europee.
TikTok: a che punto siamo
La prima, e più importante, è che l’accordo con Oracle sembra aver fatti ottimi progressi. Una fonte ha infatti rivelato a Cnn Business che le autorità statunitensi avrebbero sostanzialmente approvato il patto fra la piattaforma cinese controllata da ByeDance e il colosso del cloud di Larry Ellison. Se arrivasse il via libera definitivo, ByteDance continuerebbe a controllare la maggioranza della società che ne nascerebbe, con buona pace di Trump, e che dunque avrebbe origine – secondo indiscrezioni dei giorni scorsi – da una “partnership tecnica”. Oracle ospiterebbe cioè i dati degli utenti sui suoi server e si occuperebbe della sicurezza mentre l’app manterrebbe ovviamente il quartier generale negli Stati Uniti, dove già si trova quello che sovrintende alle operazioni in giro per il mondo.
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Secondo l’accordo, il governo americano dovrebbe approvare i componenti del consiglio di amministrazione, di cui dovrebbe fare parte anche un esperto in data security che sarebbe a sua volta anche a capo di un comitato composto da cittadini americani. La nuova società dovrebbe quotarsi in Borsa entro un anno. Fra gli investitori di minoranza e partner per l’e-commerce dovrebbe figurare anche il gigante della gdo Walmart, che già si era affiancato a Microsoft settimane fa, con un posto nel cda.
Nel frattempo, secondo l’ordine esecutivo approvato da Donald Trump lo scorso 6 ottobre, da domenica prossima, 20 settembre, l’app non dovrebbe più essere scaricabile negli Stati Uniti (anche se chi i dipendenti locali non dovrebbero avere problemi di sorta). Per cui i margini sono sempre più stretti. Anche sui nomi, sembrano esserci novità dopo le dimissioni dell’ex Disney Kevin Mayer: nelle scorse ore il New York Times ha fatto quello del 36enne Kevin Systrom, fondatore di Instagram defenestrato da Mark Zuckerberg insieme all’altro fondatore, Mike Krieger, un paio di anni fa. Si vedrà, l’ipotesi sembra essersi sgonfiata col tempo.
L’ultima parola spetterà comunque a Donald Trump (oltre che, secondo TikTok, alle leggi cinesi che proibiscono l’esportazione di tecnologie e algoritmi strategiche di analisi dei dati), che con una serie di decisioni senza precedenti ha prodotto, in nome della “sicurezza nazionale”, questa complicata situazione. Dunque nel frattempo, mentre la transazione si conclude, il dipartimento del Commercio si è allineato alle prescrizioni dell’ordine esecutivo, anzi degli ordini esecutivi visto che uno analogo colpiva ad agosto anche WeChat, e ha emesso un proprio provvedimento che “impedisce a chi si trova negli Usa di scaricare le app di messaggistica TikTok e WeChat di proprietà dei gruppi cinesi Tencent e ByteDance a partire dal 20 settembre”. Nella nota ufficiale del Dipartimento, guidato da Wilbur Ross, si sottolinea che i divieti “proteggono gli utenti negli Stati Uniti eliminando l’accesso a queste applicazioni e riducendo notevolmente la loro funzionalità“. Un quadro destinato dunque a sbloccarsi non appena l’accordo con Oracle sarà perfezionato: c’è tempo fino al 12 novembre.