Successo, empatia, rete di supporto e confort zone: basta una chiacchierata con Marilù Fiore per costruire le giuste connessioni e riflettere sugli obiettivi delle nuove generazioni di imprenditori.
A questa categoria lei appartiene a pieno titolo, non solo per curriculum ma anche per un approccio professionale che l’ha spinta ad uscire per un po’ dal contesto aziendale famigliare, per tornarci più consapevole di prima. Marketing manager di Citymoda, Marilù Fiore è la seconda generazione della storica insegna pugliese nata dall’idea di Giancarlo Fiore, diventata oggi una cittadella diffusa della moda, anche oltre i confini regionali. Ma è parlando con lei, una “figlia di”, che i pezzi si rimettono in ordine ben oltre le etichette della facile opportunità famigliare.
«Da sempre io sono una fervida sostenitrice dei percorsi personali e non lineari, perché credo che abbracciare l’insuccesso e uscire dal recinto di ciò che si conosce bene sia molto utile per mettere a fuoco un concetto tanto personale come quello del successo professionale» ci spiega.
«Mi sono laureata in Marketing e Comunicazione d’azienda a Bari, ma ho voluto e dovuto spingermi oltre e toccare con mano esperienze manageriali e più stem. L’ho fatto a Milano, dove ho vissuto esperienze che mi hanno fatto crescere e capire quante logiche, dubbi e debolezze ci siano dietro agli obiettivi tangibili, aspetti di cui si parla forse troppo poco. Ne ho fatto tesoro prima di tornare in Puglia e fare ciò che faccio oggi, con uno sguardo diverso. Le nuove generazioni hanno bisogno di capire cosa ci sta dietro, per individuare i veri role model di cui abbiamo tanto bisogno».
«La seconda generazione di imprenditori abbia fiducia nella rete tra pubblico e privato»: l’esperienza a Confindustria
Oggi Marilù Fiore è anche Vice presidente Giovani Imprenditori Confindustria Puglia e membro del Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Bari, ed è anche a questo titolo che il prossimo 18 marzo a Bari la sua sarà una delle voci di “Fare impresa”, uno dei panel del secondo appuntamento pugliese di Unstoppable Women. E’ inevitabile parlare quindi di competenze e di come le cose siano cambiate rispetto alle generazioni precedenti. «Mio padre ha costruito un’azienda con un ottimo approccio commerciale, da buon venditore, questa era la sua strategia». Con pochi ma efficaci ingredienti. E oggi?
«Oggi le soft skill, spesso più nascoste, hanno moltissimo peso, e sono tanti gli aspetti che devono essere considerati. Avere una buona rete di supporto, un approccio etico, essere capaci di empatia, ad esempio. Non pensiamo alla paura dell’intelligenza artificiale, pensiamo alle vere sfide aperte dall’intelligenza umana».

Essere la seconda generazione di un’azienda la fa camminare costantemente su un filo sottile, oscillando tra ciò che è tradizione e ciò che è innovazione, due termini accostati sempre più spesso che nascondono anche una forte sensazione di responsabilità di ciò che si ha tra le mani. «Il passaggio generazionale è impegnativo, impone di uscire da una confort zone tenendo saldi i valori di partenza. Ma ho capito che l’ingrediente chiave è la rete di supporto, quella che fa da ponte tra pubblico e privato, tra imprenditori e Università».
È in questa rete, che lei conosce da un doppio e prezioso punto di vista, che ritrova anche quella voglia di “riscatto” tipica di chi appartiene e ritorna al sud, in una Puglia che sta cambiando. Il segnale arriva anche dai numerosi tavoli aperti tra Confindustria e Regione e grazie a protocolli aperti con il mondo della formazione universitaria, là dove domanda e offerta possono incontrarsi davvero. «La classe imprenditoriale ha il bisogno e il dovere di far comprendere di essere terra di talenti e di attrazione: sono orgogliosa di vedere come la Puglia ambisca e abbia le carte in regola per diventare un hub».
Marilù Fiore, ideatrice dei Pink Talk pugliesi, tra le voci di Unstoppable Women
Marilù Fiore è anche l’ideatrice del Pink Talk, evento promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria Bari BAT dedicato all’imprenditoria femminile «Per questo essere invitata a parlare sul palco di Unstoppable Women e StartupItalia è un onore grandissimo, che mi fa capire di essere sulla strada giusta. E lo è anche la Puglia, una delle regioni con il tasso di crescita dell’imprenditoria femminile più alto in Italia, anche nel mondo tech e startup innovative. Un risultato che è frutto di connessioni solide. Un lavoro di squadra che funziona: questa è la mia idea di successo».