Gli ImpolpettAbili sono ragazzi e ragazze che convivono con disabilità diverse, per esempio il disturbo dello spettro autistico o la sindrome di Down, che cucinano polpette, ma non solo. Il progetto nasce dalla Onlus di Segrate (Mi) ‘I Ragazzi di Robin’, guidata dalla presidente Melania Scocco.

Diventare protagonisti della propria esistenza

Ritrovarsi in cucina stimola nei ragazzi e nelle ragazze il lavoro di squadra, riuscire a dare sostanza e sapore ai piatti aiuta a migliorare autostima, autonomia e capacità relazionali. Ma non ci sono solo le polpette o la cucina. Attività, laboratori, momenti di condivisione per poter esprimersi pienamente, con gioia e serenità. Il tutto dalla parte di Robin, il supereroe che sta accanto a Batman, ossia di chi ha il diritto di essere posto al centro come persona, di essere ascoltato e valorizzato anche se non al centro della scena. L’obiettivo? Promuovere una comunità che celebri la bellezza dell’unicità, dove ogni persona non sia messa ai margini ma diventi protagonista della sua esistenza.

I Ragazzi di Robin: crescere aiutando la comunità

‘I Ragazzi di Robin’ è un’associazione che, come spiega Melania Scocco, «è nata da un gruppo di genitori» sette anni fa. «A un certo momento ci siamo guardati in faccia e abbiamo scoperto che i nostri ragazzi erano diventati grandi e che quindi avevano e hanno stimoli diversi e nuovi». Tra scuola e centri diurni, la questione principale è come gestire il tempo libero ‘da grandi’. «‘I ragazzi di Robin’ è un’associazione nata come soluzione alternativa di gestione del tempo libero. I nostri ragazzi non potevano più andare al parco giochi a giocare e allora si andava a pulirlo!». Raccogliere rifiuti, pulire muri e giochi, tutte attività che contribuiscono a potenziare la percezione di sentirsi persone utili, perché si compiono azioni belle per altri. 

Sperimentare un lavoro in vista dell’autonomia

Nel corso degli anni però sono emersi altri bisogni, accanto a idee nuove. «Abbiamo posto delle domande: cosa vorresti fare da grande? Quali sono i tuoi sogni? Ovviamente, sognano di lavorare, crearsi una famiglia, avere un cane o una macchina». Sogni che nella loro semplicità sono però fondamentali per costruirsi una vita autonoma, serena e dignitosa. Che fare allora? «Avevamo già iniziato piccoli percorsi di camerierato, andare in giro per le feste di paese, ripulire i tavoli, insomma a renderci utili. Poi sono nati vari progetti» che non possono ancora essere mirati alla formazione lavoro ma che sono intrisi del desiderio di arrivare a strutturare percorsi che formino in vista di un lavoro.

Nascono gli ImpolpettAbili

E le attività sicuramente vanno in questa direzione. L’idea di preparare polpette nasce dal laboratorio di cucina. «Le polpette sono simpatiche e offrono la possibilità di lavorare sulla manualità e quindi di sviluppare determinate abilità». Inoltre, «la polpetta è un insieme di tanti ingredienti ma ogni ingrediente resta se stesso». Il concetto è chiaro: ognuno è portatore di una disabilità diversa e quindi di una «conoscenza del mondo diversa». Quando una persona è unita all’altra si forma però una squadra vincente, dal gustoso sapore di amicizia e collaborazione reciproca, proprio come accade nelle polpette. La Cucina dei Robin è una nave di inclusione: per i ragazzi e le ragazze ma anche per la comunità. Come? Cucinando insieme. E magari un giorno far diventare il laboratorio un ristorante inclusivo, dove la diversità e l’unicità sono valori aggiunti. 

Gli altri laboratori

Oltre alla cucina ci sono tanti altri laboratori. Per esempio, il musical: organizzato il sabato pomeriggio in modo da scaricare le tensioni accumulate durante la settimana, in questo laboratorio ragazzi e ragazze ballano, cantano e stanno insieme, esprimendosi attraverso il corpo. C’è poi il laboratorio Corto Circuito Inclusivo, che lavora sulla realizzazione di video e cortometraggi. Un modo per raccontare e raccontarsi in modo consapevole. Nel 2024 il cortometraggio ‘Una scelta difficile’ ha raggiunto il terzo posto al Festival del Cinema Nuovo a Bergamo. Il tema è delicato e interessante: ambientato in un mondo dove la normalità è percepita come una disabilità, quando un ragazzo e una ragazza con disabilità scoprono che avranno un figlio senza disabilità devono decidere se portare avanti o meno la gravidanza. 

Ancora, fra le attività compare quella di cameriere per una sera, in ristoranti e pizzerie della zona di Milano e provincia. Ragazzi e ragazze sperimentano così un ambiente lavorativo reale favorendo la loro crescita ma facendo anche in modo che i locali e la comunità in generale possano comprendere e apprezzare valore e competenze di ragazzi e ragazze, guardando oltre la disabilità. C’è poi il Flying Dragons, dove le persone sono membri di un equipaggio di dragon boat. E ancora il calcio integrato, dove persone con e senza disabilità giocano a calco insieme. Insomma, ‘I ragazzi di Robin’ è una piccola associazione che si è rimboccata le maniche «perché il bisogno è tanto. Le associazioni nascono sempre da un bisogno, da un vuoto che va riempito». 

Una società inclusiva

I benefici sono tanti: «Avere degli amici, avere delle cose da fare, degli appuntamenti che non sono meramente terapeutici, ma che sono appuntamenti di vita quotidiana. Un altro vantaggio è di imparare a fare qualcosa di utile e di piacevole, perché a loro queste attività piacciono tanto. E soprattutto sono attività che si realizzano nei posti: così si crea un ponte con la comunità, con la realtà vera e anche con le realtà lavorative». L’obiettivo è allora promuovere una società inclusiva, dove ogni persona si possa sentire accolta nella sua unicità.