Se siete stati fortunati possessori delle due console Nintendo su cui era già apparso il platform di Retro Studios ma non lo avete fatto vostro o se avete mancato proprio l’acquisto di Wii o 3DS, correte subito a rimediare acquistando Donkey Kong Country Returns HD. La recensione di questo secondo, pulciosissimo, remake curato dal team polacco Forever Entertainment potrebbe anche chiudersi qui. Perché è uno dei migliori titoli degli ultimi anni: non averlo nella propria ludoteca sarebbe una mancanza imperdonabile.
Viceversa, se avete già preso a barilate e sganassoni quei folli membri della tribù dei Tiki Tak in una delle precedenti riedizioni e vi stavate lasciando tentare dall’effetto nostalgia, la risposta se convenga comprarlo nuovamente o meno non sarà altrettanto immediata. Urge fare qualche considerazione in più.
Quanto potassio in Donkey Kong Country Returns HD
Anzitutto, un po’ di servizio pubblico. Fingiamo che chi legge questa recensione non abbia la minima idea di cosa sia Donkey Kong Country Returns HD. Ebbene, venghino signori, venghino: prendano posto per trovarsi al cospetto di una bestia rara, come King Kong ma decisamente più raffinata (ha infatti un elegante cravattone rosso sgargiante). Osservino stupiti l’ottava meraviglia del mondo videoludico.
Insomma, per farla breve parliamo di un platform 2D entrato velocemente nel mito tanto quanto la saga originale per SNES a opera dei Rare a cui si ispirava. Il titolo per Wii ha segnato così profondamente milioni di gamer che, non a caso, ancora di recente diverse startup del videoludo hanno sviluppato videogiochi che non fanno mistero di volerne calcare le orme, come il coloratissimo Stitchy in Tooki Trouble della software house belga Polygoat oppure l’adrenalinico Nikoderiko The Magical World di VEA Games.
Nell’ormai lontano novembre 2010 questo platform texano prendeva le mosse dalla trilogia britannica per migliorarla sotto quasi ogni aspetto riuscendo così a creare quell’erede poligonale che Donkey Kong 64, scopiazzando eccessivamente la formula di Banjo-Kazooie, non era invece riuscito a incarnare. Abbiamo livelli coloratissimi zeppi di segreti, un procedere adrenalinico e frenetico che si accompagna a un incedere più riflessivo nel caso in cui si voglia completare l’avventura al 101 per cento e, soprattutto, una difficoltà tipicamente vecchia scuola, da platform anni ’90.
Qualunque edizione di DKCR si giochi – Wii, 3DS oppure Switch – si spalanca davanti agli occhi dell’utente il manuale del perfetto platform 2D che insegna a miscelare con arguzia momenti di soli salti, altri in cui occorre invece soltanto correre da un lato all’altro dello schermo e altri ancora nei quali bisogna sopravvivere a bordo degli immancabili e ingovernabili carrelli da miniera, qua di tanto in tanto affiancati da barili razzo. Rispetto alla trilogia per SNES mancavano i mondi innevati e quelli sottomarini, ma se avete giocato al seguito, Donkey Kong Country – Tropical Freeze (disponibile sia su Wii U sia su Switch), saprete già che i Retro si sono poi fatti perdonare inserendoli lì in abbondanza.
L’edizione per 3DS oltre ad aver inserito la caratteristica stereoscopia 3D, aveva avuto il compito di rabbonire da un lato il gameplay, inserendo alcuni bonus opzionali che ritroviamo qui inalterati e, dall’altro, di aggiungere una ulteriore sfida che attendeva i giocatori più esperti: livelli extra nuovi di zecca che, sebbene non risultassero particolarmente ostici, erano senz’altro molto divertenti. Anche questi, benché pochi e ininfluenti rispetto all’economia del gioco, ça va sans dire si ritrovano inalterati in Donkey Kong Country Returns HD.
Fatte queste premesse, anche se eravate a digiuno di banane da ormai 15 anni dovreste ora avere le idee più chiare. Torniamo perciò alla domanda che apriva questa recensione: vale la pena comprare Donkey Kong Country Returns HD se lo si ha giocato su Wii o 3DS? Con ogni probabilità no, perché oltre a proporre per la terza volta il medesimo titolo, questo remake non è riuscito a rispettarne lo straordinario stile artistico.
Critiche degne di Cranky Kong
L’alta definizione esalta infatti eccessivamente una massa poligonale esigua per il 2025 e tende a evidenziare troppo scenari non così maestosi e profondi come potevano apparire su Wii e 3DS, complice un minor livello di dettaglio. Alcuni quadri, prevalentemente quelli della spiaggia e quelli delle rovine (il mondo lavico era già insulso nell’originale), sono davvero bruttini.
Sono numerose le occasioni nelle quali, aguzzando la vista, si scorgono fondali tagliati con l’accetta o effetti speciali posticci tra parti dello scenario mal collimanti. E questo non perché il videogioco dei Retro Studios fosse un brutto gioco – anzi, graficamente era tra i più dettagliati di quel periodo – ma semplicemente perché il cambio di formato e di definizione ha stiracchiato troppo le immagini finendo con lo stressare eccessivamente alcune quinte.
Forever Entertainment deve aver avuto da Nintendo un mandato molto circoscritto: trasporre il più fedelmente l’opera lasciandola di fatto inalterata. Ed è un vero peccato perché, se oltre all’aggiornamento cromatico che rende Donkey Kong Country Returns HD particolarmente brillante fosse stato compiuto un maquillage più approfondito sui fondali, avremmo avuto il remake in alta definizione che quel capolavoro merita davvero.
Nulla che l’occhio umano possa davvero cogliere in un gioco così adrenalinico e frenetico, tanto più giocandolo in mobilità e non sul televisore del salotto, ma se come noi avete adorato l’episodio Wii, non tutto di questo remake vi andrà a genio. Spiace anche che manchino extra sulla storia del gorillone incravattato con eventuali rimandi ai titoli Rare: in questo caso avremmo avuto almeno un elemento di novità rispetto ai due titoli usciti in precedenza. Per coloro invece che si fossero persi l’originale o la versione 3DS l’acquisto, come detto fin dalle prime righe, non solo è consigliato, ma è persino obbligato. Lasciatevi rapire dalla scimmia.