Sono trascorsi quasi quattro anni da quella leggendaria cavalcata lungo il pendio. Uno sparuto gruppo di samurai, ultima resistenza contro l’invasione mongola del Giappone alla fine del XIII secolo, dava dimostrazione di cosa significa lottare con onore di fronte a un nemico troppo potente. Ghost of Tsushima, immensa opera di Sucker Punch lanciata su PlayStation durante gli ultimi mesi della old gen, sbarca su PC con una versione migliorata graficamente e arricchita dal punto di vista narrativo, con ore e ore di nuove esperienze sulla meravigliosa Iki Island.
Su PC Ghost of Tsushima Director’s Cut, già disponibile su PS5, è un’esperienza davvero imperdibile per chi ama la storia giapponese ed è alla ricerca di un videogioco capace di trasmettere la bellezza della sua cultura millenaria.
Ghost of Tsushima Director’s Cut, la recensione
Prima di partire con la nostra recensione di Ghost of Tsushima Director’s Cut per PC qualche avvertenza: è necessario infatti verificare che le prestazioni del proprio computer reggano il software per poter beneficiare delle vistose migliorie approntate. Si possono infatti potenziare l’upscaling e le tecnologie di generazione dei frame come NVIDIA DLSS 3, AMD FSR 3 e Intel XeSS.
Sono supportati anche NVIDIA Reflex e il miglioramento della qualità dell’immagine con NVIDIA DLAA. Un titolo simile, dagli scenari squisitamente cinematografici, poggia anche su un’azione di gioco più ampia grazie al supporto per lo schermo Ultrawide (21:9), Super Ultrawide (32:9) e perfino per il triplo monitor 48:9.
Già al suo esordio evidenziavamo alcuni aspetti non egregi di Ghost of Tsushima Director’s Cut. Il titolo su PC sconta i medesimi limiti, soprattutto per quanto riguarda il combat system. Ma procediamo con ordine e cominciamo come doveroso dall’inizio per chi ancora non si fosse mai imbattuto in un trailer o video di gameplay di quest’opera comunque colossale e splendida da vedere.
La storia di un samurai
Ghost of Tsushima Director’s Cut racconta la vita di Jin Sakai, giovane e promettente samurai costretto più volte ad affrontare nel corso della sua vita il confronto con i propri limiti. Il percorso di un guerriero simile richiede disciplina, dominio di sè e, cosa ancora più importante, allergia a qualsiasi forma di scorciatoia in battaglia. Il samurai non si abbassa al livello di un nemico disposto a tutto pur di schiacciare l’avversario.
Il prologo parte sulla soglia di una sanguinosa battaglia: Jin combatte al fianco dello zio Lord Shimura per respingere l’avanzata dell’esercito mongolo sull’isola di Tsushima. A guidare gli invasori il micidiale Khotun Khan, guerriero tanto spietato quando stratega: le sue armi sono affilate tanto quanto la sua abilità nel piegare il nemico usando ogni attrezzo politico e psicologico.
Ben presto Jin Sakai dovrà far enormi compromessi col proprio passato, imparando a divenire ombra e a fare ricorso ad ogni sotterfugio per eliminare tutti i mongoli che saccheggiano, uccidono e distruggono la sua casa. La storia di Ghost of Tsushima Director’s Cut è decisamente lineare, forse troppo: uno dei limiti del titolo è che il giocatore non ha modo di approfondire la psicologia del personaggio, le cui vicende appaiono alquanto piatte, senza grossi sviluppi o colpi di scena.
Un Giappone che lascia senza fiato
In compenso Ghost of Tsushima Director’s Cut è un titolo che su PC catapulta il gamer in un Giappone medievale che lascia di nuovo a bocca aperta. Con una macchina sufficientemente potente si è in grado di spingere la grafica oltre i 60 fps, ottenendo un’immagine fluida e nitida, di qualità senz’altro superiore a quella già lodevole su PS5. Va comunque ricordato che l’attenzione al comparto grafico era stata apprezzata già nella versione più modesta su PS4 nel 2020.
In Ghost of Tsushima Director’s Cut il gamer ha di fronte a sè un open world tutto da scoprire, cavalcando di villaggio in villaggio, alla scoperta di missioni e racconti. Per chi è a digiuno di cultura giapponese il videogioco si presta anche a una interessante funzione didattica, usando i nomi originali (dai dojo agli haiku) per descrivere in maniera autentica la cultura, i luoghi e ogni dettaglio presente nella mappa.
Il gusto per i dettagli
Esplorare l’isola di Tshushima è uno degli elementi fondanti del gameplay. Nell’area di gioco ci si sposta perlopiù a cavallo, orientandosi con il soffio del vento, appena visibile sulla schermata, a segnalarci qual è la direzione giusta per proseguire la missione. La densità delle attività e di tutto rispetto, così come i particolari, a volte macabri, a volte idilliaci. Capiterà più e più volte di cavalcare in mezzo a una foresta e notare cadaveri mutilati, angosciante segno del passaggio di un gruppo di mongoli che non ha avuto pietà di civili inermi.
Ghost of Tsushima Director’s Cut è un titolo senz’altro violento, che non edulcora in alcun modo cosa significa una guerra il cui scopo è quello di non abbassare mai il livello di terrore e panico, anche quando la vittoria è già stata raggiunta. Jin Sakai ha rischiato di morire più di una volta, eppure è sempre riuscito a rialzarsi, fino a quando non decide che per sopravvivere e onorare la propria natura di samurai deve adottare nuove strategie.
Come ve la cavate con la katana?
I combattimenti avvengono faccia a faccia, con parecchie situazioni in cui è possibile richiedere un confronto al nemico, ottenendo così una ghiottissima situazione da quick time event che vedrà soccombere l’avversario semplicemente cliccando al momento giusto il tasto da premere. Gli scontri sono un altro parte fondamentale di Ghost of Tsushima Director’s Cut, anche se manca ancora il lock on, ossia la possibilità di agganciarsi a un nemico senza dover impazzire con la telecamera.
Nel complesso gli attacchi, le parate e le schivate scandiscono confronti all’arma bianca in cui è sempre buona cosa adottare la migliore strategia avendo contezza del numero dei nemici da affrontare. C’è poi l’arco, prezioso alleato per seminare il panico e distrarre gli avversari. Gli scontri non sono eccessivamente spettacolari, fatti salvi i momenti in cui finendo un avversario si ottiene uno slow motion che ci fa apprezzare l’eleganza dell’arte guerriera del samurai.
Ghost of Tsushima Director’s Cut su PC è un’esperienza che merita. Un titolo che non raggiunge l’eccellenza, ma che vanta una direzione artistica strepitosa e un’accessibilità notevole anche per chi è in cerca soltanto di vestire i panni di un samurai senza troppo impegno. Più e più volte abbiamo distolto l’attenzione dalla bussola semplicemente per ammirare scorci sublimi, accarezzati da petali e foglie sollevati dal vento. Una natura così rigogliosa e potente come quella vista in Ghost of Tsushima Director’s Cut vale il biglietto.