Sempre curiosi di mettere la mani sull’opera prima di una startup videoludica. Il videogioco in questione è Knock on the Coffin Lid, sviluppato da RedBoon, una software house che ha scelto un genere non proprio mainstream: quello dei deckbuilder con combattimenti a turni non è certo di massa, ma in molti casi nelle recensioni comparse sul magazine abbiamo riscontrato esemplari originali, divertenti, decisamente adatti a periodi dell’anno in cui visto il tempaccio là fuori occorre trovare attività per tenersi occupati che non siano le solite serie tv.
Knock on the Coffin Lid, la recensione
Knock on the Coffin Lid, del resto, ha una storia da raccontare. Con una grafica cartoon colorata, ispirata e arricchita da cinematiche ben sceneggiate, veniamo calati in questa trama da fantasy medievale, alle prese con mostri e creature demoniache. Il nostro compito è proseguire in un’avventura fatta sì di scontri in campo aperto, ma anche di dialoghi da seguire per non perdersi la ragione di tutto questo peregrinare.
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Disponibile in inglese è un prodotto comunque non respingente. Alla fine si tratta di capire le basi del combat system: con una mazzo di carte a disposizione e la logica dei turni, il gamer deve far il suo meglio per danneggiare il più possibile gli avversari, riparandosi con difese, magie. Le animazioni dei colpi non sono eccezionali.
Di pregio invece le animazioni che intervallano i combattimenti, posizionate in momenti sensati per rendere la storia più autentica. Disponibile su Steam, il videogioco è un prodotto davvero niente male anche da guardare, con fondali ispirati e un insieme variegato di personaggi e nemici. Da un certo punto di vista può ricordare la saga Darkest Dungeon.
Il valore aggiunto non è dato dal combat system – tradizionale e solido – bensì dalla storia, su cui gli sviluppatori si sono spesi in maniera evidente. Il divertimento in battaglia è comunque garantito, soprattutto per gli appassionati del genere che potranno dilettarsi nello sperimentare gli effetti delle carte non soltanto sui nemici, ma anche sul proprio team di gioco.