Per chi ha giocato a Pokémon X e Y sarà come un ritorno a Luminopoli. Per chi invece ha perso di vista da un po’ i mostriciattoli più famosi al mondo potrebbe valere come un ritorno ai ricordi d’infanzia. I millennial sono cresciuti con poche altre IP così capaci di influenzarne l’immaginario pop sfruttando un sacco di medium, dalle carte ai film d’animazione passando per i videogiochi.
I Pokémon, creature partorite dalla mente creativa di Satoshi Tajiri a metà degli anni Novanta, hanno vissuto fasi epiche della propria storia, specie su console. Da un po’ di tempo però i fan hanno lamentato perdita di slancio e creatività. Scarlatto e Violetto non hanno entusiasmato e nel 2022 Pokémon Leggende: Arceus aveva lasciato molto a desiderare come abbiamo spiegato nella nostra recensione. Ma oggi è tempo di Leggende Pokémon: Z-A.

Leggende Pokémon: Z-A, la recensione
Game Freak ha ricevuto parecchie critiche in passato per come ha voluto cambiare il gameplay. I feedback negativi, si sa, permettono anche di migliorare un prodotto. L’avventura di Leggende Pokémon: Z-A è a nostro avviso un mix di continuità e interessanti innovazioni che se da una parte può allontanare chi già si poteva dare come fan perso, dall’altra può incuriosirne altri, specie i nuovi. Lo anticipiamo: è il sistema di combattimento, perno del gioco, che fa la differenza in positivo.

Ma partiamo dall’inizio. Leggende Pokémon: Z-A inizia con la scelta del nostro personaggio. Nome, sesso, stile, colore di capelli e sopracciglia. La storia della campagna viene introdotta da alcune cinematiche che la software house ha sparso qua e là per aggiungere elementi e indizi. Chi non ha giocato a titoli precedenti può comunque stare tranquillo: i dialoghi sono sufficientemente didascalici per conoscere tutto quel che serve sulle puntate precedenti.

E veniamo al bioma di gioco. Il protagonista arriva a Luminopoli a bordo di un treno e ad accoglierlo è una città nota agli appassionati di Pokémon. Le avventure del nuovo capitolo si giocheranno tutte all’interno della sua vasta mappa, tra vicoli stretti – talvolta labirintici – passaggi nascosti, piazze ariose e i tetti. L’aspetto che convince di Luminopoli è, in un certo senso, la sua verticalità. Non aspettatevi acrobazie o gesti fluidi, ma ammettiamo che girovagare qua e là e restare in bilico sui cornicioni per approfittare di una scorciatoia è davvero piacevole.

Quel che delude invece di Luminopoli è la sua quasi totale assenza di personalità. Difficile capire a quale città Game Freak si sia ispirata. Leggiamo di Parigi, ma faremmo francamente un torto alla capitale francese se assecondassimo questa versione. Vista dall’alto ha un piano urbanistico composto da palazzoni dai colori spenti e senza un stile preciso. Molto più intriganti gli ambienti interni, a partire dall’Hotel.

L’Hotel in questione è Z. Nei primi secondi di gioco ci dirigiamo proprio lì dopo aver conosciuto Villy, una giovane allenatrice di Pokémon che sta disperatamente cercando il modo di attirare nuova clientela. Di fronte alla stazione la incontriamo e, si sa, da cosa nasce cosa. L’Hotel è il punto in cui riposare e partire verso le prime fasi tutorial in cui ci viene spiegato tutto quello che serve. A cominciare dal combattimento che in Leggende Pokémon: Z-A merita davvero.

Nei primi minuti di gioco dobbiamo combattere contro avversari abbordabili per riottenere la nostra borsa, sottratta con destrezza da un Pokémon antipatico. Ed è qui che inizia il divertimento: il combat system di Leggende Pokémon: Z-A è in real time. Addio turni dunque: quel che conta è l’abilità nel sapersi spostare in ambienti sufficientemente ampi per avvicinarsi al Pokémon avversario e attaccarlo. Gli attacchi devono ricaricarsi prima di essere scagliati. Noi stessi non possiamo dirci al sicuro: i mostriciattoli tendono a prendere di mira anche le persone e dunque occorre schiavare ogni attacco con un bel salto.

Gli scontri sono divertenti, rapidi, sempre vari e nei primi tempi indulgenti nei confronti dei gamer meno abili. Per crescere a Luminopoli bisogna lottare, lottare e ancora lottare. Il ciclo giorno-notte funziona in maniera scandita: di giorno, alla luce del sole, si catturano Pokémon, si completano le missioni, si procede con la Campagna e si esplora la città; quando calano le ombre si aprono le zone di lotta. Nelle stesse vie della città, una volta entrati nei perimetri rossi (non un granché dal punto di vista grafico), non si può fare altro che combattere.

Vincendo otterremo punti per scalare la Royale Z-A, una competizione molto pubblicizzata a Luminopoli che premierà il più grande allenatore di Pokémon con un riconoscimento davvero ambito. A livello di caratterizzazione dei personaggi principali non ci è dispiaciuto dialogare in Leggende Pokémon: Z-A con i vari abitanti della città, anche se in alcuni casi gli scambi e le reazioni agli eventi fanno cadere le braccia. Pur essendoci la localizzazione in italiano, manca totalmente il doppiaggio e per un titolo di questo calibro non è più accettabile.

Con il doppiaggio Leggende Pokémon: Z-A avrebbe avuto senz’altro più personalità, controbilanciando una Luminopoli ancora troppo anonima. L’obiettivo della campagna principale, che si completa in meno di 30 ore, è venire a capo di un mistero: trattasi della megaevoluzione furox, che trasforma i Pokémon in terribili creature. E, ovviamente, dovremo combatterci contro. In ultima analisi Leggende Pokémon: Z-A è un videogioco discreto, che ha osato il giusto e a cui si deve riconoscere l’impegno. Game Freak ha iniziato a raddrizzare una situazione assai scomoda. Questa è la via da percorrere.

