L’amore che gli utenti hanno riversato nei confronti del glorioso Nintendo 64 è stato purtroppo inversamente proporzionale al suo successo. La Casa di Kyoto riuscì, con gran fatica, a piazzare poco più di 30 milioni di console ai quattro angoli del globo (numero che sparisce per l’imbarazzo rispetto ai circa 140 milioni di Switch vendute finora), ma quei quattro gatti che lo giocarono lo annoverano tutt’oggi tra le più belle e profonde esperienze videoludiche della propria carriera di gamer. Anche per questo è stato un piacere rituffarsi nei ricordi sfogliando le pagine di N64 A Visual Compendium di Bitmap Books.
N64 A Visual Compendium, (ri)accendiamo la console
Per comprendere il peso che il Nintendo 64 ha avuto nella formazione di milioni di gamer (diventati in qualche caso sviluppatori) basta pensare ai tantissimi titoli, sviluppati oggigiorno da startup innovative, che si rifanno proprio agli stilemi dell’epoca a 64-bit.
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Ve ne elenchiamo solo alcuni, i primi che ci vengono in mente: Super Kiwi 64 finge a tal punto di essere un titolo per la console nera Nintendo da essersi autoimposto il caratteristico numero nel titolo. Cavern of Dreams si rifà ai platform di quel periodo magico. Come del resto New Super Lucky’s Tale e Raccoo Venture. Recente ma nostalgico anche Castle on the Coast. Per tacere naturalmente del “clone d’autore” Yooka-Laylee, realizzato dagli stessi autori di Banjo-Kazooie, uno dei titoli più memorabili del Nintendo 64.
E il pigro Banjo assieme alla linguacciuta Kazooie sono ovviamente tra i protagonisti del tourbillon d ricordi messi in moto da N64 A Visual Compendium nelle sue 436 pagine. Un tour fotografico alla (ri)scoperta dei titoli migliori (ma anche dei peggiori) apparsi sulla nera console giapponese dall’inconfondibile controller tricornuto.
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Un racconto per immagini – opportunamente svecchiate grazie a un intervento discreto ma ben visibile a cura dei ragazzi di Bitmap Books – che in quanto tale non fa pesare più di troppo l’assenza dell’italiano (il testo è disponibile solo in inglese) e giustifica d’altra parte il costo dell’opera (circa 36 euro che arrivano a 40 o poco più con le spese di spedizione), realizzata su carta di qualità e racchiusa in un cofanetto di classe (con tanto di segnalibro colorato che rimanda ai tasti del controller del Nintendo 64) ma comunque scherzoso dato che le immagini sono cangianti, come le figurine dei formaggini, per restare a tema con gli anni ’90.
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Sam Dye ha selezionato oltre 150 videogiochi (il “racconto” parte con Super Mario 64 per chiudersi con Dr. Mario 64, l’ultimo gioco dell’idraulico per la console a 64-bit) e tra questi come già si anticipava non ci sono solo i classici. Non è una sterile raccolta di capolavori, insomma. “Per fortuna”, aggiungiamo noi, dato che la parte divertente di N64 A Visual Compendium è anche voltare pagina e scoprire un gioco che avevamo dimenticato del tutto, o magari che non conoscevamo proprio.
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I testi, si diceva, sono ridotti all’osso almeno rispetto alla mole degli screen, perché le reali protagoniste sono le immagini, ma questo non deve sminuire comunque l’importanza dei paragrafini di corredo, che riportano stralci di interviste dell’epoca, documenti e brevetti dell’epoca scansionati, come pure chiacchierate decisamente più attuali accompagnate dalle opinioni di giornalisti del settore.
Si segnalano per esempio l’intervento di Kevin Bayliss di Rare (essendo una pubblicazione britannica tende a privilegiare le software house britanniche… ma del resto i Rare hanno tenuto in piedi il Nintendo 64!) e un interessante focus su Turok: Dinosaur Hunter di Acclaim, la software house di Greg Fischbach fallita nel 2004. E una lacrimuccia – l’ennesima – riga il nostro volto da gamer…