Se ci seguite con attenzione saprete certamente che Stellar Blade era stato inserito nella nostra top 10 dei videogiochi più attesi del 2024. Non senza riserve, in verità, dato che i ragazzi coreani di Shift Up guidati da Kim Hyung-tae, per quanto super agguerriti erano comunque alla loro prima esperienza, il gioco stava subendo ritardi su ritardi e aleggiava il rischio che puntasse esclusivamente sulle giunoniche forme delle discinte protagoniste per vendere e far parlare di sé.
Stellar Blade, oltre alle gambe c’è di più
Mentre i giochi occidentali si fanno via via sempre più pudichi, evitando di sessualizzare troppo i protagonisti femminili (si pensi alla trasformazione in atto di Lara Croft. A proposito: l’avete letta la nostra recensione di Tomb Raider I-III Remastered?), nel vasto Oriente del mondo le ragazze continuano a poter contare su curve mozzafiato e a essere abbigliate nei modi più improbabili.
Lasciamo naturalmente fuori dalla porta le possibili polemiche che tutto ciò può scatenare, anche quelle relative al parziale dietrofront di Sony che, consapevole del cambiamento in atto tra i gusti dei gamer, ha qua e là chiesto piccole censure rispetto al progetto originale.
In questa sede, infatti, ci occuperemo esclusivamente della recensione di Stellar Blade, senza contare, centimetro alla mano, se lo spacco è troppo lungo o è stato accorciato, se la gonna sale eccessivamente o ha subito un intervento di una sartina un po’ troppo zelante e pudica.
Anche perché si tratterebbe davvero di dettagli: Stellar Blade è e resta, al netto delle limature, un titolo con eroine super erotiche che combattono mostri in un turbinio di flotti di sangue.
Un duello con la “bayonetta”
Potremmo dirvi che la produzione coreana richiama Sekiro: Shadow Die Twice e Devil May Cry, ma la realtà è che guarda negli occhi della strega Bayonetta (letta la recensione di Bayonetta Origins Cereza and the Lost Demon?).
Inutile ribadire che in entrambi i titoli i protagonisti sonno donne in abiti succinti: lo sapete benissimo da soli. Quello che potreste non sapere è che qua e là i ragazzi di Kim Hyung-tae riescono a mettersi in scia al videogame Capcom, proponendo qualcosa di altrettanto godibile. Non sempre. Ma capita.
Naturalmente l’invasione dei soulslike ha fatto sì che anche Stellar Blade ne fosse pesantemente influenzato. Se negli hack’n’slash tradizionali il personaggio può insomma incassare un buon numero di colpi senza batter ciglio, qui perdere il dovuto tempismo e offrire il fianco al nemico può significare un rapido e mesto game over.
Come molti titoli moderni, comunque, dimostra il solito problema della curva di difficoltà ribaltata: all’inizio si prendono botte da chiunque, verso metà gioco si è indistruttibili. Chiarito che il sistema di combattimento tiene, resta da capire se a livello di esplorazione il gioco è fonte delle medesime soddisfazioni. Nì. Stellar Blade è indiscutibilmente più votato al combattimento, mentre l’avventura e il level design non ci permettono certo di dirvi che abbiamo per le mani un emulo di Elden Ring.
Possiamo dire anzi l’opposto, ovvero che a differenza della produzione giapponese, quella coreana si concentra meglio sui livelli non troppo grandi, perdendo punti su punti nelle zone open world, vuote, desolate e noiosette, con decine di casse da spostare per arrampicarsi qua e là. Le fasi platform sono poi un po’ legnosette e non si comprende perché la nostra eroina, che in battaglia è un vero carro armato, qua rischi fin troppo facilmente di ferirsi con storte, cadute e fratture… Ma da qualche parte si doveva pure scorgere l’inesperienza del team di Shift Up.
Applausi a scena aperta per il character design. Per diverso tempo, come detto in attacco, abbiamo temuto che Stellar Blade si concentrasse esclusivamente sulle curve delle protagoniste, invece dobbiamo ammettere che riserva il medesimo dettaglio anche sui comprimari che vanno a impreziosire la narrazione. Narrazione che, nonostante il focus sull’action, c’è e prevede ben tre finali distinti utili a incentivare una certa rigiocabilità. Certo, non aspettatevi chissà cosa, ma è comunque un plus.
Insomma, Stellar Blade si è rivelato una piacevole sorpresa o forse sarebbe meglio dire una piacevole conferma, dato che era tra i titoli da tenere d’occhio nel 2024. Il titolo di Shift Up non è perfetto, tradisce che in fase di sviluppo i ragazzi coreani si siano concentrati più sui combattimenti che sull’esplorazione, ma setta un importante traguardo per Seul: nel mondo dei videogiochi a breve disputerà appassionanti testa-a-testa con Tokyo.