Sulla piattaforma di crowdsourcing dell’azienda di costruzioni il progetto Women of NASA è stato accolto con entusiasmo dalla community. Quattro i personaggi femminili protagoniste di questa speciale produzione educativa
Costruisci, gioca, impara e un giorno anche tu potrai diventare una superstar della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria o della matematica! Queste le parole con cui Lego lancia il kit Women of NASA. Ci sono donne formidabili in tutti i campi della scienza ed è bello pensare che si possa veicolare l’amore per la scienza in maniera così creativa, con la speranza di ispirare tante giovani bambine a seguire l’esempio di queste straordinarie pioniere. L’idea di omaggiare le paladine dell’esplorazione spaziale americana arriva da una donna interessata al tema del gender gap di nome Maia Weinstock (giornalista scientifica di MIT News), che ha lanciato la proposta sul crowdsourcing di Lego Ideas, la piattaforma che testa nuove idee, e nel giro di 15 giorni il progetto Women of NASA ha raccolto oltre dieci mila voti.
L’omaggio alle donne della scienza
Ottenuta la benedizione della community, l’azienda dei mattoncini colorati ha quindi deciso di trasformare la proposta di Weinstock in realtà, avviando la produzione delle quattro minifigures. Si tratta delle astronaute Sally Ride e Mae Jemison, l’astronoma Nancy Grace Roman, l’informatica Margaret Heafield Hamilton. Donne che hanno fatto la storia della Nasa e della scienza. Donne esploratrici, pioniere della spazio, avanguardiste, innovative. Sono le donne che l’azienda danese Lego ha deciso di omaggiare, affinché le bambine sognino in grande, come i bambini. Per equiparare la parità di genere nelle professioni sin dai primi anni di vita. In tutto sono 231 mattoncini, per mettere insieme i quattro personaggi donna nell’ambiente che le circonda, e che racconta il loro successo.
I personaggi
Nancy Grace Roman è considerata la “Madre di Hubble”, per aver contribuito da protagonista allo sviluppo del Telescopio spaziale Hubble, lo strumento accanto a lei nella riproduzione di Lego. All’interno del telescopio c’è un dettaglio, la proiezione di una nebulosa planetaria.
Margaret Hamilton invece è la grande donna che ha sviluppato il software di bordo per il programma Apollo, che ha permesso agli astronauti di atterrare sulla Luna. Rappresentata accanto a una pila di libri, che contenevano i calcoli per il codice del Computer di guida delle missioni Apollo.
Infine ci sono due astronaute affiancate dallo Space Shuttle Challenger e dalla rampa di lancio: la prima donna americana Sally Ride, e la prima afroamericana nello spazio, Mae Jemison.
Il valore educativo dei mattoncini
L’azienda di costruzioni per bambini non ha pensato solo a riprodurre in miniatura le figure, ma a realizzare dunque anche lo sfondo a tema: per ognuna delle scienziate è stato ricostruito l’ambiente in cui lavorano e gli “attrezzi” da lavoro. Non è la prima volta che la Lego produce giocattoli che includono personaggi femminili, proprio per far capire alle bambine – e anche ai bambini – che non esistono lavori solo per donne o solo per uomini. Tra le novità introdotte negli anni scorsi, ad esempio, l’operaia, la donna ingegnere e la veterinaria.
Dal film ai giochi
Sulle donne della NASA, a cui ora è toccato un posto di riguardo nel magico mondo della Lego, è stato dedicato un film uscito nel 2016. Si tratta di Hidden Figures, Il diritto di contare, che è la storia di quattro donne afroamericane che all’interno dell’headquarter dell’agenzia governativa USA responsabile del programma spaziale, fanno valere le loro competenze e la loro intelligenza fino a rompere il muro di razzismo e sessismo che impediva loro di fare qualche passo in più. Erano gli anni 60. Tra le protagoniste c’è Katherine Johnson, di cui Lego avrebbe voluto celebrare insieme alle altre il giocattolo, ma la matematica, informatica e fisica statunitense non ha concesso il consenso e l’azienda danese si è attenuta alle sue volontà.
Le pioniere
«In tutti gli ambiti della scienza, dell’ingegneria e delle tecnologie, le donne pioniere sono state sempre storicamente sottovalutate e troppo poco apprezzate per il loro lavoro rivoluzionario. Abbiamo anche notato che le ragazze e le donne che vengono incoraggiate maggiormente nei campi di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM), hanno più probabilità di fare carriera in una di queste aree. Con questo progetto volevo mettere in luce un fantastico gruppo di donne che hanno dato un contributo fondamentale alla storia della NASA. Il mio sogno è sapere che un giorno la prima persona che metterà piede su Marte – o un’ingegnere o un’informatica che l’abbiano aiutata ad arrivare laggiù – abbia giocato con il set Women of NASA da bambina e che sia stata ispirata da esso a seguire una carriera in campo scientifico/tecnologico», ha spiegato Maia Weinstock.