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Milano in questi giorni sta tornando a uscire di casa. Le metropolitane, i tram, i negozi, i parrucchieri cominciano timidamente a svegliarsi da un torpore durato tre mesi. Non è stato facile per chi era abituato a passare dall’ufficio a un evento, dalla palestra al locale preferito, staccare tutto e stare in casa. Ci sono persone però che non si sono mai fermate e anzi che in tempo di lockdown hanno mostrato la loro parte migliore per stare vicini a chi era più in difficoltà.

E non si stanno certamente fermando ora, perché il virus non è ancora stato battuto e il ritorno alla normalità sembra essere ancora lontano.

Stiamo parlando dei volontari, uomini donne e molti giovani che semplicemente hanno messo a disposizione il loro tempo, la loro forza e la loro salute per aiutare. Un bellissimo esempio è quello di volontari del CUS che normalmente si occupano di promuovere l’inclusione sociale attraverso lo sport e che in questo contesto hanno fatto qualcosa di più.

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Allenatori, educatori del CUS (Centro Universitario Sportivo) Milano Rugby ASD, hanno capito che fare squadra, oggi, è più importante che mai, e non solo nello sport. Per questo, accanto a progetti di integrazione sociale basata sullo sport dedicata ai ragazzi delle periferie milanesi, si sono impegnati per portare cibo, mascherine e generi di prima necessità ad anziani o persone in difficoltà economica che vivono nei quartieri dove si trovano i loro campi sportivi. “È stata un’occasione unica per incontrare persone che non possono uscire di casa – ci ha detto Giuseppe Fulgoni, allenatore e educatore del CUS – donne anziane che non vedevano l’ora di incontrare qualcuno anche soltanto per vedere un volto e scambiare due parole sul pianerottolo e a distanza di sicurezza”.

Ragazzi, allenatori e dirigenti del centro sportivo che, abitudinariamente, praticano rugby, pallavolo e atletica leggera nei campi di Quarto Oggiaro e via Padova, si sono quindi messi a disposizione del progetto AiutARCI, gestito da Arci Milano e dal Comune di Milano, con l’obiettivo di distribuire la spesa e pacchi alimentari a persone costrette in quarantena e a chi si trova in situazioni di difficoltà economiche, over65, disabili e immunodepressi.

 

Una collaborazione sempre più stretta quella tra CUS e amministrazione comunale, che da tre anni prende forma attraverso il “Progetto INSIEME”, l’iniziativa del Gruppo Mediobanca che , attraverso lo sport, favorisce l’integrazione e l’inclusione sociale di minori appartenenti a fasce socialmente deboli delle periferie del capoluogo lombardo. Proprio in Mediobanca è stato istituito un punto di raccolta di generi di prima necessità: alimenti, presidi igienico-sanitari, materiale ludico-didattico, cancelleria, libri, colori, giochi, tablet.

 

 

Il progetto AiutARCI

Il progetto AiutARCI coinvolge 30 giovani tra allenatori, atleti e dirigenti del CUS. L’iniziativa riunisce associazioni, sindacati, gruppi, aziende e realtà sociali della città all’interno della piattaforma Milano Aiuta proprio con l’obiettivo di aiutare le fasce più deboli della società e i più fragili costretti a casa in questa emergenza sanitaria e sociale. Una forma di solidarietà che diventa un’attività e genera, anche in chi la porta avanti, una sensibilità particolare e un’empatia profonda con coloro che ricevono gli aiuti.

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I volontari del CUS sono stati formati ad hoc per questo compito, con appositi corsi di teoria e pratica, e, attualmente, riescono a gestire autonomamente le richieste inviate da Arci e dal Comune di Milano. Poco più di un mese fa è partito il progetto pilota, con la consegna della prima spesa. Un’iniziativa che ha visto in prima linea i volontari maggiorenni che si sono resi operativi nelle varie zone della città e che trasmette quei valori di solidarietà e di senso civico che anche grazie allo sport si apprendono. Fare squadra e sostenersi reciprocamente sono i principi cardine su cui si basa l’aiuto prezioso offerto da tanti di questi giovanissimi che la sofferenza la conoscono bene. I ragazzi che seguono le lezioni sportive al CUS provengono, infatti, da contesti di difficoltà di integrazione sociale e disagio giovanile.

“Torno a casa felice, in balia di un mix di emozioni – ci ha raccontato Giuseppe Fulgoni, allenatore e educatore del CUS – Quando consegniamo agli anziani risulta sempre difficile mantenere le distanze di sicurezza perché vorrebbero ringraziarci offrendoci qualcosa, invitandoci ad entrare nelle loro case, ma non possiamo farlo. Nonostante la distanza sociale si faccia sentire, la soddisfazione è immensa”.

 

La consegna delle mascherine e le donazioni di sangue

I volontari del centro sportivo si occupano anche della consegna di mascherine e dispositivi di protezione individuale agli abitanti residenti nelle case popolari del capoluogo lombardo.

Sono molti anche i genitori che hanno preso parte a queste attività solidali e pure i social network hanno fatto la loro parte in questa “gara di solidarietà”. “Abbiamo postato video e immagini delle iniziative intraprese su Facebook – spiega il coordinatore Fulgoni – Ed è stato proprio grazie alle condivisioni e al passaparola avvenuto online se tanti ragazzi e genitori ci hanno contattato per capire come poter dare una mano e diventare volontari. Alcuni non possono prendervi parte perché non ancora maggiorenni”.

E non c’è solo il lavoro sul campo. Sono tanti anche coloro che lavorano “dietro le quinte”, in attività di back office per organizzare le consegne. “I ragazzi della squadra Seniores di rugby e alcuni dirigenti, inoltre, da alcune settimane si sono offerti come donatori di sangue all’Avis – conclude Fulgoni – Donazioni ci rendono orgogliosi perché stanno riscontrando grande partecipazione ed entusiasmo anche grazie al potere comunicativo dei social”.

 

Un programma, quello che stanno seguendo i ragazzi del CUS di Milano, che non si ferma certo ora e che è diventato davvero il simbolo della forza e della solidarietà di una città fatta di uomini e donne che non si arrendono e provano a fare la loro parte ogni giorno.