Accelerata da Nana Bianca, la PMI è specializzata in digital marketing. In un mese ha generato vendite per 200mila dollari su due piattaforme internazionali
«Non bastano soltanto i round per la crescita. Una startup può farcela anche grazie a un buon lavoro di networking che privilegi i contenuti». Stefano Pisoni, CGO della PMI JotUrl, si rivolge a tutto l’ecosistema italiano dell’innovazione a poche settimane dal successo su Product Hunt e AppSumo. «Abbiamo generato vendite per 200mila dollari e acquisito 5mila nuovi iscritti – aggiunge il COO Andrea D’Aietti – e il tutto su due piattaforme che ci hanno reso visibili a un milione di utenti in tutto il mondo». Fondata da Janosch Lenzi (CEO) e Massimo Poli (CTO) per focalizzarsi sul digital marketing B2B e B2C, la startup era stata accelerata nel 2013 da Nana Bianca. Con gli anni ha raccolto 10mila utenti offrendo un prodotto che parte dal link, l’elemento web fondamentale sia per grandi società, sia per i freelance che vogliono aumentare fatturato e visibilità.
«Il messaggio che vogliamo trasmettere è che si possono raggiungere ottimi risultati, economici e in termini di visibilità, anche senza grossi investimenti». Andrea D’Aietti ha spiegato a StartupItalia come JotUrl – che ha raccolto il suo ultimo round da 160mila euro nel 2016, dopo un pre-seed con Nana Bianca – sia riuscita a proporsi su due importanti piattaforme internazionali per un tempo limitato (solo 4 settimane, tra febbraio e marzo). «L’obiettivo era farsi conoscere all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, e acquisire nuovi utenti senza investire budget sull’advertising. Siamo gli unici in Italia ad averlo fatto». Su Product Hunt, sito per la ricerca dei software, JotUrl è stata anche prodotto del giorno; su AppSumo era la prima e unica società italiana che ha partecipato al lancio. Come sono riusciti ad accedere a questi palcoscenici? «Tanto networking: si entra su invito».
Cosa fa JotUrl?
Ve ne avevamo già parlato. Prima startup, poi PMI innovativa – con un team di dieci persone tra Firenze e Milano – JotUrl lavora sul digital marketing partendo dalle potenzialità nascoste del link. «Il nostro compito è tracciare i link con cui le aziende veicolano i loro contenuti per fornire più dati e funzioni possibili – ci spiegano D’Aietti e Pisoni – Quante persone lo cliccano? Quanto convertono? Sono informazioni utili per piccole e grandi società come Vodafone, Tim, Transferwise, Aruba con cui lavoriamo ». Cucire attorno al link diverse soluzioni per il business che vuole sfruttare il digitale. Nel B2B l’ingaggio con la clientela si fa con azioni commerciali offline, mentre nel B2C un freelance o una piccola azienda acquistano l’usufrutto della piattaforma per potenziare la propria attività di marketing.
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Migliorare la user experience
«Il nostro obiettivo adesso è scalare. Nel frattempo siamo impegnati anche in attività di training. E infatti – preannuncia Andrea D’Aietti – l’idea che abbiamo per il futuro è una Accademy dove formare professionisti con skill certificate grazie alle competenze che abbiamo maturato in JotUrl». È il deep linking, la chiave di tutto. «Un collegamento diretto, senza barriere – dice Stefano Pisoni – Meno punti di frizione ci sono per atterrare in una App mobile più l’esperienza migliora, facilitando le vie del business».