A Brescia, uno degli epicentri del coronavirus, le valvole scarseggiano la fabbrica non sta dietro agli ordini, così in tempi record vengono stampate in 3D grazie all’intuizione dell’ingegnere Massimo Temporelli
In tempi di coronavirus come dice lo psichiatra Raffaele Morelli è cruciale diffondere (anche) informazioni positive perché queste innescano un circolo virtuoso di fiducia e speranza del branco (che siamo noi) nel prossimo futuro.
Ebbene arriva da Brescia una storia targata Covid-19 ma con un lieto fine: all’ospedale di Chiari mancano le valvole salvavita per la terapia intensiva, la notizia arriva al giornale locale che attiva la sua rete di conoscenze. A raccontare questa bella vicenda è Massimo Temporelli, “Questa mattina di buon ora mi ha svegliato al telefono Nunzia Vallini la direttrice del Giornale di Brescia con cui collaboro da qualche anno per la divulgazione nelle scuole della cultura Industry 4.0 (tra cui la stampa 3d). Aveva la voce agitata, si è scusata e mi ha detto che era un’urgenza: in un ospedale di Brescia le valvole per uno strumento di rianimazione stavano finendo e il fornitore non poteva fornirgliele in tempi brevi. Sarebbe stato un danno incredibile, alcune persone forse avrebbero perso la vita. E dunque, mi chiedeva: è possibile stampare 3d questa valvola? Mille giri di telefonate ai fablab di Milano e Brescia e poi per fortuna un’azienda della zona (eroico Cristian Fracassi!) ha portato una stampante 3d direttamente in ospedale e in poche ore ha ridisegnato e poi prodotto il pezzo mancante. Che bellezza le intuizioni degli umani, che bellezza l’intraprendenza, che bellezza la tecnologia!” Scrive Massimo Temporelli sulla sua pagina FB.
Le valvole stampate in 3d in tempi record
Le valvole scarseggiano e la fabbrica non sta dietro agli ordini. La produzione non si è fermata, ma la richiesta è talmente forte che le macchine non tengono il ritmo e la ditta non riesce ad evadere così velocemente gli ordini.
Nel frattempo che fare se un ospedale resta senza? Già perchè la valvola in questione è fondamentale per far funzionare un macchinario che serve in rianimazione per curare chi è alle prese con la lotta contro il coronavirus.
E così arriva l’idea: “Serve una stampante 3D per crearla”. L’appello dell’ospedale di Chiari arriva al Giornale di Brescia che attivando un circuito di telefonate fa in modo che la stampante 3D si trovi. Si arriva infatti a Massimo Temporelli, startupper: fisico, imprenditore e divulgatore scientifico, che tra i fablab trova l’immediata disponibilità di Cristian Fracassi e Alessandro Ramaioli, giovani ingegneri bresciani che si mettono al lavoro. In poche ore stampano in 3D i prototipi. Poi si presentano al Mellini con la prima cinquantina di valvole.
Per i due giovani ingegneri ore di lavoro incessante per produrre un centinaio di queste valvole, ma il sorriso dietro le mascherine batte anche i segni della fatica sul volto. E al loro impegno fa eco la disponibilità immediata raccolta da molte altre aziende del settore medicale e stampa in 3D, come Invatec-Medtronic, Only 3D, Fabula 3D.
Il direttore generale dell’ospedale di Chiari, Mauro Borelli, ha dichiarato al Giornale di Brescia: “Ne abbiamo già una decina in funzione”.
“Le valvole salvavita stampate in 3D funzionano a dovere. E addirittura la generosità di chi si è messo in gioco, abbinata alla passione per la precisione ingegneristica e la tecnolgia, vede già realizzato un secondo modello perfezionato della prima versione, che genera minor attrito.
“Che bellezza le intuizioni degli umani, che bellezza l’intraprendenza, che bellezza la tecnologia”.