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Coronavirus, a Milano sette hub temporanei per consegnare cibo

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Coronavirus, a Milano sette hub temporanei per consegnare cibo

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Un progetto portato avanti dal Comune di Milano con la Protezione Civile, Caritas Ambrosiana, Fondazione Cariplo, Programma QuBì, Coop Lombardia, Banco Alimentare, Milano Ristorazione, Amat

Un progetto portato avanti dal Comune di Milano con la Protezione Civile, Caritas Ambrosiana, Fondazione Cariplo, Programma QuBì, Coop Lombardia, Banco Alimentare, Milano Ristorazione, Amat

Lavoro
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Chiara Buratti
24 mar 2020

Sette hub temporanei per consegnare a domicilio aiuti alimentari ai meno abbienti durante l’emergenza Coronavirus.

E’ l’iniziativa che il Comune di Milano, grazie alla collaborazione tra l’assessorato alle Politiche sociali e abitative, gli uffici della Food Policy, la Protezione Civile, Caritas Ambrosiana, Fondazione Cariplo, Programma QuBì, Coop Lombardia, Banco Alimentare, Milano Ristorazione e Amat, sta portando avanti in 7 municipi milanesi.

La vicesindaco con delega alla Food Policy del Comune di Milano, Anna Scavuzzo, ci ha spiegato nel dettaglio come funziona il servizio e a chi si rivolge.

Leggi anche: Milano continua la sua lotta allo spreco alimentare: la call di Cariplo Factory

 

Come funzionano gli hub temporanei

“Gli hub che abbiamo creato fungono da punti di smistamento per la consegna della spesa a domicilio a quelle fasce della popolazione che vivono in condizioni di povertà e fragilità. Tra queste, in particolar modo, molte famiglie, anche con bambini, e anziani”, spiega la vicesindaco. Vivande che Banco Alimentare della Lombardia recupera quotidianamente dal suo centro logistico e che corrispondono, mediamente, a una tonnellata di cibo per ogni hub.

Pasta, riso, legumi, tonno, biscotti, passata di pomodoro, olio, sale, zucchero e, nel caso di famiglie con neonati, anche latte artificiale e omogeneizzati sono i prodotti che vengono consegnati. “Importanti, nella gestione di questa grave emergenza, sono anche le donazioni volontarie che spesso ci arrivano – afferma la vicesindaco – Al momento 150 persone, tra dipendenti del Comune, operatori e volontari sono a lavoro, quotidianamente, per garantire questo servizio”.

 

A chi si rivolge il servizio e come vi si accede

Sono più di 18.000 le famiglie milanesi che versano in condizioni di povertà al punto di non potersi permettere la spesa. Tra coloro che vengono aiutati tramite gli hub temporanei ci sono i nuclei familiari già seguiti dall’assessorato alle Politiche Sociali e le realtà interessate dal Programma Ricetta QuBì (promosso, tra gli altri, anche da Fondazione Cariplo), dai Centri d’Ascolto della Caritas di Milano e dal Banco Alimentare della Lombardia.

“Ad oggi abbiamo consegnato a 1.700 famiglie circa, ma il nostro obiettivo è quello di arrivare a 20.000“, afferma la vicesindaco.

Non solo nuclei familiari in situazioni economiche di emergenza, ma anche anziani fragili, soli o impossibilitati ad uscire sono i destinatari del progetto. “Per ricevere informazioni e richiedere l’accesso a questo servizio – spiega la vicesindaco – si può telefonare allo 020202, il contact center del Comune di Milano, che, dal 13 marzo, ha attivato un’apposita rete di supporto (ndr a cui si accede premendo il tasto 7) dedicata a coloro che versano in condizioni di fragilità e hanno bisogno di aiuto”.

 

Le procedure di sicurezza e la consegna

“Durante la presa in carico e la consegna degli alimenti, i nostri operatori seguono tutte le indicazioni necessarie fornite dal Ministero per la salvaguardia della salute in questo momento delicato – racconta la vicesindaco – Oltre ad essere muniti di guanti, mascherine e gel igienizzante, presenti in ogni hub, gli operatori sono obbligati a mantenere la distanza di sicurezza durante la consegna e a non entrare mai in contatto con i bisognosi che ricevono la spesa. In questo momento, stiamo cercando di aiutare una quantità di famiglie più ampia rispetto alla media che siamo abituati a rifornire. Questo perché oltre ad offrire un pasto a chi versa in condizioni di fragilità economica, dobbiamo soccorrere anche coloro che prima riuscivano a fare la spesa in autonomia ma che adesso si sono ammalati o hanno paura a recarsi al supermercato”, conclude la vicesindaco.

 

Gli hub di quartiere

Sul territorio milanese sono già presenti due hub permanenti, in via Borsieri e in via degli Umiliati, per la redistribuzione su piccola scala a 21 organizzazioni non profit del cibo in eccesso proveniente da supermarket e mense aziendali.

Il progetto, promosso dal Comune di Milano, Assolombarda, Politecnico di Milano, Programma QuBì e Banco Alimentare della Lombardia, ha permesso di recuperare nell’hub di via Borsieri 77 tonnellate di cibo (tra cui prodotti freschi, cucinati e secchi, frutta, verdura e pane), equivalenti a 154.000 pasti destinati, per un totale di 1.300 nuclei familiari coperti dal servizio.

Anche la rete degli hub permanenti punta ad allargarsi, partendo da Lambrate: zona in cui sorgerà il prossimo centro.

Tags: #ALIMENTI #ANNA-SCAVUZZO #BANCO-ALIMENTARE #CIBO #COMUNE-DI-MILANO #FOOD #HUB #POVERI
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