La norma interpretativa ha bloccato le domande che i professionisti hanno rivolto alle pensioni. Ora è richiesta una integrazione
È bastato un articolo, pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo che le Casse pensione avevano già iniziato a prendere in carico le domande dei propri iscritti, quel popolo di partite Iva che appartiene alle cosiddette professioni protette e non fanno perciò capo all’INPS, a costringere allo stop l’intero meccanismo di erogazione del bonus da 600 euro. Una fermata brusca, provocata mentre alcuni istituti previdenziali avevano persino iniziato ad accreditare le prime somme. Un brutto pasticcio, insomma, in un periodo già di per sé non facile.
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© Wopke Hoekstra, Twitter
L’articolo della discordia
Alla base di tutto, la norma interpretativa di cui all’art. 34 del D.L. 8/4/2020, n. 23:
(Divieto di cumulo pensioni e redditi) 1. Ai fini del riconoscimento dell'indennita' di cui all'articolo 44 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, i professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509 e al decreto legislativo10 febbraio 1996, n. 103 devono intendersi non titolari di trattamento pensionistico e iscritti in via esclusiva.
Non c’era traccia di tutto ciò nel Decreto legge del 28 marzo che modulava le regole di erogazione. Le Casse nel frattempo hanno già ricevuto ben più di 400 mila richieste, ma tra queste ci sono quelle dei professionisti che svolgendo anche un’attività da dipendenti, non possono accedere al bonus una tantum.
© Fonte: sito MEF
È richiesta una integrazione
Sarà perciò necessario integrare la propria domanda. La Cassa forense, l’istituto previdenziale degli avvocati, per esempio, ha già chiarito che: “Come già precisato nel comunicato pubblicato sul sito della Cassa, la dichiarazione integrativa non influirà, in alcun modo, sull’ordine di arrivo delle domande, così come originariamente presentate”. Una precisazione obbligatoria, quella sulla graduatoria stilata in base all’orario di recapito delle domande, perché sebbene il Governo abbia ribadito che l’intera platea verrà coperta, il fondo da 200 milioni di euro non basterà certo per tutti, e diverse Casse, tra cui quella degli avvocati, userà proprio il criterio cronologico per scegliere i beneficiari del bonus da 600 euro finché le risorse non saranno esaurite.
Chi ha diritto al bonus da 600 euro
Ecco allora chi ha diritto al bonus da 600 euro dopo l’intervento dell’ultima norma:
- I professionisti che non siano titolari di pensione;
- I professionisti che dichiarano di aver percepito nel 2018 un reddito complessivo non superiore a 35 mila euro;
- In alternativa, i professionisti che dichiarano di aver percepito un reddito complessivo tra 35 mila euro e 50 mila euro (sempre, ovviamente, nel 2018) e abbiano «cessato o ridotto o sospeso», la propria attività professionale in conseguenza dell’emergenza epidemiologica in atto.