Come l’Europa esce dal lock down. In Austria riaprono oggi McDonald’s e i cinema solo in modalità drive in. La Germania riparte gradualmente, ma Merkel è dubbiosa. Dalla Francia arrivano dati preoccupanti sul PIL
Germania e Austria provano a ripartire. Vienna, per dovere di completezza, ha iniziato la propria Fase 2 già la scorsa settimana e oggi espanderà l’elenco delle attività che possono tornare ad alzare le serrande anche ai fast food e ai cinema purché con modalità drive in. In Germania, invece, la cancelliera Angela Merkel si è rivelata insolitamente timorosa di fronte a questa accelerazione. Infine, da Parigi, ancora immersa nei lock down, arrivano stime preoccupanti sul PIL francese. Ecco come l’Unione europea affronta l’uscita dalla quarantena per Coronavirus.
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Germania, la preoccupazione di Angela Merkel
Stando alla Dpa, Angela Merkel non avrebbe salutato con enfasi la riapertura odierna delle attività commerciali e si sarebbe mostrata molto preoccupata, parlando al gruppo parlamentare della Cdu, sui “dibattiti orgia sulla riapertura” avvenuti in questi giorni. Secondo fonti di stampa, la cancelliera avrebbe chiarito che mettere in discussione le restrizioni ancora in vigore, come hanno fatto per esempio in tre Land in cui da oggi si è tornati a scuola per completare l’anno, possa aumentare il rischio contagio da Coronavirus vanificando gli sforzi compiuti finora.
L’Austria riparte con la formula drive-in
In Austria riaprono oggi 70 (su 195 punti vendita totali) filiali di McDonald’s, chiuse da metà marzo, dotate di McDrive, vale a dire con la possibilità di effettuare ordinazioni restando all’interno della propria autovettura. In una prima fase il menù sarà ridotto. Vienna si prepara poi a restaurare i vecchi cinema drive in: l’ultimo è fallito nel 2015 a Gross Enzersdorf, ora, grazie al coronavirus la sua riapertura è imminente: i biglietti saranno acquistabili via internet e l’audio del film arriva dall’autoradio.
Francia: lock down rischia di costare 120 miliardi
In una Francia ancora alle prese con la quarantena arrivano invece le prime stime sui danni del lock down. Secondo l’Osservatorio francese delle congiunture economiche (Ofce) “Nel periodo di confinamento, il PIL si è ridotto del 32%”, il che corrisponde a cinque punti di Pil sull’intero anno 2020. Circa il 60% del calo del reddito nazionale viene assorbito dalle casse pubbliche tramite un aumento del deficit, mentre il 35% pesa sulle imprese, il che pone la questione della ripresa dopo il lockdown”, rileva l’Ofce. In totale, le otto settimane di confinamento per lottare contro il coronavirus dovrebbero causare una perdita di attività per l’economia francese di 120 miliardi di euro.