Previsto per oggi il Consiglio dei ministri per licenziare il ritardatario decreto Aprile da 55 miliardi con le misure straordinarie per salvare il Paese
Sotto il fregio decorato nel 1665 dal pittore austriaco Giovanni Paolo Schor e i due grandi arazzi del fiammingo Jan Leyniers raffiguranti le storie della vita di Alessandro Magno il Governo Conte non si è ancora riunito. La grande sala del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi è rimasta desolatamente vuota. Voci di corridoio dicono che il premier abbia provato in tutti i modi, ma senza esiti, a riunire il proprio esecutivo in un Cdm notturno che licenziasse in extremis il decreto Rilancio, ormai decreto rinvio, annunciato prima di Pasqua e destinato a farsi vedere – forse – un mese dopo, su cui sembra che il governo stesse per spaccarsi senza più possibilità di ricomposizione. Comunque, oggi dovrebbe essere il gran giorno del Consiglio dei ministri che licenzierà l’intero pacchetto da 55 miliardi, equivalente di due finanziarie.
Palazzo Chigi
Cosa dovremmo trovare nel decreto Rilancio
Iniziamo dai numeri: al momento si conosce la destinazione di 48 dei 55 miliardi del decreto Rilancio. La fetta più corposa, ovvero 12 miliardi di liquidità agli enti locali per il pagamento delle imprese fornitrici, 10 miliardi sarà destinata alla cassa integrazione, 6 miliardi dovrebbero essere destinati alle misure per le PMI. Il bonus alle partite Iva viene 4,5 miliardi, il taglio dell’Irap chiesto a gran voce da Confindustria dovrebbe costare 4 , 3 miliardi dovrebbero andare alla Sanità, riunendo la spesa preventivata per tre anni e finalizzati all’assunzione di 9.600 infermieri e all’aumento del 115% dei posti in terapia intensiva, 2 miliardi saranno investiti nella sicurezza, sempre 2 miliardi per l’adeguamento di negozi e attività produttive alle norme anti Covid, 2 miliardi per misure fiscali, mentre turismo e cultura dovranno spartirsi 2,5 miliardi, 500 milioni per colf e badanti.
Versamenti rinviati a settembre
Partiamo da un tema che riguarda tutti. Per quanto riguarda le proroghe, vanno al prossimo 16 settembre i versamenti di ritenute, IVA, contributi previdenziali e Inail, atti di accertamento, cartelle esattoriali, avvisi bonari e le rate della rottamazione-ter e del saldo e stralcio, già sospesi dall’emergenza Coronavirus per i mesi primaverili. I pagamenti potranno essere effettuati in unica soluzione o in quattro rate di pari importo.
© ABI
Bonus da 800 euro alle p.Iva e 1000 per quelle in difficoltà
Dovrebbe essere confermato il bonus una tantum da 600 euro per le partite Iva già elargito nel mese di marzo, con estensione della platea a stagionali, intermittenti, occasionali, venditori a domicilio e aumento a 800 euro. Per quanto riguarda il mese di aprile, il Governo era allo studio per prevedere un reinoltro della misura automatica e mettere al sicuro il sito dell’INPS da un altro assalto da parte di milioni di autonomi. Ma la situazione si complica per quanto riguarda le Casse professionali (architetti, geometri, ingegneri, avvocati, notai, giornalisti, geologi, ecc…): non tutte dispongono infatti degli strumenti necessari per effettuare un reinoltro de plano e motu proprio… Sembra invece che il bonus venga portato a 1000 euro per gli autonomi per il mese di maggio, ma in tal caso bisognerà dichiarare importi minori, causati dal Coronavirus, per quanto riguarda le mensilità di marzo e aprile di almeno un 33%.
Aziende verso lo stop rata Irap
L’ultima novità, che è anche l’ultimo terreno di scontro politico in particolar modo con Italia Viva, che si è fatta portatrice dell’istanza avanzata da Confindustria, riguarda fin quanto estendere lo stop dell’Irap in termini di beneficiari. Ieri sera il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, al TG5 ha dichiarato: «Elimineremo il saldo e acconto dell’Irap che sarà dovuto a giugno per tutte le imprese fino a 250 milioni di fatturato».
IMU congelata per alberghi e stabilimenti balneari
Con riferimento alle imprese del terziario, il decreto Rilancio dovrebbe congelare la prima rata dell’IMU agli alberghi a condizione che i proprietari degli immobili siano anche i gestori delle attività. La norma include l’abolizione della prima rata dell’imposta anche per gli stabilimenti balneari, marittimi, lacuali e fluviali.
© G20s
Affitti PMI: credito imposta 60% del canone
Si è molto parlato della necessità di intervenire per aiutare le imprese che pagano affitti e che rischiano ora di non stare dietro ai canoni. L’aiuto per le imprese con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni potrebbe sostanziarsi tramite un credito d’imposta fino al 60% dell’affitto, a condizione che abbiano visto dimezzare il proprio fatturato nel mese di aprile.
Sconti sulle bollette per le imprese
Affitti e IMU non dovrebbero essere i soli pagamenti “scontati” o posticipati per chi esercita attività di impresa. La misura prevede lo stanziamento di 600 milioni per alleggerire le bollette pagate dalle aziende e riguarda le utenze relative ai mesi di aprile, maggio e giugno 2020.
© ARERA Twitter
Aiuti di Invitalia per PMI fino 50 milioni
Stando all’ultima versione della bozza circolata, si prevederebbe con il decreto Rilancio anche l’istituzione di un apposito Fondo di Invitalia per sostenere gli aumenti di capitale delle PMI con fatturato nel 2019 tra 5 e 50 milioni che testimonino flessioni di almeno il 33% e che vareranno aumenti di minimo 250mila euro. In più, sul versante fiscale detrazioni/deduzioni del 20% fino a 2 milioni e la possibilità di chiedere a Invitalia di sottoscrivere strumenti finanziari emessi dalle aziende di 6 anni e senza interessi.
Reddito d’emergenza e cassa integrazione
Altra misura assai discussa, chiesta a gran voce dai 5 Stelle e mal digerita da Italia Viva e gran parte del PD è il Reddito di emergenza, che è poi un Reddito di cittadinanza dalla platea maggiore. Dovrebbe sostanziarsi come contributo di 400 euro fino a 800 euro per i redditi minori, con un periodo temporale di due mesi. Prorogati di altre 9 settimane degli ammortizzatori sociali con causale “emergenza COVID-19”.
© CDP – Facebook
Aiuti di Stato alle imprese contro i licenziamenti
Il decreto Rilancio dovrebbe prevedere la possibilità di concedere finanziamenti di Stato alle attività che navigano in cattive acque per il pagamento degli stipendi dei dipendenti al fine di evitare i licenziamenti. La sovvenzione dovrebbe avere la durata di 12 mesi.
© ABI
Fondo perduto per PMI fino a 5 milioni
Dovrebbe trovare posto nel decreto Rilancio anche l’ipotesi del fondo perduto per PMI, autonomi, artigiani, commercianti fino a 5 milioni di ricavi o compensi che nel mese di aprile 2020 abbiano registrato flessioni di almeno 2/3 rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.
Le vie per salvare le aziende che rischiano di fallire
Sono diversi gli strumenti studiati nel decreto Rilancio per le attività che rischiano di non riaprire, a seconda della loro grandezza. Per le imprese fra 5 e 50 milioni di fatturato si prevede l’intervento dello Stato come deus ex machina per ricapitalizzazioni private con somme uguali a quelle messe dai soci. Per le imprese sopra i 50 milioni di fatturato si dovrebbe sanare tramite l’intervento di Cassa Depositi e Prestiti, che pescherà da un apposito fondo. Le Regioni infine avranno ampi margini di intervento con aiuti fino a 800mila euro (120mila per la pesca e 100mila per l’agricoltura).
© MSG Spotters – social Alitalia
Altri 3 miliardi per statalizzare Alitalia
Procede la nazionalizzazione della Compagnia di bandiera, già avviata con i primi provvedimenti emergenziali per il Coronavirus. Prende perciò forma la newco che dovrebbe essere controllata dal Tesoro o da una società a partecipazione pubblica anche indiretta, nella quale lo Stato verserà almeno 3 miliardi per il 2020.