Un pasticcio normativo nel decreto Rilancio mette a rischio la misura a sostegno di avvocati, geometri, psicologi, appesi comunque a un nuovo decreto attuativo
Mentre l’INPS procede motu proprio all’erogazione del bonus di 600 euro per gli iscritti alla gestione separata (oggi sono previsti altri 2 milioni di bonifici), le partite IVA iscritte agli ordini professionali restano per ora al palo. Ecco cosa ferma la corresponsione dell’assegno di aprile.
Il pasticcio del dl Rilancio
Anzitutto, sul cammino già accidentato per ottenere il bonus di 600 euro ci si è messo pure un conflitto di norme tutto interno al decreto Rilancio. Un pasticcio vero e proprio dovuto alla fretta di redigere il testo. Se ne sono accorti gli avvocati, che hanno evidenziato: “C’è da risolvere (auspicabilmente mediante un’errata corrige da pubblicare in Gazzetta Ufficiale) il problema creato da due norme del “Decreto rilancio” che, da una parte (art. 78), rifinanzia la misura di marzo anche per aprile e maggio e, dall’altra (art. 86), rende il bonus già erogato incompatibile con quello dei mesi successivi”.
La replica del ministero del Lavoro
L’errore effettivamente c’è ed è pure imbarazzante, ma il ministero del Lavoro, con una nota, promette che il bonus di 600 euro sarà assicurato, perché vale quanto prescrive il primo articolo ed è da ignorare il contenuto del secondo: “Resta ferma l’erogazione dell’indennità per i mesi di aprile e maggio per i professionisti iscritti alle Casse di previdenza privata che l’hanno già percepita a marzo, come specificato all’art. 78 del decreto Rilancio”.
Il bonus di 600 euro appeso a un altro decreto
Come poi chiarisce l’INPGI, la Cassa pensione dei giornalisti, “in attesa del decreto interministeriale, l’INPGI, al pari degli altri enti e casse di previdenza dei professionisti, non potrà precedere né a ricevere le domande da parte degli iscritti né, ovviamente, a disporre l’erogazione delle somme”. Già, perché l’erogazione del bonus relativo ai mesi di aprile e maggio 2020 per i professionisti iscritti alle Casse è subordinata all’emanazione di un nuovo Decreto Interministeriale che dovrà stabilire la platea dei soggetti interessati, eventuali limiti di reddito, le modalità di presentazione della domanda e inoltre i criteri per la graduatoria. In tutto, il dl Rilancio ha bisogno di 98 decreti attuativi o resterà lettera morta.
I decreti hanno 60 giorni di tempo per essere pubblicati: dando per scontato che la mole di lavoro piombata in capo ai tecnici ministeriali non accelererà il lavoro, le partite IVA potrebbero veder sbloccata la situazione anche a ridosso del termine, ovvero il 19 luglio. Questo significa che potrebbero incassare l’assegno di aprile ad agosto.
Professionisti esclusi dai sostegni per le imprese
C’è poi un altro punto del decreto Rilancio che ha fatto infuriare geometri, ingegneri, avvocati e architetti: i loro studi professionali non sono stati equiparati alle piccole imprese e non godranno quindi dei benefici previsti per artigiani e imprenditori. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri intervenendo alla trasmissione Piazza Pulita. Il titolare del dicastero di via XX Settembre ha infatti specificato che quelle misure sono state previste per persone giuridiche mentre i professionisti sono “solo persone”.
Il ministro all’Economia Roberto Gualtieri
La replica dei Commercialisti
Durissima la replica dei Commercialisti: “Con il Decreto Rilancio viene di fatto negato quanto riconosciuto con il precedente Decreto Liquidità nel quale il riferimento alle attività economiche è nell’ottica della Raccomandazione CE 361/2003 secondo cui impresa è “qualsiasi entità impegnata in un’attività economica, indipendentemente dalla sua forma giuridica”. Tale contraddizione è certamente grave ma ancor più grave è che il Ministro con le sue dichiarazioni ha dato prova di non rendersi neppure conto di questo stravolgimento del concetto di impresa. “Ad oggi – scrivono i Presidenti Nazionali nella loro lettera – per noi professionisti ordinistici permane l’esclusione dalla misura dei 1.000 euro, permangono i limiti di reddito (previsti solo per noi) anche per aprile e maggio sul beneficio di 600 euro e non è previsto l’accesso ai contributi a fondo perduto, che sarebbero una boccata di ossigeno per tutte quelle micro-realtà che in questi mesi hanno lavorato senza sosta e senza profitto (“servizi essenziali” durante l’emergenza) per affrontare assieme allo Stato e ai cittadini una tragedia umana ed economica quale da generazioni non si era mai vista”.
Confprofessioni: “parole inaccettabili”
Ancora più dura la nota di Confprofessioni: “Inaccettabili e superficiali. Le dichiarazioni del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, secondo il quale “i professionisti sono persone e beneficiano delle indennità di 600 euro, quindi non hanno diritto ai contributi a fondo perduto delle imprese”, non sono appropriate per un ministro della Repubblica”, così il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ribadendo che in tal modo l’esecutivo procede con l’esclusione di 2 milioni di liberi professionisti dai contributi a fondo perduto per le imprese. Insomma, il bonus di 600 euro è solo la punta dell’iceberg dei problemi tra il mondo dei professionisti e il governo.