Le conseguenze del «Great Lock Down» colpiranno tutti gli Stati, in particolare i ceti più poveri. Solo la Cina potrebbe riportare il PIL in ambito positivo
Il mondo sta uscendo faticosamente dall’emergenza sanitaria (l’Asia e l’Europa, almeno, perché il continente americano è ancora in piena crisi), ma le cicatrici del Coronavirus saranno visibili per parecchio tempo, soprattutto sul fronte dell’occupazione. È l’allarme lanciato dal Fondo Monetario Internazionale. «La pandemia di Covid-19 – si legge nel World economic outlook (Weo) – ha avuto un impatto più negativo del previsto nella prima metà del 2020 e si prevede che la ripresa sarà più graduale».
© Fitch – Twitter
Quest’oggi l’FMI ha aggiornato le stime di crescita per il 2020 in virtù del perdurare dell’emergenza sanitaria e ora prevede una contrazione del PIL mondiale del 4,9%, contro il 3% stimato ad aprile. Per il Fondo Monetario Internazionale saranno soprattutto i ceti più deboli a pagare, ancora una volta, le conseguenze dell’ennesima crisi economica. Conseguenze, scrivono gli analisti, tali da minacciare i progressi fatti nella lotta alla povertà.
© Fitch – Twitter
L’FMI calcola che l’economia globale perderà 12.500 miliardi di dollari rispetto alle proiezioni di inizio anno stilate prima della pandemia. Delle economie più avanzate, solo la Cina potrebbe riuscire a mantenere l’indicatore percentuale del proprio PIL in terreno positivo. In merito, l’FMI parla di «Great Lock Down».
Colpo «catastrofico» per l’occupazione
Durante il great lockdown sono rimasti tagliati fuori dal mondo del lavoro tutti coloro che non hanno avuto la possibilità di trasferire le proprie consegne in ottica smart working: «Il colpo – spiegano gli analisti – è stato particolarmente duro per i lavoratori poco qualificati, che non hanno la possibilità di lavorare da casa». Particolarmente penalizzate«le donne appartenenti a gruppi a basso reddito». La pandemia, insomma, ha acuito le diseguaglianze già presenti nel “vecchio mondo” e minaccia ora di invertire il trend di riduzione della povertà estrema: «Oltre il 90% dei mercati emergenti e delle economie in via di sviluppo registrerà un calo del reddito pro-capite nel 2020», avvertono dal Fondo Monetario Internazionale.