Dopo Alitalia, con l’Ilva ancora in bilico, l’esecutivo prosegue le statalizzazioni. Atlantia cederà l’88% a Cassa depositi e prestiti
Se non bastassero le solite fonti interne a convincere che quello andato in scena stanotte, sul dossier Autostrade, è stato un Consiglio dei Ministri incredibilmente duro, carico di tensioni, capace di mettere a rischio la tenuta della stessa maggioranza, una prova arriva dalla sua durata: iniziato ieri sera attorno alle 22 e terminato soltanto all’alba.
Alla fine però è stato trovato l’accordo sulla gestione ventura di Autostrade. Via i Benetton, divenuti ormai una presenza scomoda e progressiva nazionalizzazione – l’ennesima, dopo i 3 miliardi di soldi pubblici messi sul tavolo per Alitalia – di ASPI.
Cosa prevede l’accordo su Autostrade
Questi i punti dell’accordo, secondo quanto comunicato dall’ufficio stampa del governo:
Punti relativi alla transazione
- Misure compensative ad esclusivo carico di ASPI per il complessivo importo di 3,4 miliardi di euro;
- riscrittura delle clausole della convenzione al fine di adeguarle all’articolo 35 del decreto-legge “Milleproroghe” (decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162);
- rafforzamento del sistema dei controlli a carico del concessionario;
- aumento delle sanzioni anche in caso di lievi violazioni da parte del concessionario;
- rinuncia a tutti i giudizi promossi in relazione alle attività di ricostruzione del ponte Morandi, al sistema tariffario, compresi i giudizi promossi avverso le delibere dell’Autorità di regolazione dei trasporti (ART) e i ricorsi per contestare la legittimità dell’art. 35 del decreto-legge “Milleproroghe”;
- accettazione della disciplina tariffaria introdotta dall’ART con una significativa moderazione della dinamica tariffaria.
Punti relativi all’assetto societario del concessionario
In vista della realizzazione di un rilevantissimo piano di manutenzione e investimenti, contenuto nella stessa proposta transattiva, Atlantia S.p.a. e ASPI si sono impegnate a garantire:
- l’immediato passaggio del controllo di ASPI a un soggetto a partecipazione statale (Cassa depositi e prestiti – CDP), attraverso:
- la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da parte di CDP;
l’acquisto di quote partecipative da parte di investitori istituzionali; - la cessione diretta di azioni ASPI a investitori istituzionali di gradimento di CDP, con l’impegno da parte di Atlantia a non destinare in alcun modo tali risorse alla distribuzione di dividendi;
- la scissione proporzionale di Atlantia, con l’uscita di ASPI dal perimetro di Atlantia e la contestuale quotazione di ASPI in Borsa. Gli azionisti di Atlantia valuteranno la smobilizzazione delle quote di ASPI, con conseguente aumento del flottante.