La prima erogazione sarà pari al 10% dell’ammontare del Next Generation Eu. Le altre arriveranno in tranches due volte l’anno
L’audizione davanti alla Commissioni Bilancio e Politiche della Ue di Camera e Senato del commissario all’Economia Paolo Gentiloni rischia di riaccendere la polemica politica sul MES a tre settimane dal voto delle Regionali. Il membro italiano della Commissione di Ursula von der Leyen ha infatti ribadito che i soldi del Recovery Fund non arriveranno prima di un anno/10 mesi. E si tratterà solo della prima tranche di aiuti. Ma l’economia italiana, da ricostruire dopo l’emergenza della pandemia di Covid-19, non potrà certo aspettare tutto questo tempo.
Cosa ha detto Gentiloni sul Recovery Fund
Paolo Gentiloni ha spiegato al Parlamento non solo le tempistiche del Next Generation Eu, ma anche le modalità dell’erogazione. «All’atto dell’approvazione del piano di riforme italiano da parte del Consiglio, presumibilmente entro il primo semestre 2021, ci sarà la prima erogazione pari al 10% dell’ammontare del piano di Recovery Fund», mentre «le altre erogazioni saranno a cadenza semestrale, due volte l’anno». Il commissario ha sottolineato che mentre è il Consiglio (e quindi l’insieme dei capi di Stato e di Governo dei 27) a decidere l’approvazione del piano, sarà la Commissione (dunque il governo dell’Ue) a decidere sull’erogazione sulla base del rispetto dei tempi proposti nei piani nazionali.
Cosa chiede l’Ue all’Italia
Gentiloni ha invitato il Governo italiano a evitare la compilazione di una «raccolta di esigenze» spronandolo a dotarsi «del coraggio di guidare questa ripresa e ricostruzione» perché «o lo facciamo oggi o sarà difficile in altre occasioni. Questa è la grande responsabilità del governo e del parlamento e sono fiducioso che l’Italia ha tutte capacita e potenzialità per essere all’altezza di questa sfida». La Commissione Ue chiede che l’esecutivo, nel presentare il proprio programma di riforme per la ricostruzione del Paese, indichi le proprie scelte nel quadro delle priorità, ma non vari un «catalogo di di spese». Oggi le risorse e lo spazio di bilancio per affrontare i problemi «ci sono, se non le usiamo oggi il rischio è che non lo facciamo più e questo vale soprattutto per l’Italia, sia per i problemi di bassa crescita sia per l’elevato livello del debito, problema che non scomparirà nel tempo».