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Terza tappa del progetto “Biotech, il futuro migliore”, realizzato da Assobiotec Federchimica in partnership con StartupItalia. Lunedì 14 settembre torneremo in diretta con una puntata speciale dedicata alla bioeconomia, volàno per la crescita sostenibile grazie soprattutto alle biotecnologie
Le biotecnologie come motore strategico per la ripartenza e la crescita sostenibile del Paese e del nostro pianeta. È questo il tema al centro del terzo appuntamento di “Biotech, il futuro migliore – Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l’Italia”, un progetto promosso da Assobiotec Federchimica in partnership con StartupItalia, che tra giugno e ottobre prevede quattro appuntamenti preparatori a un grande evento finale, il 9 novembre 2020, per sensibilizzare il pubblico, soprattutto quello più giovane, sul ruolo e l’importanza delle biotecnologie: non solo per la capacità di migliorare le nostre vite, ma anche come asset strategico su cui puntare per il rilancio e, in generale, il futuro del Paese.
Il format prevede quattro speciali di StartupItalia Live – che potete seguire sulle nostre pagine Facebook, LinkedIn e YouTube – alle quali partecipano diversi ospiti moderati da Giampaolo Colletti, manager e giornalista su molte testate nazionali, tra cui anche StartupItalia. Le sessioni live hanno l’obiettivo di divulgare i principali messaggi emersi nelle riunioni, a porte chiuse, dei gruppi tecnici di lavoro, che si svolgono precedentemente tra gli associati di Assobiotec, gli stakeholder del settore e le Istituzioni. L’evento conclusivo, composto da una plenaria e alcuni workshop verticali, costituirà invece l’occasione per presentare un Manifesto e, soprattutto, un Documento di Posizione – con proposte operative per la crescita e lo sviluppo del settore, per le imprese e il Paese – che verranno messi a disposizione del governo italiano.
La Bioeconomia in Italia
Il progetto, dunque, compie una nuova tappa lunedì 14 settembre, partendo con la riunione del terzo gruppo di lavoro su “Ripensare consumi e impronte sul mondo: la rivoluzione della bioeconomia” per avviare una riflessione condivisa sulle potenzialità e i vantaggi per la salute e l’ambiente della bioeconomia, intesa come un nuovo paradigma di sviluppo economico e sociale che parte dalla rigenerazione dei territori e dall’impiego di risorse biologiche rinnovabili locali come materie prime per un’industria sostenibile e innovativa. In questo contesto, giocano un ruolo cruciale le biotecnologie industriali e agricole, che rappresentano la principale leva di innovazione per la bioeconomia.
Secondo l’identikit tracciato dal 6° rapporto su “La bioeconomia in Europa”, realizzato dalla Direzione Centro Studi di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Assobiotec, il comparto italiano occupa oltre due milioni di persone e genera un output di circa 345 miliardi di euro (dati 2018) pari al 10,1% del valore della produzione, posizionandosi al terzo posto in Europa, dopo Germania (414 miliardi) e Francia (359 miliardi). Un valore in crescita di oltre 7 miliardi rispetto al 2017 (+2,2%), grazie in particolare al contributo della filiera agro-alimentare, che costituisce uno dei pilastri della bioeconomia, generandone oltre la metà del valore della produzione e dell’occupazione. E in forte crescita sono anche le startup innovative riconducibili a questo ambito: ne sono state censite 941, pari all’8,7% di quelle iscritte a fine febbraio 2020 nell’apposito registro, con oltre il 50% dei soggetti operativi nella R&S e nella consulenza.
“Si tratta di un settore in cui le biotecnologie si sono ritagliate un ruolo di game changer e che oggi è imprescindibile nelle politiche di sviluppo sostenibile di diversi paesi del mondo”, ha ribadito Riccardo Palmisano, presidente Assobiotec Federchimica, alla presentazione del rapporto. Politiche ancora più necessarie alla luce dell’attuale pandemia da nuovo coronavirus, che ha reso sempre più evidente il bisogno di ripensare il modello di sviluppo economico in una logica di maggiore attenzione alla sostenibilità e al rispetto ambientale. Del resto, a sottolinearlo è lo stesso Palmisano, per cui “la crisi da Covid-19 ci pone con urgenza il bisogno di rivedere il rapporto tra modi di produzione, gestione delle risorse e del territorio. E il biotech potrà e dovrà svolgere un ruolo cruciale in questo processo di innovazione del Paese”.
Si torna in diretta
Lunedì 14 settembre, quindi, si inizia con il tavolo di lavoro dedicato al settore, dalle 14 alle 16, dove imprese, Istituzioni e stakeholder, si confronteranno sul potenziale rivoluzionario della bioeconomia nel nostro Paese e non solo, affrontando diversi temi: dalla riconversione dei siti industriali dismessi in bioraffinerie integrate nel territorio alla creazione di filiere anche attraverso decreti End of waste; dalla revisione del quadro normativo affinché la sperimentazione delle varietà vegetali ottenute mediante biotecnologie sostenibili possa essere consentita anche in campo aperto alla ripresa ed estensione dei piani e progetti di ricerca nazionali nell’ambito delle agrobiotecnologie sostenibili, fino alla revisione della normativa europea sui novel food.
A seguire, dalle 17 e fino alle 18, una nuova puntata speciale di StartupItalia Live, questa volta dedicata al tema “Ripensare consumi e impronte sul mondo: la rivoluzione della bioeconomia” con un focus sulla capacità innovativa delle biotecnologie come volàno per la crescita sostenibile. A confrontarsi con Giampaolo Colletti, saranno Fabio Fava – componente del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e professore ordinario di biotecnologie industriali e ambientali presso l’Università di Bologna – che ci spiegherà come si passa da un piano strategico a un piano d’azione, quando parliamo di bioeconomia; Deborah Piovan – imprenditrice agricola e dirigente di Confagricoltura, portavoce del Manifesto “Cibo per la mente” – che proverà a rispondere alla domanda se l’agricoltura italiana sia pronta alla grande sfida posta dalla strategia “Farm to Fork”, messa in campo dalla Commissione europea per raggiungere un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente; Elena Sgaravatti – ceo di DemBiotech – che ci introdurrà alla plant-based economy, come pilastro della bioeconomia italiana; Luigi Capuzzi – direttore della ricerca e sviluppo di Novamont – che approfondirà il caso Novamont, illustrando le nuove frontiere delle biotecnologie industriali; Mauro Provezza – direttore industriale di Bayer CropScience – che parlerà del rapporto fruttuoso che si può instaurare tra biotecnologie innovative e digitalizzazione, per raggiungere obiettivi di produttività, qualità, sicurezza e sostenibilità.
L’ultima tappa
Segnatevi in agenda questa data: lunedì 12 ottobre, quando torneremo in diretta con l’ultima live del progetto “Biotech – Il futuro migliore”, per parlare più in generale di biotech e comunicazione, soprattutto rispetto al ruolo cruciale che queste tecnologie possono giocare nel rispondere a urgenze e necessità dell’intera popolazione globale.
Potrete seguire la diretta qui a partire dalle 17