Ma intanto indipendentemente da norme e sentenze Just Eat e Alfonsino intendono assumerli così da rendere meno precari i lavoratori emblema della gig economy
Prima battuta d’arresto in un’aula di giustizia per i rider, che sembravano in volata verso la possibilità di ottenere per via giurisprudenziale ciò che non è stato ancora riconosciuto loro a livello legislativo. Il giudice del lavoro di Firenze ha infatti rigettato le istanze della Nidil CGIL Firenze, Filt CGIL e Filcams CGIL con cui si chiedeva di riconoscere che i fattorini di Deliveroo sono dipendenti e non lavoratori autonomi.
Per il tribunale i rider Deliveroo sono lavoratori autonomi
Insomma, in attesa di ricorsi, viene confermata la tesi di Deliveroo e la natura autonoma del rapporto di collaborazione dei rider, ovvero la non applicabilità dell’art. 28, legge n. 300 del 1970. Questo tipo di rapporto non è soggetto agli stessi obblighi del lavoro subordinato. Inoltre, il giudice fiorentino ha ribadito la non obbligatorietà della prestazione dei rider che collaborano con Deliveroo e la loro libertà “di decidere se e quando lavorare, senza dover giustificare la loro decisione” e pertanto dichiarato l’inammissibilità della richiesta di annullare i contratti individuali che incorporano il CCNL Rider stipulato tra Assodelivery e UGL.
Soddisfazione trapela naturalmente Deliveroo: “Non sono solito commentare le sentenze, ma oggi è un giorno importante per Deliveroo e per l’industria italiana del food delivery – ha dichiarato Matteo Sarzana, General Manager di Deliveroo Italy -. È molto interessante leggere questa decisione: conferma la legittimità del modello adottato da Deliveroo e il percorso seguito con l’applicazione del CCNL Rider che riconosce importanti tutele ai rider che collaborano con noi”.
Chi ha promesso assunzioni
Resta il fatto che, mentre per la legge italiana è perfettamente legittimo inquadrare i rider come lavoratori autonomi, c’è già chi ha deciso di superare norme e sentenze, promettendo assunzioni. È il caso per esempio di Just Eat Italia che lo scorso novembre ha promesso l’assunzione dei suoi 3mila fattorini entro la fine del 2021, come ha annunciato l’amministratore delegato, Daniele Contini a L’Economia del Corriere della Sera: «È un segno di civiltà e di etica applicata al business. Ci saranno dei costi da sopportare, ma crediamo in questo business ed è arrivato il momento di investire sulle persone».
E non sarà la sola. In scia si è messa anche Alfonsino, startup fondata a Caserta nel 2016 e attiva nel settore della food dalivery, decisa a rivoluzionare il settore di una delle categorie di lavoratori più emblematiche e precarie della gig economy. L’obiettivo è assumere 3mila rider entro la fine del 2022. E speriamo che questa sentenza non le dissuada dal raggiungere quel traguardo.