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Aggiornamento del 19 giugno 2015: Jusp si accorda con Fastweb, qui tutti i dettagli

Quella di Jusp è una storia bella, ma anche complicata. Fondata dai 27enni lombardi Jacopo Vanetti e Giuseppe Saponaro, la startup è partita a fine 2011 con un obiettivo ambizioso: fare in Europa quello che Jack Dorsey sta e stava facendo negli Stati Uniti con Square, il lettore di carte da attaccare agli smartphone per permettere a esercenti e professionisti di accettare pagamenti diversi dal contante senza il classico Pos (e spese annesse e connesse).

Jacopo Vanetti e Giuseppe Saponaro

Un’idea interessante e potenzialmente vincente, tanto da ottenere la scorsa primavera un finanziamento da 6 milioni di dollari e da venire accolta nell’incubatore del Politecnico di Milano Polihub. Per iniziare a fare sul serio con la commercializzazione dei dispositivi, però, bisognerà attendere ancora qualche settimana. Saponaro spiega a SmartMoney che “l’attesa è dovuta alla decisione di non esternalizzare l’ingegnerizzazione del prodotto”.

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Una mossa che ha permesso di abbattere i costi: Jusp applica una commissione del 2,5% su ogni transazione ed è in questo modo competitiva nei confronti dei servizi analoghi che intanto sono spuntati come funghi. In particolare è la tedesca Payleven a essere mossa bene nei nostri confini e ad aver siglato anche un’intesa con Poste Italiane per agevolare la distribuzione dei suoi lettori. Ma, come detto, però Jusp scenderà in campo con lo 0,25% in meno su ogni pagamento effettuato che potrebbe fare la differenza. In questi mesi, spiega Saponaro, “abbiamo coinvolto 500 merchant nella fase pilota e ci stiamo muovendo nel Sud-est asiatico, in Sud America e nell’Europa dell’est. Fuori dall’Italia è più facile, preferiscono testare a lungo la sicurezza del prodotto piuttosto che fermarsi alle certificazioni”. Il riferimento è al certificato CB2 per accettare i bancomat che Jusp sta ancora aspettando. Questo non ha impedito, in Italia, di incuriosire un importante società attiva nel campo delle assicurazioni che sarebbe vicinissima alla firma di un accordo. In Australia è in chiusura un’intesa del valore di 50mila pezzi.

La macchina, insomma, sembra essersi finalmente messa in moto. E lo sta facendo con le mani sul volante di Stefano Calderano, ex Banca Intesa e Poste Italiane che veste i panni di Ceo. Non si tratta più di procedere solo sulla strada di Dorsey, ma di vedersela come realtà già ben posizionate come, oltre a Payleven, iZettle o SumUp. D’altro canto bisogna considerare che si tratta di un mercato ancora acerbo e ad altissimo potenziale soprattutto in Italia: nei nostri confini circolano 40 milioni di smartphone e, soprattutto, il decreto interministeriale Definizioni e ambito di applicazione dei pagamenti mediante carte di debito ha dato una prima botta alla circolazione del contante imponendo alle società che fatturano più di 200mila euro all’anno di dotarsi di un Pos (quelli di nuova generazione compresi). La strada è questa ed è lastricata da diverse soluzioni. Fra quelle legate allo smartphone c’è, ad esempio, anche l’Nfc. Jusp (finalmente) c’è.