La fotografia dell’ecosistema: quali startup innovano nell’ambito legale?
Da qualche anno, anche in Italia, stiamo assistendo allo sviluppo di realtà imprenditoriali innovative che si affacciano al settore legale, con una forte focalizzazione sul ruolo dell’automazione dei servizi. Il cosiddetto fenomeno del legal tech ha trovato terreno fertile per una forte espansione a livello europeo e, nell’immaginario comune, si pensa ad un settore che vanta una crescita importante anche nel nostro paese: i numeri che vi presenteremo ci racconteranno di una crescita in termini assoluti non sempre sostenibile e con qualche acciacco.
I dati oggetto dell’indagine sono stati raccolti ed elaborati da Kopjra e Legal Tech Forum negli ultimi anni, con particolare riferimento ai bilanci ufficialmente depositati tra il 2017 ed il 2020. Il campione di analisi è il database di aziende censite su Legal Tech Map, una mappa interattiva online contenente varie informazioni tra cui l’area di competenza, l’anno di fondazione, i ricavi operativi, ecc. Per uno spaccato maggiormente aderente al fenomeno preso in esame si è resa necessaria l’adozione di alcuni criteri, sia di natura quantitativa che qualitativa . L’obiettivo vuole essere quello di osservare da vicino, misurandone le opportunità di crescita economica, startup e realtà emergenti che concorrono alla crescita del settore legal tech offrendo al mercato prodotti non convenzionali.
I protagonisti, la distribuzione geografica e le aree di competenza
I protagonisti di questa analisi, società legal tech italiane (o fondate da italiani all’estero), sono poco più di 60 e classificabili in progetti d’impresa, spinoff universitari, startup e scaleup. Più della metà risultano essere ancora dei progetti d’impresa, con ricavi operativi inferiori ai 50.000 € ma che comunque offrono un prodotto digitale tangibile, almeno in fase prototipale. Meno del 5% sono considerate delle scaleup, la cui caratteristica fondamentale è la presenza di un business model scalabile con ricavi operativi superiori al milione di euro.
La distribuzione geografica mostra una predominanza di Lombardia, Lazio e Trentino-Alto Adige sulle altre regioni. La provincia con più costituzioni in termini assoluti risulta essere Milano, con 16 nuove costituzioni tra il 2011 ed il 2020.
Tra le aree di competenza che si presentano con maggior frequenza troviamo Intellectual Property, che domina rappresentando più del 15% del campione, a seguire Blockchain e Legal Automation, che include i segmenti Legal Analysis, Legal Drafting e Dispute Resolution. Il 2016 risulta essere un anno di svolta e particolare fermento, registrando il maggior numero di nuove costituzioni, grazie anche all’introduzione del GDPR e della PSD2. Le nuove costituzioni in ambito Digital Forensics guidano il fanalino di coda, segnandone un apprezzabile calo.
La crescita economica e l’impatto del capitale umano
Complessivamente si evidenzia una contrazione nei tassi di crescita dell’intero settore, con particolare riferimento all’anno 2019. Il grado di concentrazione di mercato sembra rimanere ancora a livelli medio-alti con le prime 10 aziende che detengono quasi l’80% della quota di mercato complessiva ed il 60% detenuto dalle prime 5, compatibilmente con una situazione di oligopolio.
I numerosi progetti d’impresa nati negli ultimi anni, i cui ricavi operativi medi nell’ultimo triennio oscillano tra i 5.000 € e i 15.000 €, non mostrano una particolare competitività né in termini reddituali né di profittabilità. Per quanto riguarda startup e spinoff, meno della metà sovraperfomano il valore della produzione medio delle startup innovative in italia (che ricordiamo essere di 185.000 €, dati aggiornati all’1 gennaio 2021). Più in generale, 4 aziende su 10 presentano un EBITDA negativo e di queste una parte significativa in maniera ricorrente da 4 o più anni.
Un elemento interessante da considerare è quello del capitale umano. Nonostante la digitalizzazione e la forte componente tecnologica di settore, le startup che presentano performance migliori sono quelle che hanno investito fin dall’inizio nel capitale umano e nel consolidamento del team. Questa risorsa si è dimostrata, ancora una volta, un’ottima leva di crescita, anche nelle nuove aziende ad alto grado di automazione. In modo complementare chi non ha presentato nel corso del tempo particolari investimenti nel capitale umano, affidandosi alla mera componente tecnologica, si è visto esaurire nel breve periodo la spinta sulla crescita iniziale.
A onor di cronaca, visti i presupposti e le prospettive a livello europeo, non è detto che questo si debba tradurre necessariamente in una crescita arrancante. È però auspicabile, soprattutto in un momento particolarmente sensibile come quello che stiamo attraversando, una profonda analisi delle reali criticità e delle opportunità che permetteranno di cavalcare l’onda della trasformazione digitale, anche nel settore legale.
Concludendo, secondo noi, quello che manca per uno sviluppo sano e sostenibile è un ecosistema convinto di voler accompagnare questi progetti nel lungo periodo. Ad oggi, al netto di qualche realtà lungimirante, ancora la maggioranza di studi e uffici legali sembra prediligere partner nazionali ed internazionali già consolidati.
Come potrà mai una startup legal tech nata in Italia crescere in questo Paese senza il primario supporto degli stessi potenziali clienti? Ricordiamoci che non sono i capitali raccolti a decretare il successo di una startup ma la sua capacità di generare ricavi, ovvero di soddisfare le esigenze di un preciso mercato. Legal Tech Map nasce proprio con l’intento di guidare e stimolare studi ed uffici legali ad “adottare” una startup legal tech italiana, testando i suoi prodotti e servizi, fornendo feedback così da aiutarla a migliorare e crescere in modo sano e duraturo.
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