Nell’investimento figura anche un partner strategico e finanziario italiano: l’operatore di private equity HAT
Huma Therapeutics Limited, società internazionale del Vecchio continente specializzata in tecnologia per la sanità che coniuga cura predittiva e machine learning, ha annunciato il completamento di un aumento di capitale di 130 milioni di dollari (circa 107 milioni di euro). È prevista la facoltà di deliberare un ulteriore aumento di capitale di 70 milioni (al cambio, 58 milioni di euro) da esercitarsi in futuro, che porterebbe il totale del capitale raccolto a più di $200 milioni (circa €165 milioni).
Cosa fa Huma
La piattaforma modulare di Huma supporta l’assistenza di prossimità e la telemedicina, i cosiddetti “ospedali a domicilio”, in forma digitale, in differenti aree mediche. Nel campo della ricerca la piattaforma di Huma supporta alcuni dei più grandi studi clinici decentralizzati del mondo. Combinando intelligenza artificiale, biomarcatori digitali e dati provenienti dal mondo reale, la piattaforma di Huma permette di migliorare le cure e la ricerca medico-scientifica sia in forma proattiva che predittiva.
Il nuovo investimento verrà destinato all’espansione della piattaforma digitale di Huma a livello internazionale e, in particolare, negli Stati Uniti, in Asia, in Europa – quindi anche in Italia – e in Medio Oriente. Le risorse permetteranno, inoltre, lo sviluppo tecnologico e commerciale della piattaforma, con l’obiettivo di portare le cure proattive e predittive su scala globale e di alimentare gli “ospedali a domicilio” – in forma digitale – supportando le aziende farmaceutiche e la ricerca scientifica nei più grandi studi clinici decentralizzati mai effettuati.
Dan Vahdat, fondatore e CEO di Huma, ha spiegato: “Questo è un momento cruciale nello sviluppo di Huma. Stiamo già dimostrando come “l’ospedale a domicilio” possa trasformare il mondo dell’assistenza sanitaria e come gli studi clinici decentralizzati possano far progredire la ricerca con approcci che solo un anno fa sembravano inimmaginabili. Ora vogliamo accelerare il ritmo del cambiamento, continuando ad innovare per raggiungere le migliori cure e ricerche medico-scientifiche in tutto il mondo”.
C’è un pizzico di tricolore nell’operazione
Leaps by Bayer e Hitachi Ventures hanno guidato l’aumento di capitale, che vede, accanto agli azionisti esistenti, nuovi investitori strategici e finanziari quali Samsung Next, Sony Innovation Fund by IGV, Unilever Ventures, Nikesh Arora (ex presidente di SoftBank) e Michael Diekmann (presidente di Allianz). Unico operatore italiano di private equity scelto come partner strategico e finanziario nell’investimento è HAT, guidato da Ignazio Castiglioni e presieduto da Nino Attanasio, che entra con il suo fondo HAT Technology & Innovation per supportare la crescita di Huma sul mercato domestico.
Ignazio Castiglioni, co-founder e AD di HAT, ha commentato: “Mai come in questo momento si è raggiunto un livello di consapevolezza altissimo sui vantaggi e sul valore dell’innovazione tecnologica in campo sanitario come fattore cruciale e strettamente correlato a ogni aspetto della vita sociale ed economica di un Paese. La tecnologia pioneristica di Huma può essere un vero game-changer nel settore della sanità e della ricerca scientifica”.
“Secondo alcune ricerche di mercato il settore del Digital Health è destinato a raggiungere gli 8 miliardi di dollari nel 2025 (nel 2017 era di 1, 75 miliardi)” ha commentato a margine dell’operazione l’avvocato Attilio Mazzilli, partner dello Studio Orrick che ha assistito Hat nell’operazione. “Il trend verso cui si sta andando è un mondo dove il benessere psico-fisico e il digitale sono destinati a unirsi indissolubilmente con l’obiettivo di contrastare l’aumento dei costi sanitari e garantire maggiore benessere alle persone”.