La pasta di Miscusi arriva anche nel Regno Unito e, a breve, Miscusi lancerà anche un menù completamente tracciabile per i clienti. Intervista al founder
Per la prima volta, Miscusi, brand italiano di pasta, arriva oltre i confini nazionali. Londra è stata la meta prescelta dal team per lanciare il marchio al di fuori del paese nativo. “Sin dagli albori, la volontà di Miscusi è stata quella di andare all’estero – spiega Alberto Cartasegna, fondatore e CEO di Miscusi – Partiamo dall’Inghilterra per poi puntare verso altri mercati europei e, in particolar modo, quelli spagnoli e francesi che conosciamo bene. Se, una volta, il mercato inglese era molto competitivo e costoso, oggi, post Brexit e post emergenza sanitaria, è, senza dubbio, più accessibile”.
Il nuovo locale, che aprirà nella centralissima piazza pedonale The Yard, a Covent Garden, una delle destinazioni più iconiche della capitale inglese, conta uno spazio di circa 400 mq e potrà ospitare sino a 163 coperti tra interno, dehor e una scenografica terrazza al primo piano. Una novità che dà il via alla fase di internazionalizzazione di Miscusi che ha, come obiettivo, quello di diffondere lo stile di vita mediterraneo nel mondo con una pasta dagli ingredienti rigenerativi per l’uomo e per l’ambiente.
Il menù completamente tracciabile di Miscusi
L’arrivo in Inghilterra di Miscusi non è l’unica novità che interessa il brand. “A breve lanceremo un nuovo menù completamente tracciabile – spiega il CEO – Questo significa che tutti coloro che avranno modo di assaporare i nostri prodotti sapranno esattamente da dove questi provengono e quanta CO2 è stata prodotta durante la lavorazione. Sin dalla nascita del brand abbiamo fatto della sostenibilità una delle nostre mission principali, lavorando sia sulla selezione delle materie prime, esclusivamente di alta qualità, che sulla tracciabilità di tutta la filiera: dalle pratiche agricole impiegate per la produzione sino al prodotto finito, pronto per essere mangiato”.
Un nuovo menù che racconterà, dunque, nascita, vita e preparazione delle pietanze ai clienti di Miscusi. “Al momento ci stiamo concentrando sulla produzione di grani sperimentali e sulle tecniche agricole a basso dispendio energetico necessarie per lavorare i prodotti che scegliamo di servire ai nostri clienti – racconta il founder – In un mondo che ancora combatte il Covid e si prepara ad affrontare sfide complicate per sopravvivere al climate change, Miscusi vuole essere una bandiera di speranza e ispirazione per le future generazioni, in Italia e nel mondo. Il cibo avrà ruolo centrale nelle sfide di domani e il nostro brand vuole rappresentare parte della soluzione, perché con un piatto di pasta è possibile, non solo essere felici e stare bene, ma anche rigenerare la nostra terra”.
Miscusi aprirà, inoltre, nuove attività principalmente a Milano, dove già sono presenti 5 ristoranti, e a Torino, che attualmente conta 2 Miscusi. “Milano e Torino sono le due grandi città dove c’è più richiesta – afferma Alberto Cartasegna – Ne abbiamo anche altre secondarie come Padova, Bergamo e Pavia, che attualmente stiamo studiando”.
Un round di investimento da 20 milioni
Recentemente Miscusi ha chiuso un round di investimento da 20 milioni di euro, guidato da MIP, il fondo di venture capital di cui Angelo Moratti è anchor investor, con il sostegno del fondo americano Kitchen Fund, già investitore di numerose realtà food internazionali di successo (tra queste SweetGreen). Questo è il secondo round di investimento da inizio anno: il primo, sempre guidato da MIP, si era chiuso a 12 milioni di euro.
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“Le nostre aspettative erano, comunque, in linea con quanto, poi, è divenuto realtà – spiega il CEO – Con i nostri investitori, da tempo condividiamo valori, prospettive e ambizioni e, anche questa volta, si sono mostrati attenti e fiduciosi nel nostro operato. Per Miscusi, la crescita di capitale è vista come una necessità fondamentale per potersi migliorare perseguendo gli obiettivi aziendali prefissati. E anche se oggi elaborare un piano di crescita a lungo termine è davvero molto difficile, a causa della pandemia, siamo pronti a crescere sempre di più e ad ampliare i nostri orizzonti”.