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Caviro è leader nella produzione del vino. Ma è anche un’azienda di riferimento nell’economia circolare, con la sua visione tesa alla riduzione degli scarti
Attenzione all’ambiente, alla riduzione degli scarti e delle emissioni e impegno sociale. Sono questi gli ingredienti che hanno fatto guadagnare a Caviro numerose certificazioni sociali e ambientali.
Un’attenzione alla sostenibilità che si fa anche attraverso la comunicazione. Ad esempio, con il progetto Innesti e con la pubblicazione di un Bilancio di Sostenibilità che riporta le attività dell’azienda.
Sono tutti temi cari a Assobiotec e un esempio concreto per l’agenda “Il futuro migliore”.
Quella di Caviro è una storia di bioeconomia circolare che nasce da lontano. “L’approccio circolare della nostra azienda è nato 50 anni fa. Si tratta di una visione pionieristica e innovativa. Infatti, è nata dall’esigenza dei soci di valorizzare gli scarti di lavorazione dell’uva e delle eccedenze agricole” spiega Simon Pietro Felice Direttore Generale di Caviro.
La produzione è riduzione degli scarti
Caviro è un leader nella produzione del vino. Oggi fanno parte della cooperativa 29 soci, di cui 27 cantine. Sono 12.400 viticoltori che concorrono alla produzione del vino e sono sparsi in 7 regioni italiane. In 36.000 ettari vitati producono il 10% delle uve del territorio nazionale.
La cooperativa segue la produzione del vino dal campo all’imbottigliamento, realizzato in confezioni diversificate e sostenibili. Con progetti collaterali ha esteso la propria azienda alle attività di distilleria e dei servizi ambientali. Infatti, il 35%dei prodotti conferiti a Caviro sono sottoprodotti del processo di vinificazione.
Consistono in vinaccia e feccia per la distillazione di alcool, per la produzione di acido tartarico o per l’estrazione dei polifenoli. Nel complesso questi prodotti contribuiscono al 21% del fatturato del gruppo.
E poi ci sono le attività legate all’ambiente e alla produzione di energie rinnovabili. Contribuiscono per il 10.4% sul fatturato. Infatti la raccolta degli sfalci, delle potature e dei sovvalli dal territorio concorrono alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Il Gruppo Caviro è quindi autosufficiente nella produzione di eco-energia.
Inoltre sono stati prodotti 9 milioni di metri cubi di biometano. Attraverso gli impianti di digestione anaerobica, che processano sottoprodotti della vinificazione è possibile generare biogas e biometano avanzato.
Con queste strategie l’azienda ha portato al massimo la riduzione degli scarti.
“L’economia circolare è parte del modello di business del Gruppo. Questo approccio nasce in primis da un concetto di sostenibilità economica” racconta Felice.
“E poi la disponibilità di risorse consente di poter operare scelte consapevoli anche in ottica di società e ambiente. La prospettiva è realmente circolare quando si ragiona su impatti a tutto tondo, calandoli nella realtà territoriale di riferimento”.
Forte di questi principi, Caviro è stata selezionata tra le aziende che parteciperanno all’evento online “One health, la salute del pianeta è la salute dell’uomo“. È un incontro che fa parte del progetto “Biotech, il futuro migliore”, di Assobiotec Federchimica. Si terrà il 5 di ottobre dalle 17 alle 18.15.
Circolare è anche sostenibilità sociale
Caviro è un’azienda grande che coinvolge varie tipologie di impiegati. Più della metà dei lavoratori esplica mansioni manuali. Il 41% invece svolge mansioni impiegatizie. Sono tante le regioni e le realtà coinvolte. Come fare a mantenere un’unità di intenti e obiettivi?
“La pluralità costituisce un elemento di crescita in quanto stimola idee, contaminazioni e sinergie”, racconta Felice. “Certo è necessario muoversi su binari condivisi. La base dei valori comuni diventa il collante per interpretare le azioni dei singoli e raggiungere coralmente gli obiettivi”.
L’attenzione alle risorse umane dell’impresa diventa un impegno importante per il futuro. Uno degli obiettivi che tocca l’organizzazione del prossimo triennio lavorativo riguarda proprio il concetto di business continuity. “Per noi significa formazione. Vuol dire gestire nuovi ruoli professionali e il turnover tra attuali e nuove generazioni per garantire passaggio di testimone”.
Caviro e le ulteriori evoluzioni dell’economia circolare
Certo la riflessione di Caviro sull’economia circolare è consolidata. Quindi è interessante domandare come si evolverà l’impostazione aziendale su questo tema nel prossimo futuro.
Oltre alla valorizzazione delle risorse umane, nell’ottica del ricambio generazionale, sono altri tre gli obiettivi per il prossimo futuro.
Il primo obiettivo riguarda da vicino il tema della sostenibilità. “Vorremmo integrare il Piano della Sostenibilità con il Piano Industriale a livello di azioni, risorse, costi ed investimenti”. E con questo s’intende anche la necessità di porre particolare attenzione a tutti i passaggi della filiera.
Felice conferma che “è necessario portare la sostenibilità in vigna attraverso la redazione e diffusione di un protocollo condiviso tra i soci. E per noi significa toccare temi importanti, tra i quali l’utilizzo delle risorse naturali e le condizioni di lavoro”.
Infine c’è un progetto particolarmente sfidante, che è ancora in fase di valutazione. “Vorremmo introdurre l’obiettivo del carbon neutral. Ossia controbilanciare l’emissione dei gas serra con l’assorbimento delle emissioni di carbonio”. Questo rappresenterebbe di certo un ulteriore passo nella riduzione degli scarti aziendali.
Le sfide per il prossimo futuro testimoniano l’impegno di Caviro sul fronte della sostenibilità.
La sostenibilità per questa azienda è un percorso perfettamente integrato all’interno del miglioramento e della crescita continua.