Una buona notizia per il settore. Restano però le incognite
Cinema che riaprono al 100% dall’11 ottobre: è questa una delle notizie più attese dal settore contenuta nel Decreto capienze approvato dal Consiglio dei Ministri. Tra pochi giorni si potranno dunque occupare tutti i posti a sedere. In un anno e mezzo dallo scoppio dell’emergenza pandemica, le sale hanno vissuto un lungo periodo di incertezze e chiusure, mentre i giganti dello streaming (da Netflix a Disney+) hanno registrato numeri e successi impressionanti (dagli abbonamenti agli Oscar conquistati). Chi scrive, di recente, è stato a vedere l’ultimo film di James Bond, No time to die, in un multisala di provincia e non ha potuto non percepire una sensazione di tristezza, come se dalla pandemia in poi si sia passati definitivamente a una nuova epoca. Da tempo i cinema non sono più il luogo preferito dove si va per vedere qualcosa e, proprio per questo, la notizia delle riaperture al 100% impone una domanda. Quando è stata l’ultima volta in cui avete visto un cinema pieno?
Oltre un anno fa l’amministratore delegato di Disney, Bob Chapek, aveva espresso la linea della multinazionale dell’intrattenimento: d’ora in avanti puntiamo tutto sullo streaming. «Abbiamo beneficiato dallo straordinario rapporto con cinema e teatri per molti anni – le parole del Ceo – continueremo a dare ai clienti questa possibilità, ma allo stesso tempo ci sono molti altri che vogliono godersi lo spettacolo al sicuro in casa. Saranno loro a decidere». Nel frattempo il 2021 ha registrato il successo agli Oscar di film di Amazon Prime e Netflix, senza il bisogno di uscire nelle sale.
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La linea “solo al cinema”
Da tempo diversi trailer di film inseriscono la dicitura “solo al cinema” e questo testimonia quanto ancora sia irrisolto il confronto-scontro tra i giganti dello streaming e il mondo tradizionale. Aveva fatto scalpore la polemica per l’uscita di Black Widow, con l’attrice Scarlett Johansson che ha fatto causa a Disney perché il film è stato reso disponibile su Disney+ lo stesso giorno in cui usciva nelle sale (facendole perdere molti soldi). In Italia l’Associazione nazionale esercenti cinema si era espressa sulla questione: “Nonostante le affermazioni secondo cui questa strategia di lancio durante la pandemia è stata un successo per Disney – si legge sul sito – la realtà dimostra che un’uscita sala in esclusiva significa maggiori entrate per tutte le parti interessate, in ogni ciclo della vita di un film”.
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La ricetta per una convivenza tra streaming e cinema non è facile e, purtroppo, non è detto esista. Dal punto di vista delle piattaforme gli abbonamenti sono convenienti per i consumatori (anche se continuano a crescere i prezzi) e danno accesso a una libreria sempre fruibile; i cinema, da parte loro, mantengono un fascino e un ruolo centrale nelle città anche se non hanno mai offerto una vera risposta alle innovazioni dello streaming, mantenendosi fedeli all’impostazione tradizionale. Se sarà un gioco a somma zero (in cui chi vince prende tutto) a perderci saranno comunque i cittadini. La comodità di un film o di una serie in casa vale la desertificazione delle città?