Tra i tanti ospiti di SIOS21, il 13 dicembre, anche Max Pezzali con cui ripercorreremo attraverso oggetti, canzoni e modi dire di un decennio iconico
“Mi piace pensare che siamo l’ultima generazione che ha visto il «mondo di prima», e che abbiamo accompagnato sia i nostri genitori sia i nostri figli in quello nuovo. Forse è stato questo il nostro ruolo, ed essendo una generazione «di passaggio» possiamo magari provare a capire il mondo contemporaneo senza dimenticare da dove arriviamo.”
A StartupItalia Open Summit, il 13 dicembre, insieme a Max Pezzali, ripercorreremo quel decennio iconico, raccontando per oggetti e canzoni una generazione che ha visto le prime connessioni casalinghe, i VHS, le matite per riavvolgere i nastri delle audio cassette, il disco orario, il cellulare (e non lo smartphone) e quella frustrazione mista a piacere di perdersi senza navigatore.
Quel riconoscersi nella lentezza di provincia
Erano i primi anni 90 quando gli 883 si fecero conoscere da milioni di giovani con canzoni destinate a entrare nella storia della musica italiana. Per moltissimi (me compresa) gli 883 hanno significato il primo concerto vero, i radioloni a palla, le serate in compagnia, il primo album, insomma una colonna sonora indelebile dell’adolescenza. Dentro quelle canzoni c’era il riconoscersi nella lentezza della vita di provincia, l’appuntamento al bar con gli amici, l’attesa del weekend, c’era un’intera generazione che “anche se in un modo da sfigati si è divertita”.
Forse per questi motivi per tanti giovani Max Pezzali è stato non solo un cantautore, ma un amico in cui riconoscersi, a cui non si può non voler bene. L’ultima testimonianza di una provincia immobile. Raccontando la sua Pavia ha di fatto descritto e incluso tutta la provincia italiana, piena di luoghi con 2 discoteche e 106 farmacie, di una gioventù vissuta sempre uguale con il sogno americano davanti e l’immobilità della provincia alle spalle. Proprio in quel torpore di provincia, in quel sentirsi lontano dal centro del mondo che la creatività, l’immaginazione e i sogni prendevamo forma.
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Espressioni, oggetti e icone di un decennio
In fondo anche la rete, la prima connessione, si porta dietro una magia, un senso di libertà che oggi si fa quasi fatica a raccontare, poi cosa è successo? Sembra quasi mancare quel lusso di potersi perdere come in “Rotta per casa di Dio”.
Nel libro, Max90, ha selezionato oggetti (alcuni ormai spariti), espressioni, icone di un decennio che sembra ormai lontano ma che ci serve a capire il mondo di oggi e come Internet e il digitale possono essere i più grandi abilitatori di opportunità. Ne parleremo con Max Pezzali il 13 dicembre a SIOS21 in collaborazione con l’Università Bocconi e lo faremo proprio a partire dalle sue canzoni che “ci fanno ricordare com’era bello sentirsi almeno uguali”.
Saremo infatti dal vivo dall’Aula Magna dell’Università Bocconi e in diretta streaming sui nostri canali social.
Se vuoi essere con noi quel giorno, non dimenticare di prendere il biglietto (sempre gratuito) da qui. Ci vediamo a SIOS?