Intervista a Marzio F. Schena, Founder e CEO della startup nata per caso, guardando Sanremo
Più di 110.000 titoli nei cataloghi, oltre 9.000 investitori in titoli musicali registrati, ricavi aumentati fino a 5 volte quelli del 2020 (+550%). Sono solo i numeri principali del 2021 di ANote Music (“ANote”), marketplace europeo di investimento in royalties musicali.
ANote mira a costruire relazioni durature con i propri investitori e rafforzare l’industria musicale attraverso un modello d’investimento che prevede la distribuzione di royalties al termine dell’asta per un intero catalogo musicale ogni semestre o quadrimestre. A questo si aggiunge la tecnologia proprietaria, concessa in licenza ad attori esterni in White Label dai quali ANote ottiene fees nella forma di diritti di sfruttamento.
Un modello che ha permesso ad ANote di “raggiungere, in poco più di un anno di attività, vendite di royalties musicali pari a 6.5 milioni di euro tra mercato primario, secondario e offline, effettuate su cataloghi comprendenti più di 100 artisti e costantemente in espansione grazie alle molte partnership chiuse con importanti attori internazionali tanto nel panorama musicale che nelle investors’ communities”, come ci ha raccontato Marzio F. Schena, Founder e CEO di ANote. Inoltre, il 39% degli investitori ha già investito più di una volta.
In che cosa consiste il vostro modello di business?
ANote Music offre a detentori di diritti musicali la possibilità di mettere all’asta una parte dei loro futuri flussi di royalty ad un network di appassionati di musica e investitori. I proprietari dei diritti mantengono al 100% il controllo della gestione dei propri cataloghi, mentre gli investitori su ANote Music diventano partner passivi. Gli investitori e gli appassionati di musica che hanno acquistato azioni dei cataloghi musicali riceveranno i pagamenti delle royalties ogni 3 o 6 mesi. Ogni volta che la musica viene “consumata” – attraverso radio, lo streaming online, durante i concerti dal vivo o quando viene utilizzata in TV o nei film – genera royalties che vengono raccolte e distribuite pro-quota agli investitori sulla nostra piattaforma con il passare del tempo.
Parlaci delle commissioni…
Il nostro modello di business si basa su una commissione “listing fee” sul valore del catalogo al termine della fase di asta, e su commissioni di distribuzione quando le royalties vengono periodicamente distribuite agli investitori in piattaforma. Questo sistema ci permette di mantenere un profilo di commissioni estremamente flessibile e allineato sia per gli aventi diritto che per gli investitori, in quanto riceviamo commissioni solo in funzione del risultato – per il resto, la nostra piattaforma è commission free.
Quando e dove è nata l’idea?
L’idea l’ho avuta insieme a Matteo Cernuschi (COO): stavamo seguendo il Festival di Sanremo ed eravamo ansiosi di investire su uno degli artisti, perché fortemente convinti che avrebbe vinto e avuto una carriera di successo. Dopo alcune ricerche, abbiamo però scoperto che era praticamente impossibile per persone esterne all’industria musicale investire nella musica, a meno che non si avessero a disposizione budget estremamente elevati. Eppure, la musica è un settore che ha dimostrato di avere molte somiglianze con le azioni tradizionali e quindi aveva di fatto tutto il potenziale per essere consegnata al mondo come un settore di investimento alternativo. Dopo un paio di mesi di ricerche approfondite, abbiamo incontrato il nostro terzo co-fondatore Grégoire Mathonet, che ha portato al team la sua esperienza informatica. Insieme abbiamo iniziato a creare il marketplace per investire in royalties musicali, che oggi è conosciuto come ANote Music.
Chi è l’investitore tipo di ANote Music?
Notiamo 3 diversi gruppi di investitori che raggiungono la nostra piattaforma. Il primo è costituito da investitori che hanno un background più finanziario e sono alla ricerca di un settore alternativo in cui investire: prestano attenzione ai guadagni di ciascun catalogo e cercano fortemente di diversificare il portafoglio con la musica. Questi sono di solito anche gli investitori che arrivano con le somme più grandi da investire (a partire da €2000 in su) e la loro età è di solito tra i 40 e i 60 anni.
Il secondo gruppo?
Un secondo gruppo sono i fan della musica, che vengono sulla piattaforma perché vogliono prendere parte al successo dei loro artisti preferiti e sostenere la loro musica. Questi investitori lo fanno più per passione e amore per la musica e la loro più grande spinta è sapere che ogni volta che ascoltano la loro musica preferita possono condividere anche loro il successo e guadagnare (piccole) entrate. Non c’è una fascia d’età specifica per questo gruppo e di solito hanno a disposizione somme più piccole da investire (tra 20 e 200 euro).
E il terzo?
Il terzo e ultimo gruppo è collegato ai più appassionati di criptovalute e blockchain e di fatto è un ibrido dei gruppi già individuati: la maggior parte di loro ha una prima esperienza di investimento in crypto e ora sta cercando altre opportunità. Poiché la musica è considerato un settore “cool” e con cui possono entrare facilmente in contatto, diversificano anche il loro portafoglio con alcuni investimenti musicali. Abbiamo notato che la fascia di età di solito per questo gruppo è tra i 25 e i 40 anni.
Qual è l’investimento medio sulla vostra piattaforma?
L’investimento medio sulla nostra piattaforma è di 1850 euro, con circa l’85% dei nostri attuali investitori che ha investito almeno una seconda volta. Stiamo notando che numerosi investitori testano la piattaforma e, ricevuti i primi pagamenti di royalties (che avvengono sempre entro 6 mesi dall’investimento), acquistano maggior fiducia in ANote e scelgono di investire ulteriormente.
Cosa puoi dirci sugli investitori italiani?
Gli investitori italiani costituiscono una fetta importante del nostro network. Quattro dei nove cataloghi che sono stati quotati durante il primo anno sul mercato provenivano dall’Italia e quindi il Paese si è rivelato essere un mercato chiave per la nostra azienda. Il 39% dei nostri investitori italiani ha tra i 40 e i 60 anni mentre il 30% ha tra i 30 e i 40 anni. L’investimento medio è leggermente più basso della media complessiva e si attesta sui 1.045 euro.
In uno scenario in cui l’industria musicale evolve molto rapidamente, specialmente nei gusti delle nuove generazioni, come prevedete di adattare nel futuro la vostra piattaforma alle necessità degli utenti?
Mentre c’è molta nuova musica che viene pubblicata quotidianamente, le abitudini di ascolto delle persone non stanno cambiando così tanto. Il 67% del consumo totale di musica è costituito da musica che è stata pubblicata almeno 3 anni fa o più. La musica inoltre si reinventa: spesso le “vecchie” canzoni vengono riscoperte dalle generazioni più giovani o vengono realizzate cover. Questo fa sì che molta musica abbia una shelf-life molto lunga (specialmente quando si parla di canzoni evergreen). Prima che un catalogo possa essere inserito nella nostra piattaforma, è necessario un minimo di 3 anni di storia finanziaria nel generare royalties e una soglia minima di 10.000 euro di royalties generate in media all’anno. Questi sono indicatori e numeri importanti su cui la nostra comunità di investitori può prendere decisioni calcolate. Sapendo questo, ci assicuriamo di lavorare con musica che è stata “testata” sul mercato in qualche modo. Mentre la musica continuerà ad evolversi come ha sempre fatto, non ci aspettiamo grandi cambiamenti nei generi. Tuttavia, crediamo fortemente che la tecnologia renderà più facile la tracciabilità e il consumo di musica nel tempo. Inoltre stiamo notando come la musica sia sempre più legata agli eventi digitali. Questa evoluzione arriva in parte grazie alle nuove tecnologie e per il nostro tipo di business si tratta di un aspetto positivo: un tracciamento migliore e più ampio significa la generazione di più royalties. Inoltre con la blockchain che costituisce la spina dorsale della nostra piattaforma, siamo pronti ad adattarci ed evolvere rapidamente.
Esiste una connessione tra ANote e la blockchain?
Sì, gestiamo la nostra piattaforma con alla base la tecnologia blockchain. Questo permette maggiore trasparenza e tracciabilità, che favorisce di per sé più fiducia da parte della nostra comunità. Ogni transazione effettuata sulla piattaforma viene registrata nella blockchain, permettendo a tutti di controllare lo stato della richiesta. Seguiamo i trend e le evoluzioni sul tema e – anche grazie a partnership come quella con Algorand che abbiamo avviato nel 2020 – lavoriamo costantemente per far evolvere la nostra piattaforma.