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Da qualche tempo anche Twitter ha mostrato interesse per la corsa all’oro dei pagamenti digitali. Adesso le intenzioni sembrano farsi ancora più serie: secondo indiscrezioni sempre più martellanti  Twitter sarebbe pronta a un accordo con la startup Stripe per permettere agli utenti del social network di acquistare beni e servizi direttamente dalla piattaforma tra un cinguettio e l’altro.

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L’accordo sarebbe questione di giorni anche se il portavoce di Twitter, Will Stickney ha declinato qualsiasi commento sul punto e renderebbe semplicissimo per gli esercenti mettere in vendita i loro prodotti sul social, utilizzandolo come una vetrina virtuale.

Come accennato, l’interesse di Twitter a questo business non è nuovo e lo testimoniano gli accordi ancora in vigore con American Express i cui titolari hanno negli States la possibilità di caricare I dati della propria carta sull’account Twitter per l’acquisto di molti prodotti o ancora con Starbucks, retailer leader nel settore dei pagamenti digitali e mobile, grazie al quale sincronizzando il proprio account Starbucks con il profilo Twitter è possibile acquistare prodotti o gift card con un semplice tweet.

E indiscrezioni rivelavano l’interesse del microblog anche per il pagamenti peer-to-peer e l’esistenza di un vero e proprio piano (tweet to send money) per inviare denaro cinguettando.

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Ma adesso grazie a Stripe, il sogno ‘A Tweet To Buy’ potrebbe divenire realtà.

La startup ha ricevuto 40 milioni di dollari di investimento da Sequoia Capital, General Catalyst e permette alle piattaforme che integrano il suo software di accettare pagamenti con carta sui loro siti e sulle loro app mobile (sia per iOs sia per Android) con il minimo sforzo di integrazione e in tempi rapidissimi. Tra i clienti vi sono già Lyft il servizio di car e bike sharing, la piattaforma e-commerce Shopify e Instacart, un sito di consegne a domicilio nel settore di cibo e bevande.  La semplicità con cui avviene l’integrazione con piattaforme così diverse tra loro è il vero vantaggio competitivo di un modello che è anche vantaggioso dal punto di vista economico. Negli Stati Uniti Stripe non ha costi di setup, nessuna fee mensile. Trattiene il  2,9% su ogni transazione che va a buon fine.

Non è ancora chiaro se l’offerta del microblog e della startup andrà subito nella direzione di offrire ogni tipo di prodotto o se un test in fase iniziale si concentrerà sulla vendita di prodotti digitali come programmi tv on demand,  biglietti di concerti ed eventi sportivi e simili. Di certo non è lontano né difficile  da immaginare un futuro in cui gli esercenti potranno accettare pagamenti per i loro prodotti messi in vendita online semplicemente con un tweet. Semplice, veloce e senza sforzi. Anche perché per pagare, assicura Twitter, serviranno anche meno di 140 caratteri.