Gli algoritmi ci danno sempre i risultati migliori?
Non è possibile immaginarsi un mondo senza Google. Il motore di ricerca più famoso e utilizzato è un punto di riferimento per tutti noi. Eppure, stando a questo articolo pubblicato online, c’è chi sostiene che la ricerca su Google «stia morendo». Google search is dying è il titolo provocatorio di un approfondimento interessante su cosa producono e cosa offrono gli algoritmi di Mountain View a chi chiede qualsiasi cosa possa venire in mente in un qualsiasi posto del pianeta. «Se avete provato a cercare una ricetta o una recensione di un prodotto di recente, non ho bisogno di dirvi che i risultati di ricerca di Google sono andati a (bip, ndr) – scrive l’autore del pezzo – Avrete già notato che i primi risultati non pubblicitari sono siti ottimizzati per la SEO e pieni di link di affiliazione e annunci».
Nella sua newsletter settimanale, il giornalista Antonio Dini ha rilanciato l’articolo sopracitato, spiegando che col tempo le ricerche di Google sarebbero andate peggiorando per venire incontro alle logiche evidentemente commerciali che reggono il fatturato di Google. In un modo o nell’altro c’è chi ha provato a trovare alternative, sia per proteggere la propria privacy sia per ottenere risultati migliori rispetto alle necessità del momento. Che si tratti di una ricetta o di un approfondimento serio su Bitcoin. Reddit, la piattaforma utilizzata moltissimo Oltreoceano e di cui si è parlato in Italia per il caso GameStop, sembrerebbe offrire un valido strumento di ricerca.
Vent’anni fa il cofondatore di Google, Larry Page, si era espresso in merito all’ipotesi di introdurre la pubblicità sul motore di ricerca, avanzando i propri dubbi sulle ricadute per l’utente finale. La storia, come insegna l’ultimo decennio, è andata altrimenti con le Big Tech che hanno utilizzato i dati di miliardi di persone per costruire una nuova era dell’advertising online. L’assoluta comodità di Google e di altri strumenti ha un costo in termini di dati ceduti alla società e che non riguarda soltanto la profilazione. A quanto pare anche la qualità della ricerca sembra rispondere più a logiche di mercato che alla reale funzione originaria del motore di ricerca.