Innovare per ridurre gli sprechi: torna e-P Summit – “Shaping the digital future of fashion”, l’appuntamento di Pitti Immagine
Innovare il settore cardine dell’artigianalità italiana non è una missione facile ed essere in grado di comunicare l’innovazione e la sostenibilità che gira attorno al mondo del fashion non è semplice. Pitti Immagine ha dedicato una due giorni a questo tema, con la mission di comunicare l’innovazione che è entrata a far parte della quotidianità di noti brand di moda italiani e facilitare momenti di networking tra fornitori, addetti IT e strumenti digitali. E-P Summit, l’appuntamento che ha preso vita il 4 e 5 maggio all’interno della stazione Leopolda, a Firenze, ha coniugato le esigenze della moda alle ultime tecnologie. “Stiamo pensando di replicare questo appuntamento anche durante il corso dell’anno e in altre manifestazioni, mentre la prossima edizione di e-P Summit si terrà il 18 e 19 aprile del prossimo anno“, ha annunciato Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine.
“Le aziende hanno presentato le proprie esperienze davanti ai fornitori di soluzioni e agli strumenti di innovazione digitale”, ha commentato Rinaldo Rinaldi, direttore scientifico di e-P Summit e docente del dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Firenze. “I profondi cambiamenti tecnologici ed economici globali in corso da tempo e l’accelerazione che si è resa necessaria negli ultimi due anni, in conseguenza alla crisi pandemica, hanno fatto emergere modelli di business in cui la componente digitale è sempre più determinante“, ha commentato Claudio Marenzi, presidente di Pitti Immagine.
Tra i temi al centro dei talk: il metaverso; lo sviluppo digitale dei processi creativi e produttivi alla base delle nuove collezioni; le nuove supply chains; la transizione digitale a sostegno dell’economia circolare; l’integrazione tra la distribuzione tradizionale e i canali dell’e-commerce; strategie per i social media; i modelli di ingaggio e analisi dei clienti consumatori; l’Internet of Things; l‘intelligenza artificiale e il machine learning; l’utilizzo e la protezione di big data e cloud; la blockchain; lo scambio e la fruizione dei NFT. Tra i partner del progetto: Accenture, Google Cloud, Meta e TIM.
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La moda può essere davvero sostenibile?
Un tema centrale per il settore tessile è quello della sostenibilità, di cui si è discusso nel panel “Conoscenza e trasparenza: la filiera moda come punto di partenza” moderato dal giornalista Antonio Mancinelli, con Laura Del Noce, ICT Director di Pattern Fashion Engineering & Production; Orsola De Castro, founder e creative director di Fashion Revolution e Caterina Occhio, CSR e Sustainability advisor. “La sostenibilità nella moda ha una serie di declinazioni infinite e, talvolta, un po’ pericolose”: introduce così il panel il giornalista Mancinelli.
Innovazione, circolarità, second hand sono diventate tematiche prioritarie per le aziende. “La progettazione 3D è uno strumento importante per ridurre gli sprechi – spiega Laura Del Noce – Abbiamo imparato a creare stampe già realizzate affinché si replichino solo i pezzi che, effettivamente, vanno tagliati. Le tecnologie a supporto sono sempre molte e i sistemi ERP aiutano nella riduzione dei costi, permettendo ai brand di lavorare, effettivamente, solo il tessuto necessario. La blockchain è la piattaforma principe, e, al momento, ci aiuta a capire quanto sprechiamo e quanto, invece, trasformiamo”.
Dare una nuova vita a ciò che, apparentemente, non ce l’ha è una delle mission principali delle aziende che oggi lavorano nella moda. “E’ molto difficile cambiare un sistema così avanzato ed è difficile trasformarlo in un sistema sostenibile – spiega Orsola De Castro – Venti anni fa, quando iniziai a parlare di queste cose, mi davano della matta. La realtà è che da parte delle aziende ci vuole la volontà di cambiare: cambiare la cultura aziendale, il proprio modello di business non è mai facile ma questi grandi cambiamenti siamo stati costretti a metterli in atto durante la pandemia, quando siamo passati allo spazio phygital, anche se c’è ancora tanto da fare. In questo nuovo mondo che, interamente, guarda alla sostenibilità, il consumatore vuole sapere chi, dove e come è stato fatto quel capo, e se è sostenibile, verso una nuova concezione del valore che dà, prima di tutto, valore alle persone che lavorano alla creazione. E con la diffusione di piattaforme digitali di second hand come, ad esempio, Depop, i ragazzi di oggi sono più abituati al riciclo e al riuso”.
Lavorare sul bisogno del consumatore e capire come gestire al meglio lo stock, essenziale per capire la variabilità in termini di disponibilità del prodotto, in un’esperienza cross industry è la mission di UNIEURO. “Ci vuole impegno nell’avvicinarsi a un business più responsabile e più sostenibile – afferma Emmanuele Gallo, responsabile Supply Chain consulting di Sopra Steria Italia – Per questo, abbiamo creato una survey della sostenibilità, fornendo al contesto italiano esempi di best practice; second hand; e-commerce; comunicazione con i fornitori a sostegno di nuovi strumenti come planning, FT e blockchain. Dal sondaggio è emerso che soltanto il 34% delle aziende del fashion, oggi, hanno avviato processi di tracciabilità attivi“.
Altro capitolo centrale nel settore tessile è quello dei contratti di lavoro. «La crescita economica ha, comunque, effetti negativi sul pianeta e sugli esseri umani – spiega Caterina Occhio – Il consumatore ha capito che la moda è tra i settori più importanti del mondo, ma che è, comunque, il quinto per percentuale di schiavismo e, al contempo, il sesto al mondo nella creazione di posti di lavoro. Il “Made in Italy” deve tornare ad essere “made in dignity“». Altro problema è la comunicazione aziendale: i brand devono avvalersi di professionisti nel settore della Impact Communication, come sottolinea Caterina Occhio, e, in questo campo, non ci si può improvvisare esperti quando non lo si è. “Essere sostenibili costa meno che non esserlo e, oggi, non possiamo permetterci di non esserlo”, conclude la sustainability advisor.
Innovazione e phygital stores a e-P Summit 2022
Tra i best cases di aziende che hanno, per prime, sviluppato nuovi spazi phygital, alla Leopolda sono state presentate le esperienze di Rinascente, con il servizio di chat&shop; Max Mara; Borbonese con un progetto pilota in fase prototipale per la tracciabilità soprattutto verso terzisti, logistica e magazzino. Di tracciabilità si è occupata anche K3 che, in partnership con Wuerth Phoenix, ha dato vita a una piattaforma ERP innovativa che si integra in Microsoft Dynamics 365 e offre soluzioni concept-to-consumer all’industria della moda con tre prodotti per la reportistica interna, di system integration, project managment, sviluppo software e clienti, formazione e tracciabilità. Una soluzione che aiuta i brand anche verso la sostenibilità. Bradshaw Taylor ha cercato una soluzione che potesse unificare i marchi e ridurre il tempo impiegato a consolidare manualmente i dati provenienti dai nove marchi, poiché i sistemi esistenti erano ancora disparati e non collegati fra loro. “I sistemi IT di ciascun marchio erano obsoleti e richiedevano un aggiornamento – ha affermato Paddy Devlin, responsabile delle Tecnologie aziendali presso la Bradshaw Taylor – Era il momento giusto per riprogettare il nostro business, in modo da poter fornire una soluzione centralizzata e basata su pratiche migliori che favorissero la crescita. Con Xpedition (partner di K3), abbiamo trasformato digitalmente il modo in cui gestiamo i nostri marchi di moda outdoor”.
Nel phygital, fisico e digitale si fondono per costruire una nuova customer journey con soluzioni hi-tech unite a un approccio omnichannel che crea continuità tra il canale fisico e quello digitale, ottimizzando il business. Le nuove opportunità comportano anche punti di attenzione che vanno analizzati e indirizzati, come la tutela del ‘patrimonio creativo’, la sicurezza informatica, la trasformazione del punto vendita in luogo dove massimizzare la conversion rate, la conoscenza del cliente in ottica client-centric e non-channel dependant, la trasformazione digitale legata al cloud. Tra i pionieri di questa rivoluzione c’è il Gruppo TIM, che ha implementato nuove soluzioni anche nel mondo del fashion. Una rivoluzione che ha interessato in prima persona anche Pinko, brand che, in partnership con Lectra, ha dato vita a una piattaforma integrata di “Product eXperience Management” per la gestione del life-cycle di prodotto attraverso modalità in-cloud di ultima generazione improntate sulla condivisione e sulla valorizzazione del dato.
Anche Loro Piana ha compiuto un percorso, con SedApta, passando da una progettazione manuale a una pianificazione integrata a capacità finita al fine di ottenere efficacia e flessibilità attraverso l’automazione dei processi di pianificazione della supply chain che permette di controllare l’intero processo produttivo a partire dall’acquisizione della fibra fino alla consegna del capo finito. “Abbiamo messo a punto un software che permettesse di allineare tutte le funzioni aziendali in un’unica pianificazione e che, dopo la chiusura della campagna vendita, ci permettesse di gestire le priorità e le richieste commerciali allineando le funzioni interne ed esterne all’azienda“, afferma Michele Taranzano, Head of Planning Luxury Goods Division di Loro Piana.
In questo complesso passaggio verso il phygital store, lo stesso ruolo del negozio fisico cambia. “Avere la stessa profondità di analytics che abbiamo dal sito anche per quanto riguarda il negozio è un valore in più”, afferma Antonio Fratta Pasini – head of IT di Calzedonia Group. “Ora, prima di arrivare in negozio, tanti scelgono i prodotti preferiti sul digitale, e quando arrivano in store è probabile che vogliano ripercorrere l’esperienza digitale”, continua Antonio Farini di Max Mara Fashion Group. La pandemia ha incentrato l’attenzione anche sulla gestione dello stock. “Durante il lockdown, tanta merce è rimasta invenduta e, una volta usciti dalla pandemia, abbiamo trovato una visione strutturata – conclude Antonio Fratta Pasini – Per questo, abbiamo avviato un progetto per ridurre la customation rate e i resi a fine stagione. La community locale e nazionale deve rivalutare la distribuzione del margine e la dinamica della supply chain, che si deve spostare da questa grande massa di volumi per ripensare e ricreare valori su componenti sociali, valoriali, come una sorta di museo immaginario. L’obiettivo non deve essere il mio valore ma quello di tutta la community”.
“Gestiamo la supply chain con strumenti di intelligenza artificiale appoggiandoci ai nostri partner – afferma Laura Fornaro, Fashion Enterprise Account Executive di Google Cloud Italy – E ci incastriamo nei processi di supply chain delle aziende con impatti sulla sostenibilità”.
Come la cybersecurity si inserisce nella digital transformation
“L’approccio integrato, oggi, è fondamentale per aumentare la resilienza, che va affrontata attraverso una riduzione di complessità e con la possibilità di controllare i processi – spiega Roberto Mazzocca, Global Sales Support and Portfolio Director di s3k – I temi della cybersicurezza, del cloud, del managment si devono integrare tra di loro, con un approccio nuovo. Non è solo il team o il dipartimento aziendale che si deve occupare della cybersecurity, ma l’intera azienda, che ne deve avere consapevolezza per mettere tutto l’organico a conoscenza dei potenziali rischi. Per questo, anzitutto, è fondamentale creare sicurezza; agire sulle vulnerabilità anche con un programma di monitoraggio di credenziali delle persone, che sono il primo obiettivo di un hacker; agire sul managment e riuscire a monitorare gli incidenti di sicurezza“. Per fare tutto questo, i punti cardini sono:
– Creare una security awareness nei clienti con test e campagne di physhing in azienda, a complessità crescente, senza che nessuno lo sappia;
– Analizzare il rischio aziendale e il comportamento verso incidenti cyber, verificando la resilienza dei sistemi aziendali con penetration test e early warning;
– Monitorare i propri asset per prevenire e gestire incidenti di sicurezza: per fare questo si monitorano gli endpoint e si capiscono i processi che possono essere implementati per l’accesso ad app/server;
– Gestire gli incidenti di sicurezza con servizi avanzati di analisi come il monitoraggio dei firewall aziendali.
Le aziende innovative di e-P Summit
Tra le aziende che hanno partecipato a e-P Summit, oltre alle già citate S3K, SedApta, Sopra Steria, K3, WÜRTH PHOENIX, Loro Piana ci sono:
- HYPHEN – GROUP: un ecosistema integrato di competenze, soluzioni e servizi per la costruzione e la gestione della digital content factory aziendale: dall’organizzazione dei workflow di produzione e post-produzione dei contenuti alla distribuzione degli stessi verso i canali di promozione e vendita omnicanale. Nato nel ’98, l’ecosistema di Hyphen ha sviluppato tre unità: consulenze per i brand per la costruzione del prodotto nella supply chain; soluzioni software e produzione di contenuti digitali grazie alla collaborazione di cameramen e videomakers. Hypen si avvale di un truck mobile alimentato a energia solare grazie al quale si può ottimizzare la gestione del campionario. Dentro il truck, infatti, è presente una work station con un manichino dove poter collocare il capo; che sarà fotografato e, automaticamente, le immagini saranno trasmesse al software in grado di elaborarle, con l’obiettivo di ridurre al massimo la postproduzione, arricchire la scheda digitale del prodotto e far lavorare in sinergia l’intero team, verso la semplificazione del processo. Tra i clienti di Hyphen c’è Max Mara, da oltre 10 anni, anche se la mission di Hypen, per i prossimi anni, è quella di permettere anche a PMI e startup di potersi avvalere di questi servizi con moduli autonomi.
- 3RAND UP SOLUTIONS; specializzata nella progettazione ed implementazione di soluzioni per dare identità digitali ai prodotti (serializzazione, anticontraffazione, tracciabilità e customer engagement), si occupa di trasformazione digitale a tutto tondo con soluzioni B2B e B2C innovative per Digital Commerce B2C e B2B, remote selling, show room virtuali e sostenibilità. Una piattaforma che ha un approccio modulare in cloud con sistemi di crittografia avanzata, che valgono in 150 Paesi, tracciabilità e customer engagment;
- ASSYST sostituisce i prototipi fisici, riduce i tempi di sviluppo, i costi e gli sprechi, garantendo sizing&fitting accurato già in digitale – grazie ad avatar realistici – e aiutando le aziende a diventare sempre più sostenibili,
- BESIGHT: sistemi cloud modulari, scalabili e completamente open, per potersi integrare con le principali soluzioni dipartimentali di settore, attraverso l’utilizzo di servizi REST API. Un sistema ERP post-moderno e una platform per lo sviluppo di applicativi enterprise per il settore fashion & luxury: Sales & Distribution, Material Management, Product Management,
- CREA SOLUTIONS: soluzioni CAD 2D/3D, MTM, PLM, PDM e la progettualità per poterli integrare con i propri gestionali;
- DYNA BRAINS, la SAP Boutique e Neptune Software consulting company guida i clienti nel processo di digitalizzazione aziendale, individuando e sviluppando soluzioni integrabili su SAP e qualsiasi altro ERP con lowcode in più lingue e attraverso diverse tecnologie, per una gestione semplice, usabile, friendly ed efficiente di qualsiasi processo.
- JOOR, La piattaforma standard B2B leader di settore, che facilita la gestione wholesale per brand e retailer;
- LECTRA ITALIA: Tecnologie premium su misura che facilitano la trasformazione digitale per le aziende del settore moda e non solo;
- LOGIC & DV-5, per la progettazione e la costruzione di sistemi di automazione incontra l’expertise di DV-5 nella creazione e fornitura di software e servizi basati sull’uso di intelligenza artificiale, realtà aumentata, blockchain e cloud computing per dare vita ai progetti più complessi;
- OT CONSULTING, svolge consulenza nei settori del luxury, del fashion e dell’automotive, per sviluppare nuove aree di business, ottimizzare i processi esistenti, e rispondere rapidamente al cambiamento dei mercati e delle organizzazioni;
- PRISMA TECH, che propone soluzioni di virtual fitting e un software 3D per lo sviluppo dei prodotti e la digitalizzazione aziendale, che vanno dalla prototipazione virtuale ai software per ridurre i tempi di consegna e il numero di modifiche ed è utilizzato da noti brand quali Luxottica, OTB, Miroglio, Colmar, Moncler, e Hugo Boss;
- PROTOCUBE REPLY: competenze specifiche nella creazione e gestione di risorse 3D. Protocube Reply abilita una piattaforma end-to-end in grado di importare e gestire i 3D Digital Twin dei prodotti generando automaticamente gli asset che devono essere distribuiti nei vari canali digitali aziendali;
- REMIRA, con un fatturato di circa 5 milioni in Italia, è uno dei fornitori leader di soluzioni intelligenti per la supply chain e l’omnichannel per le aziende di tutti i settori. REMIRA supporta i clienti nei settori della pianificazione, degli acquisti, della produzione, del trasporto, della logistica e del commercio attraverso l’intera catena del valore;
- TESISQUARE: un riferimento per la creazione di ecosistemi digitali di Supply Chain in cui persone, dati, tecnologie e processi sono interconnessi, garantendo eccellenza operativa lungo tutta la catena del valore – dal fornitore al consumatore;
- VYSTEX: l’azienda di software con 1.300 dipartimenti sparsi in tutto il mondo, si occupa della pianificazione delle risorse aziendali (ERP). Alla multinazionale si affidano marchi come GM, Barilla e Serta-Simmons per determinare e gestire prezzi, promozioni, royalties e incentivi, assicurandosi che ogni euro speso o guadagnato sia investito correttamente per la crescita del business
- ZAKEKE: una suite completa di strumenti che consente ai marchi di personalizzare semplicemente l’offerta di prodotti in 2D, 3D, Realtà Aumentata (AR) e Virtual Try On. Cloud based, multi piattaforma e multi lingue, Zakeke contribuisce a migliorare l’esperienza di acquisto online e in store favorendo l’incremento delle vendite.
Fashion tech e metaverso a e-P Summit
Nel prossimo decennio, il metaverso rivoluzionerà quasi tutti gli aspetti della vita e del business, abilitando nuove modalità di collaborazione interna e di interazione con l’ecosistema (in spazi virtuali, luoghi fisici aumentati e/o una combinazione di entrambi), nonché la realizzazione di nuove linee di business. L’avvento del metaverso si propone, alle aziende di moda e del lusso, come opportunità per generare nuovo valore attraverso una strategia innovativa di gestione della relazione con clienti, partner e con la propria workforce digitale.
La vision di Accenture configura il metaverso come un continuum di mondi, realtà e modelli di business potenziati dal digitale, verso la genesi dei MetaBrand. “Da un punto di vista del retail, tutto il mondo del multimarca può aiutare nell’analisi dei dati e nella conoscenza del consumatore, e definisce l’experience. Le tecnologie che abbiamo a disposizione necessitano di una visione di storytelling che si deve concentrare sui valori sociali. Attraverso determinati parametri, con l’intelligenza artificiale, si può creare una conoscenza per la massima customizzazione. E in questo senso, lo stesso metaverso deve diventare un incubatore”, conclude Giacomo Santucci, ex ingegnere nucleare e presidente di Camera Buyer Italia.